Emissioni di CO2: l’UE punta al taglio del 90% entro il 2040

Sfide e opportunità del piano 2040 per la neutralità climatica

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Emissioni di CO2

La Commissione europea, lo scorso 6 febbraio, ha raccomandato di ridurre le emissioni di CO2 derivanti dai combustibili fossili del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Si tratta di un obiettivo ambizioso per trasformare il sistema energetico dell’Unione Europea, in linea con l’Accordo di Parigi sul clima e con la visione di una “Europa verde” promossa dal presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Emissioni di CO2

Tuttavia, il piano proposto sta già raccogliendo una serie di forti reazioni, sia da parte di alcuni Stati membri che da parte di gruppi ambientalisti e industriali. Una proposta formale deve ancora essere emessa, ma ha già dovuto affrontare resistenze su quanti di questi tagli all’inquinamento dovrebbero derivare da tattiche rischiose volte a catturare piuttosto che a prevenire l’inquinamento.

Alcuni gruppi ambientalisti stanno anche criticando un’evidente omissione nella bozza: mentre si menziona l’eliminazione graduale del carbone, non esiste una strategia per eliminare gradualmente petrolio e gas.

Perché è importante ridurre le emissioni di CO2?

L’anidride carbonica (CO2) è il principale gas serra responsabile del riscaldamento globale, questa viene emessa principalmente dalla combustione di combustibili fossili come carbone, petrolio e gas, che sono ancora la fonte dominante di energia nel mondo.



Secondo i dati dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), nel 2020 le emissioni di CO2 globali sono state di circa 31,5 miliardi di tonnellate, di cui il 75% proveniente dai combustibili fossili.

Le emissioni di CO2 hanno un impatto negativo sul clima, sulla salute e sull’ambiente, e il costante aumento della sua concentrazione nell’atmosfera provoca un aumento della temperatura media globale, che a sua volta causa fenomeni meteorologici estremi, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del livello del mare, acidificazione degli oceani, perdita di biodiversità e desertificazione.

Emissioni di CO2

Le emissioni di CO2 sono anche associate a problemi di salute come malattie respiratorie, cardiovascolari e oncologiche, dovute all’inquinamento dell’aria.

Per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, come stabilito dall’Accordo di Parigi, è necessario ridurre drasticamente le emissioni di CO2 e raggiungere la neutralità climatica entro la metà del secolo. La neutralità climatica significa che le emissioni di CO2 sono compensate da attività che le assorbono, come la riforestazione o la cattura e la rimozione del carbonio.

Come l’UE intende ridurre le emissioni di CO2?

L’UE si è impegnata a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, e per raggiungere questi obiettivi, l’UE ha adottato il “Green Deal europeo”, una strategia che prevede una serie di iniziative legislative, finanziarie e di cooperazione in diversi settori, come l’energia, i trasporti, l’industria, l’agricoltura e la biodiversità.

Tra le iniziative più rilevanti del Green Deal europeo, vi sono:

  • la legge europea sul clima, che stabilisce un quadro giuridico vincolante per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e per rivedere periodicamente gli obiettivi di riduzione delle emissioni;
  • il piano europeo per l’idrogeno, che promuove lo sviluppo e l’uso di idrogeno pulito come fonte di energia alternativa ai combustibili fossili, in particolare nei settori difficili da decarbonizzare, come l’industria pesante e i trasporti a lunga distanza;
  • il piano europeo per le batterie, che mira a creare un mercato competitivo e sostenibile per le batterie, essenziali per la mobilità elettrica e lo stoccaggio dell’energia rinnovabile;

Emissioni di CO2

  • il piano europeo per le rinnovabili offshore, che prevede di aumentare la capacità installata di energia eolica e solare in mare da 12 GW a 300 GW entro il 2050, sfruttando il potenziale delle coste e delle isole europee;
  • il piano europeo per la ristrutturazione edilizia, che punta a raddoppiare il tasso di rinnovamento degli edifici, responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di CO2, migliorando l’efficienza energetica e l’uso di fonti rinnovabili;
  • il piano europeo per la biodiversità, che si propone di proteggere e ripristinare gli ecosistemi naturali, che assorbono il carbonio e forniscono servizi essenziali per la vita, come l’approvvigionamento di acqua e cibo, la regolazione del clima e la prevenzione delle malattie.

Quali sono le sfide e le controversie del piano per ridurre le emissioni di CO2 entro il 2040?

Come già detto, la Commissione europea ha presentato una nuova proposta per ridurre ulteriormente le emissioni di CO2 entro il 2040, anticipando di dieci anni il raggiungimento della neutralità climatica. La proposta prevede di ridurre le emissioni di CO2 derivanti dai combustibili fossili del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990, il che significa lasciare solo il 10% di emissioni residue da compensare con la cattura e la rimozione del carbonio.

La proposta è basata su una valutazione di impatto che ha esaminato diversi scenari possibili per raggiungere la neutralità climatica, tenendo conto dei costi, dei benefici, dei rischi e delle opportunità per l’economia, la società e l’ambiente. La Commissione ha scelto lo scenario che prevede il maggior grado di riduzione delle emissioni, sostenendo che sia il più vantaggioso in termini di crescita, occupazione, salute e competitività.

Tuttavia, questo piano per l’abbattimento della CO2 non è esente da sfide e controversie, con alcune delle principali critiche che sono state sollevate che sono le seguenti:

  • la proposta non prevede una strategia per eliminare gradualmente petrolio e gas, che sono ancora le fonti energetiche più usate in Europa e nel mondo. Mentre il carbone è menzionato come una fonte da abbandonare entro il 2030, non ci sono indicazioni su come ridurre la dipendenza da petrolio e gas, che sono responsabili di circa il 60% delle emissioni di CO2 in Europa.
    Alcuni gruppi ambientalisti, come Global Witness, hanno denunciato questa lacuna come una mancanza di credibilità e coerenza da parte della Commissione, che continua a sostenere finanziariamente e politicamente il settore dei combustibili fossili;

Emissioni di CO2

  • la proposta fa affidamento su tecnologie per catturare e rimuovere il carbonio, che sono ancora incerte e costose. Circa l’8% della riduzione totale del 90% delle emissioni potrebbe essere ottenuta attraverso la cattura e la rimozione del carbonio, che consiste nel filtrare la CO2 dall’aria o dai processi industriali e immagazzinarla sottoterra o trasformarla in altri prodotti.
    Queste tecnologie sono considerate necessarie per compensare le emissioni residue dei settori difficili da decarbonizzare, come l’industria pesante, l’aviazione e la navigazione.

Tuttavia, queste tecnologie sono ancora in fase di sviluppo e non sono state testate su larga scala, tra l’altro presentano dei rischi ambientali e sociali, come la possibilità di fughe di CO2, la competizione per l’uso del suolo e la perpetuazione della dipendenza dai combustibili fossili.

Alcuni esperti e attivisti ritengono che queste tecnologie siano una falsa soluzione e che si debba puntare invece sulla prevenzione delle emissioni, aumentando l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili.

La proposta richiede una forte cooperazione e solidarietà tra gli Stati membri, che hanno situazioni e interessi diversi. Alcuni paesi, come la Svezia e il Danimarca, hanno già raggiunto livelli elevati di decarbonizzazione e di uso di energie rinnovabili, mentre altri, come la Polonia e la Repubblica Ceca, sono ancora fortemente dipendenti dal carbone e temono le conseguenze economiche e sociali della transizione energetica.

Per questo motivo, la Commissione ha previsto dei meccanismi di sostegno e di compensazione per i paesi e i settori più vulnerabili, come il Fondo per una transizione giusta e il Meccanismo per la regolazione del carbonio ai confini.

Quali sono le prospettive e le opportunità del piano 2040?

Nonostante le sfide e le controversie, il piano per la riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2040 rappresenta un’opportunità unica per l’UE di dimostrare il suo impegno e la sua leadership nella lotta al cambiamento climatico, non solo a livello europeo, ma anche a livello globale.

Il piano 2040 potrebbe infatti influenzare le decisioni di altri attori internazionali, come gli Stati Uniti, la Cina e l’India, che sono tra i maggiori emettitori di CO2 al mondo e che hanno annunciato i loro obiettivi di neutralità climatica entro il 2050 o il 2060, oltre a ciò potrebbe generare benefici economici, sociali e ambientali per l’UE e i suoi cittadini.

Secondo la valutazione di impatto della Commissione, lo scenario che prevede la riduzione del 90% delle emissioni di CO2 entro il 2040 porterebbe a:

  • un aumento del PIL dell’UE del 2,4% rispetto allo scenario di riferimento, grazie agli investimenti in innovazione, infrastrutture e tecnologie verdi;
  • la creazione di 3,5 milioni di posti di lavoro aggiuntivi nel settore delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica e della mobilità elettrica, compensando le perdite di occupazione nei settori dei combustibili fossili;

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  • una riduzione dei costi sanitari legati all’inquinamento dell’aria di 200 miliardi di euro all’anno, oltre a una diminuzione dei decessi prematuri, delle malattie e delle disabilità causate dalle emissioni di CO2 e di altre sostanze nocive;
  • una maggiore sicurezza energetica, grazie alla riduzione della dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili, che rappresentano il 60% del consumo energetico dell’UE e che comportano una spesa annua di circa 320 miliardi di euro;
  • una maggiore protezione della biodiversità e degli ecosistemi, grazie alla riduzione delle pressioni sul clima, sul suolo, sull’acqua e sulle risorse naturali, nonché alla promozione di pratiche agricole e forestali sostenibili e di una maggiore resilienza ai cambiamenti climatici.

Il progetto di ridurre le emissioni di CO2 entro il 2040 è un obiettivo ambizioso, ma anche di un’opportunità per trasformare il sistema energetico dell’UE e per creare una società più verde, più sana e più prospera, ma richiede anche una forte volontà politica, una cooperazione tra gli Stati membri e una partecipazione attiva dei cittadini, delle imprese e della società civile.

Solo così sarà possibile affrontare le sfide e le controversie che il piano comporta e realizzare la visione di un’Europa leader nella lotta al cambiamento climatico.

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