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Venere: per quanto tempo è stato abitabile?

Visitare l'odierno Venere non sembra molto allettante, con la sua atmosfera di anidride carbonica e azoto e le temperature superficiali che si aggirano intorno ai 450° C. Ma il nostro vicino probabilmente non è stato sempre così inospitale

Terra e Venere sono “mondi gemelli”, simili per dimensioni, massa e composizione. Eppure, visitare l’odierno Venere non sembra molto allettante, con la sua atmosfera di anidride carbonica e azoto e le temperature superficiali che si aggirano intorno ai 450° C.

Probabilmente, però, Venere non è stato sempre così inospitale.

venera
La superficie di Venere fotografata dalla sonda sovietica Venera nei pochi minuti in cui ha funzionato

Venere, il gemello della Terra

Capire l’aspetto attuale di Venere non è facile, in parte perché la superficie del pianeta è relativamente giovane, ha solo 300-700 milioni di anni, inoltre le indicazioni della missione Pioneer Venus indicano che la sua atmosfera un tempo conteneva più acqua di quanta ne osserviamo oggi.

Venere potrebbe anche aver ospitato acqua liquida sulla sua superficie, nonché avere avuto una tettonica a placche e un clima stabile e temperato; alcuni studi indicano persino che il suo clima potrebbe essere stato più stabile di quello della Terra per cui potrebbe non avere attraversato glaciazioni, evitando i periodi “palla di neve” attraverso cui è passata la Terra.

Le teorie su cosa abbia provocato questa drastica trasformazione climatica di Venere sono molte: ad esempio, il Sole che si stava gradualmente riscaldando potrebbe aver lasciato il pianeta caldo e disseccato dopo un breve periodo di abitabilità, oppure un forte vulcanismo potrebbe avere generato un oceano di magma molto precoce e saturato l’atmosfera di anidride carbonica e vapore che avrebbero potuto trasformare il pianeta in ciò che è ora.

Quello che è certo è che Venere, 4 miliardi di anni fa, era molto diverso da come ci appare oggi.

Vulcanismo

In un nuovo studio, tuttavia, Way e Del Genio forniscono la prova che un oceano con acque poco profonde e condizioni abitabili potrebbero essere stati presenti su Venere per ben 3 miliardi di anni, fino a quando le grandi province ignee vulcaniche (LIP) sono emerse tutte insieme ponendo fine al periodo temperato del pianeta.

venere pianeta vivo
La superficie di Venere ripresa con il radar

Il team ha eseguito diverse simulazioni della storia del pianeta eseguite utilizzando il modello di circolazione generale della NASA ROCKE-3D (Resolving Orbital and Climate Keys of Earth and Extraterrestrial Environments with Dynamics) per esaminare come le variazioni della velocità di rotazione del pianeta e dei livelli delle acque superficiali potrebbero aver influenzato il suo clima iniziale.

Supponendo che l’antica atmosfera di Venere, come accadde per la Terra, fosse temperata e ricca di carbonio e che la sua velocità di rotazione fosse lenta, il team ha scoperto che il clima avrebbe potuto essere stabile per la maggior parte della storia di oltre 4 miliardi di anni del pianeta, una rivoluzione ai danni della teoria per la quale è stato il Sole a riscaldare gradualmente il pianeta fino ai livelli attuali.

Gli autori ritengono che le eruzioni simultanee dei LIP nel corso delle ultime centinaia di milioni di anni, con la conseguente immissione di grandi quantità di CO2 in atmosfera, potrebbero aver portato ad una fuga atmosferica causata dall’effetto serra. L’inaridimento della superficie del pianeta avrebbe potuto indurre un nuovo regime di dinamica della superficie interna, con basalti appena esposti – evidenti su Venere oggi – che agiscono come un efficiente pozzo di ossigeno.

Nel passato della Terra, i LIP sono emersi in sequenza in un processo stocastico casuale, piuttosto che simultaneamente, che gli autori considerano un caso “fortunato per la vita come la conosciamo oggi“.

Saranno necessari studi approfonditi

Purtroppo, non si sa abbastanza sull’interno di Venere per ipotizzare se lo stato attuale di Venere sia l’inevitabile prodotto di processi interni su pianeti simili a Venere o addirittura alla stessa Terra. I ricercatori hanno bisogno di più osservazioni dalla superficie per conoscere meglio la sua storia antica.

In definitiva, una migliore comprensione della storia del pianeta gemello del nostro fornirà approfondimenti sia sui processi terrestri che su quelli degli esopianeti, permettendoci anche di capire se la finestra di abitabilità (il periodo durante il quale un pianeta è abitabile per la vita come la conosciamo) è più ampia di quanto si pensi attualmente.

Fonte: Journal of Geophysical Research

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