Studio di 30 anni su dieta vegetariana

Mangiare più alimenti di origine vegetale può abbassare il rischio di malattie cardiache nei giovani, negli adulti e donne anziane

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Uno studio di 30 anni, ha dimostrato che il consumo di una dieta a base di alimenti vegetali, durante l’adolescenza e poi la continuazione in fase adulta, è associato a un minor rischio di malattie cardiache nella mezza età.

Oggigiorno, una corretta alimentazione, esercizio fisico e nel complesso uno stile di vita sano, sono alla base del benessere psicofisico. Ma soprattutto un metodo di prevenzione contro alcune patologie dannose per il nostro organismo. Assumere cibi più nutrienti, a base vegetale e con un ridotto numero di calorie, è di grande sostegno per il cuore a qualunque età.

Nei giorni scorsi, è stato pubblicato sullo Journal of the American Heart Association un articolo con due studi di ricerca che mettono sotto i riflettori, l’importanza, sin dalla tenera età di una dieta ricca di alimenti sani.

Lo Journal of the American Heart Association, ricordiamo, è una rivista ad accesso libero dell’American Heart Association.

L’indagine svolta, analizza in che modo e in che misura sono consumati gli alimenti vegetali sani. Non è una novità che cibi come frutta e verdura siano il top dell’alimentazione, a differenza di patatine fritte o carni ricche di grassi che, nel tempo, sono dannose per l’organismo. Ma gli studi separati condotti, hanno scoperto che sia i giovani (in età compresa tra 18 e 30 anni) sia gli adulti, tra cui donne in pre-menopausa hanno avuto meno attacchi di cuore, e hanno rischiato meno di sviluppare malattie cardiovascolari con un’alimentazione ricca di cibi vegetali sani.



Studio di 30 anni Condotto dall’Università del Minnesota School of Public Health a Minneapolis

L’American Heart Association, da sempre raccomanda un modello di dieta e uno stile di vita generale sano che enfatizza una varietà di frutta e verdura, cereali integrali, latticini a basso contenuto di grassi, pollame e pesce senza pelle, noci, legumi e oli vegetali non tropicali. Consiglia anche un consumo limitato di grassi saturi, grassi trans, sodio, carne rossa, dolci e bevande zuccherate.

Lo studio di 30 anni pubblicato sulla rivista s’intitola:

A Plant-Centered Diet and Risk of Incident Cardiovascular Disease during Young to Middle Adulthood“.

Inizialmente ha valutato sia il consumo a lungo termine di una dieta incentrata sulle verdure, sia lo slittamento verso una dieta incentrata sulle verdure a partire già dalla giovane età, e poi la prima fase adulta cercando di capire se, e in che modo, sono associate e influiscono su un minor rischio di malattie cardiovascolari nella mezza età.

A spiegarlo, nella stessa rivista è Yuni Choi, Ph.D., autore principale dello studio. Yuni è un ricercatore post-dottorato nella divisione di epidemiologia e salute della comunità presso l’Università del Minnesota School of Public Health a Minneapolis.

“La ricerca precedente si è concentrata su sostanze nutritive singole o singoli alimenti, ma ci sono pochi dati su una dieta incentrata sulle verdure e il rischio a lungo termine di malattie cardiovascolari”.

Il focus di ricerca

Choi e colleghi hanno esaminato la dieta e l’insorgenza di malattie cardiache in 4.946 adulti iscritti allo studio Coronary Artery Risk Development in Young Adults (CARDIA).

I partecipanti – in un’età compresa tra i 18 e i 30 anni – al momento dell’iscrizione allo studio (1985-1986), erano privi di malattie cardiovascolari.

L’indagine comprendeva 2.509 adulti neri e 2.437 adulti bianchi (cui, nel complesso, 54,9% donne) che sono stati analizzati anche per livello di istruzione (equivalente a più di scuola superiore vs. scuola superiore o inferiore). I volontari hanno avuto otto esami di verifica dal 1987-88 al 2015-16 che includevano esami di laboratorio, misurazioni fisiche, storie mediche e valutazione dei fattori dello stile di vita.

A differenza degli studi controllati randomizzati, i partecipanti non sono stati istruiti a mangiare certe cose e non sono stati informati dei loro punteggi sulle misure della dieta, così i ricercatori hanno potuto raccogliere dati imparziali e a lungo termine sulla dieta abituale.

Dopo anamnesi dettagliate sulla storia della dieta e poi la qualità della nutrizione dei partecipanti, è stata valutata in base all’A Priori Diet Quality Score (APDQS), composto da 46 gruppi di alimenti negli anni 2000, 2007 e 2020 dello studio.

I gruppi di alimenti sono stati classificati in alimenti benefici (come frutta, verdura, fagioli, noci e cereali integrali); alimenti non salutari (come patate fritte, carne rossa ad alto contenuto di grassi, snack salati, dolci e bibite); e alimenti neutri (come patate, cereali raffinati, carni magre e crostacei) in base alla loro nota associazione con le malattie cardiovascolari.

Studio di 30 anni dall’American Heart Association

I partecipanti che hanno ricevuto punteggi più alti, hanno mangiato una varietà di cibi salutari; mentre le persone che hanno avuto punteggi più bassi, hanno mangiato più cibi “spazzatura”. Nel complesso, i valori più alti corrispondono a una dieta ricca dal punto di vista nutrizionale e incentrata sulle verdure.

A differenza dei punteggi di qualità della dieta esistenti che di solito sono basati su un piccolo numero di gruppi alimentari, l’APDQS è esplicito nel catturare la qualità complessiva della dieta utilizzando 46 singoli gruppi alimentari, descrivendo l’intera dieta che la popolazione generale consuma comunemente. Il nostro punteggio è molto completo e ha molte somiglianze con le linee guida dietetiche per gli americani – indice di alimentazione sana (da U.S. Department of Agriculture’s Food and Nutrition Service); la dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) e la dieta mediterranea”.

Così spiega David E. Jacobs Jr, Ph.D., autore senior dello studio e Mayo Professor di salute pubblica nella divisione di epidemiologia e salute della comunità presso l’Università del Minnesota School of Public Health a Minneapolis.

I risultati dell’indagine a lungo termine

Durante 32 anni di monitoraggio, 289 dei partecipanti hanno sviluppato malattie cardiovascolari (tra cui infarto, ictus, insufficienza cardiaca, dolore al petto legato al cuore o arterie ostruite in qualsiasi parte del corpo).

Le persone che hanno ottenuto il punteggio del 20% sul risultato della qualità della dieta a lungo termine (che significa che hanno mangiato la maggior parte dei cibi vegetali ricchi di nutrienti e meno prodotti animali valutati negativamente) avevano il 52% in meno di probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, dopo aver considerato diversi fattori (tra cui età, sesso, razza, consumo calorico medio, istruzione, storia dei genitori di malattie cardiache, fumo e attività fisica media).

Inoltre, tra il settimo e il ventesimo anno di studio, quando l’età dei partecipanti variava da 25 a 50 anni, coloro che hanno migliorato la qualità dell’alimentazione (mangiando più cibi vegetali benefici e meno prodotti animali valutati negativamente) avevano il 61% in meno di probabilità di sviluppare successive malattie cardiovascolari, rispetto ai partecipanti la cui qualità della dieta è diminuita maggiormente durante quel periodo.

C’erano pochi vegetariani tra i partecipanti, quindi lo studio non è stato in grado di valutare i possibili benefici di una dieta strettamente vegetariana, che esclude tutti i prodotti animali, tra cui carne, latticini e uova.

Studio di 30 anni, Yuni Choi:

Una dieta ricca dal punto di vista del benessere, è di buon occhio per la salute cardiovascolare. Ma una dieta incentrata su alimenti salutari, non è necessariamente solo vegetariana“. Ha aggiunto Choi. “Le persone possono scegliere tra cibi naturali, che sono il più vicino possibile ad un’alimentazione salutare, ma non altamente elaborati. Infatti, è possibile che gli individui possano includere prodotti animali con moderazione – di tanto in tanto – come pollame non fritto, pesce non fritto, uova e latticini a basso contenuto di grassi”.

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