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La NASA mappa l’acqua sulla Luna (VIDEO)

La nuova mappa è importante perché guiderà le future missioni con equipaggio sulla Luna, a cominciare da Artemis III

La NASA ha recentemente terminato un importante lavoro di mappatura dell’acqua sulla Luna che guiderà le future missioni degli astronauti sul nostro satellite, compresa Artemis III.

La quantità e la distribuzione dell’acqua sulla superficie lunare sono correlate all’ingresso e alla produzione di acqua da parte del vento solare e del bombardamento di meteoroidi, bilanciati dalla fotodistruzione e dalla mobilità attraverso la superficie. Utilizzando lo Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy (SOFIA), gli scienziati hanno ripreso la caratteristica di 6,1 μm che traccia in modo univoco l’acqua molecolare, coprendo 1/4 della superficie lunare a sud di -60° di latitudine con una risoluzione di 5 km il 17 febbraio 2022 UTC.

La forza delle caratteristiche dell’acqua varia in modo significativo all’interno della regione, da più secca a +28° di longitudine a più umida (170 ppm) a -7° di longitudine, e diminuisce anche verso il polo. Si riscontrano significativi miglioramenti locali, associati a caratteristiche topografiche di alta quota esposte a sud. Ciò include concentrazioni di H2O relativamente elevate in una “cresta bagnata” appena a nord del cratere Curtius; i bordi interni rivolti a sud, settentrionali, dei crateri più prominenti; la parete sud del picco centrale del cratere Moretus; e regioni polari permanentemente ombreggiate. Tralasciando ora queste particolarità, andiamo ora a vedere come ha lavorato la NASA.

La mappa dettagliata dell’acqua sulla Luna: il nuovo studio della NASA

Un team di scienziati ha utilizzato i dati dello Stratospheric Observatory for Infrared Astronomy (SOFIA) della NASA, ora in pensione, per compilare la prima mappa dettagliata della distribuzione dell’acqua sulla Luna. Il loro nuovo studio, pubblicato su The Planetary Science Journal, fornisce nuove informazioni sul movimento dell’acqua attraverso la superficie lunare e allo stesso tempo dati importanti per le prossime missioni lunari Artemis della NASA, che invieranno gli astronauti a esplorare il polo sud lunare.

Il prezioso contributo del telescopio SOFIA

Il telescopio SOFIA della NASA è stato ritirato alla fine del 2022, principalmente a causa di problemi di budget. Ora, la nuova mappa compilata utilizzando i dati SOFIA copre circa un quarto del lato rivolto verso la Terra della superficie lunare al di sotto dei 60 gradi di latitudine, compreso il polo sud della Luna.

Bill Reach: “Possiamo vedere crateri e montagne”

Bill Reach è direttore del SOFIA Science Center presso l’Ames Research Center della NASA nella Silicon Valley in California e autore principale dello studio. Queste le spiegazioni di Reach relative alla mappatura, riportate in un post sul blog della NASA: “Osservando i dati sull’acqua, possiamo effettivamente vedere i bordi dei crateri, vediamo le singole montagne e possiamo persino vedere differenze tra i lati diurni e notturni delle montagne, grazie alla maggiore concentrazione di acqua in questi luoghi”.

Utilizzando i nuovi dati, gli scienziati sono stati in grado di determinare in che modo l’acqua è collegata a specifiche caratteristiche della superficie lunare e in che modo favorisce le zone fredde e rimane lontana dalla luce solare.

 

Artemis II e III: l’inizio di una serie di nuove missioni lunari

Nel 2024, la NASA mira a inviare la sua prima missione Artemis con equipaggio, Artemis II, intorno alla Luna e ritorno. Nello stesso anno, l’agenzia spaziale invierà anche il suo rover Volatiles Investigating Polar Exploration Rover (VIPER) sulla superficie lunare per condurre la mappatura delle risorse. Utilizzerà la mappa SOFIA come guida.

Ciò aprirà quindi la strada ad Artemis III e alle successive missioni di astronauti sulla superficie lunare. In definitiva, la NASA mira a stabilire una colonia permanente sulla Luna che servirà da trampolino di lancio per la futura esplorazione umana di Marte. La nuova mappa SOFIA svolgerà un ruolo cruciale aiutando a determinare le aree su cui le future missioni dovrebbero concentrarsi per l’acqua, che può anche essere convertita in ossigeno respirabile e propellente per razzi. Il ritorno sulla Luna da parte dell’uomo, dopo 51 anni di lontananza, è imminente.

FONTE: The Planetary Science Journal

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