martedì, Dicembre 3, 2024
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Le prove dell’allunaggio

A dispetto della propaganda russa, improvvisamente interessata, dopo 50 anni, a sostenere che l'allunaggio sia stato una montatura, e delle competenti parole di campioni dello sport, notoriamente preparati in ingegneria, fisica e astrofisica, siamo stati sulla Luna e abbiamo a disposizione le prove dell'allunaggio, basta avere voglia di esaminarle

Qualche tempo fa, all’inizio della guerra in Ucraina, i lunacomplottisti si fecero forti degli interventi pubblici dell’ex direttore della ROSCOSMOS, l’agenzia spaziale russa, Dmitry Rogozin, che aveva affermato la necessità per i russi di andare sulla Luna per verificare le affermazioni degli americani di essere andati sulla Luna, visto che, secondo lui, tutte le prove dell’allunaggio arebbero sparite, dichiarazione subito appoggiata dai servizi segreti interni russi che per bocca di un portavoce hanno affermato la necessità di dover verificare che “i comunicati della NASA sull’allunaggio non fossero solo propaganda” (sic).

Come se il vecchio KGB sovietico, all’epoca, avesse operato tramite dilettanti e per sentito dire e non fosse stato invece un triste esempio del lavoro che compiva al servizio della Russia, allora Unione Sovietica.

Dichiarazioni pesanti, quelle di Rogozin, arrivate con 50 anni di ritardo e dando, sostanzialmente, degli incompetenti agli agenti del KGB operativi all’apoca della corsa alla Luna, incapaci di smascherare la (supposta) menzogna degli americani, inopinatamente riconosciuta anche dai vertici politici sovietici di que tempo.

Non basta, ad andare incontro alle istanze dei lunacomplottisti sono intervenuti alcuni personaggi sportivi, notoriamente ferrati in astronomia, ingegneria e storia (sic), tra cui, Stephen Curry, un noto campione di basket, che durante un’intervista ha dichiarato di avere forti dubbi sull’effettiva effettuazione dello sbarco sulla Luna.

Insomma, i cospirazionisti lunari negli ultimi anni hanno avuto di che gongolare.

Abbiamo già parlato in passato di questa faccenda, presentando le varie prove dell’allunaggio ma, visto che periodicamente riemerge questa faccenda è bene provare a mettere dei punti fermi sulla questione, fermo restando che i cospirazionisti convinti non cambieranno idea nemmeno se portati sulla Luna e messi davanti ai siti degli allunaggi.

Questo articolo intende dare dei riferimenti precisi ed inoppugnabili a quelle persone che in buona fede sono confuse da tutte queste dicerie prive di fondamento circa la mancanza di prove dell’allunaggio.

In tutta la storia umana, sono 24 gli uomini coraggiosi che hanno visto la Luna da vicino, dopo avere percorso centinaia di migliaia di chilometri su una capsula sofisticata per l’epoca ma che oggi possiamo considerare come l’aver utilizzato una zattera per attraversare l’oceano.

Dodici di quegli uomini, in sei missioni indipendenti, hanno effettivamente messo piede sulla superficie lunare. Hanno lasciato bandiere, fatto fotografie, posizionato sismometri e specchi che gli scienziati utilizzano ancora oggi e si sono lasciati alle spalle i rover ed i lander utilizzati. Hanno anche riportato sulla Terra oltre 400 chili tra pietre, campioni del suolo e polvere lunare, la cosiddetta regolite.

Insomma, le prove dell’allunaggio sono molteplici e verificabili, non fosse altro per il grande traffico di lander e orbiter di ogni nazionalità (americani, russi, cinesi, giapponesi, indiani ecc) che si sono succeduti sul nostro satellite naturale nel corso dei decenni che avrebbero ormai smentito qualsiasi precedente menzogna.

Si trattò di momenti della storia, comuni a tutti gli essere umani che tutti coloro che vivevano all’epoca, tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, poterono vivere praticamente in tempo reale attraverso le dirette televisive della NASA. Momenti che, a oltre 50 anni di distanza, molti degli esseri umani oggi in vita non hanno potuto vivere.

Alla fine, non sorprende che vi siano alcuni scettici sullo sbarco lunare ed è anche colpa della stessa NASA e degli Stati Uniti che, per varie ragioni già trattate negli altri articoli sull’argomento pubblicati su questo sito, dopo la missione Apollo 17 chiusero il programma e non tornarono mai più sul nostro satellite.

Eppure, per smentire gli scettici, non c’è bisogno di andare sulla Luna per avere delle prove dell’allunaggio. Qui sulla Terra ci sono quattro diversi elementi inoppugnabili di prova che dimostrano che gli sbarchi sulla Luna abbiano effettivamente avuto luogo, anche se in un mondo in cui esiste una donna che ha annunciato di essersi fidanzata con il suo lampadario e di volerlo sposare, oltre ad esserselo tatuato, per non parlare di quella che ha fatto, qualche tempo fa, la stessa dichiarazione relativamente ad un alieno invisibile, qualsiasi cosa è possibile.

Forse lo stile di vita del mondo occidentale sta ormai lasciando troppo spazio (o forse le genera) alle follie individuali che, spesso sono solo forme di esibizionismo ma, a volte, vere e proprie patologie.

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(Questa immagine iconica, scattata da Neil Armstrong, mostra Buzz Aldrin che pianta la bandiera americana sulla Luna. Notare la presenza di impronte in primo piano. Queste (e altre) impronte astronauta, che ci crediate o no, sono ancora visibili oggi. NASA / APOLLO 11)

Forbes ha pubblicato un interessante articolo che elenca una serie inoppugnabile di prove dell’allunaggio.

Le prove dell’allunaggio

1.) Impronte lunari. Qui sulla Terra, le impronte in genere non durano molto a lungo. Fenomeni naturali quali l’erosione provocata dal vento e dalla pioggia finiscono sempre per cancellare ogni segno che possiamo lasciare sul terreno.

Questo accade per una serie di motivi, tra cui:

  • il fatto che la Terra abbia un’atmosfera,
  • gli eventi climatici,
  • la presenza acqua liquida sulla Terra che scende con la pioggia o scorre nei fiumi, nei torrenti e nel mare,
  • e che abbiamo specie viventi sul nostro mondo.
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(Sulla Terra, impronte o altri segni sulla superficie sono solo temporanei e vengono facilmente cancellati dai venti, dalle piogge e da altre attività superficiali che avvengono in un mondo con un’atmosfera, gli oceani e la vita. Sulla Luna, tuttavia, tali condizioni sono assenti e qualsiasi alterazione della superficie, anche quelle fatte dagli umani circa 50 anni fa, dovrebbero persistere. GREG PROHL (L); BYRON JORJORIAN (R))

Senza venti, piogge, nevi, ghiacciai, frane o qualsiasi altro mezzo per spostare e riorganizzare le particelle sulla superficie della Luna, qualsiasi impronta che abbiamo lasciato dovrebbe rimanere per un intervallo di tempo interminabile. L’unico riarrangiamento di sabbia lunare e grani di cui siamo a conoscenza si verifica quando ci sono impatti sulla Luna che sollevano polvere, che poi può depositarsi sulla superficie lunare.

La luce solare che colpisce queste particelle è inefficiente; l’atmosfera lunare ha uno spessore di circa un atomo; neanche gli atterraggi dei lander ed i decolli dei moduli di servizio sono stati abbastanza potenti da alterare sostanzialmente la distribuzione del materiale sulla Luna. Se mai siamo atterrati e abbiamo viaggiato sulla Luna, la prova è ancora lì.

Il Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA, che ha orbitato e mappato la Luna alla massima risoluzione di sempre, restituendo centinaia di Terabyte di dati, ha qualcosa da dire a riguardo.

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Quello dell’Apollo 12 è stato il primo atterraggio di precisione degli umani sulla Luna, e quella missione esplorò una quantità molto maggiore di superficie lunare rispetto al primo atterraggio. I segni grigio scuro sulla superficie sono le impronte lasciate dagli astronauti, ancora ben visibili nonostante gli anni trascorsi, poiché i processi che sulla Terra le avrebbero cancellate in pochi giorni, sulla Luna sono assenti. NASA / LRO / GSFC / ASU

La telecamera ad angolo stretto dell’orbiter ha fotografato tre dei siti di atterraggio: Apollo 12, 14 e 17, con precisione e accuratezza senza precedenti. Avvicinandosi alla superficie lunare e fotografandola con strumenti moderni da bassa quota, con un grado di risoluzione fino a 35 centimetri per pixel.

L’immagine dell’Apollo 12 mostra non solo il sito di atterraggio fisico (contrassegnato come “Antares Descent Stage” nell’immagine), ma anche la sonda Surveyor 3, scesa sulla Luna nel 1967 e visitata dagli astronauti dell’Apollo 12 due anni e mezzo dopo! C’è la luminosa “L” bianca vicino all’etichetta dell’equipaggiamento ALSEP; la “L” è dovuta ai cavi di alimentazione altamente riflettenti che vanno dalla stazione centrale a due dei suoi strumenti.

E infine, i sentieri oscuri che sembrano canali inariditi? Quelle sono impronte astronauta.

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Il sito di atterraggio dell’Apollo 14 è ancora intatto, e le immagini del LRO mostrano questo evento di quasi 50 anni fa. La superficie lunare cambia molto lentamente nel tempo e le modifiche che abbiamo apportato nel 1971 sono ancora percepibili, praticamente invariate, oggi. NASA / LRO / GSFC / ASU

Le prove dell’allunaggio in questo caso sono davvero non smentibili.

La vista dell’Apollo 14 è meno spettacolare, ma forse anche più famosa. Si possono ancora vedere il modulo di discesa e l’equipaggiamento ALSEP. E le impronte lasciate da Edgar Mitchell e il famoso Alan Shepard, di cui potete sentire le parole mentre guardate le immagini dell’Apollo 14 nel video sottostante.

Anche se non abbiamo mai trovato le palline da golf che Alan afferma di avere tirato a “miglia e miglia” di distanza colpendole con un ferro da 6, possiamo assolutamente vedere le prove dell’allunaggio nei segni lasciati dagli astronauti lasciate sulla Luna, ancora visibili a circa 50 anni di distanza.

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Una fotografia da Lunar Reconnaissance Orbiter del sito di atterraggio dell’Apollo 17. Le tracce del Lunar Roving Vehicle (LRV) possono essere chiaramente viste, così come il veicolo stesso. NASA / LRO / GSFC / ASU

L’Apollo 17, la missione che portò Eugene (Gene) Cernan e Harrison (Jack) Schmitt ad essere gli ultimi uomini a camminare sulla Luna, lasciò anche il rover “LRV” sulla superficie lunare, oltre al modulo di discesa e all’attrezzatura ALSEP e le tracce delle passeggiate degli astronauti.

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Il Lunar Roving Vehicle è stato incluso nelle ultime tre missioni Apollo e ha permesso agli astronauti di percorrere distanze maggiori ed esplorare più aree della Luna di quanto non fossero in grado gli astronauti delle missioni precedenti. Le tracce di questi veicoli sono ancora presenti oggi e possono essere visualizzate nei dati del Lunar Reconnaissance Orbiter. NASA / JACK SCHMITT

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Questa è un’immagine presa da Bill Anders dell’Apollo 8: la prima missione con equipaggio a circumnavigare la Luna. Questa foto è stata scattata mentre la capsula orbitava, mentre la Luna e la Terra sembravano sorgere oltre l’orizzonte. In primo piano l’oblò della navicella. NASA / APOLLO 8

2.) Ci sono oltre 8.000 foto che documentano le missioni lunari. La NASA ha rilasciato tutte le foto delle dodici missioni Apollo su un photostream Flickr pubblicamente disponibile, suddiviso in una serie di incredibili album per missione.

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L’Apollo 10, noto come “prova generale” per lo sbarco sulla Luna, era in realtà dotato di tutti gli apparati che avrebbero permesso di atterrare sulla superficie lunare. Si avvicinarono alla Luna più di ogni precedente missione con equipaggio e aprirono la strada per l’effettivo sbarco sulla Luna che avvenne con Apollo 11 nel luglio del 1969. NASA / APOLLO 10

Alcune delle foto, delle storie e delle citazioni più belle, sono ormai famose, tra cui quella, famosissima, di Bill Anders dell’Apollo 8, intitolata “Earthrise“. Anders descrisse il viaggio verso la Luna come segue:

“Potevi vedere le fiamme dei propulsori illuminare la carena della nave spaziale; e palle di fuoco delle dimensioni di una palla da baseball volare via alle nostre spalle. Era una sensazione strana, come essere un moscerino dentro una fiamma ossidrica”.

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Alcune delle attrezzature scientifiche schierate sulla Luna durante la missione Apollo 12, dove l’installazione e il funzionamento di questa attrezzatura erano ben documentati sia a distanza che in situ dagli astronauti che l’hanno installata. NASA / APOLLO 12

3.) Equipaggiamento scientifico che abbiamo installato sulla Luna. Gli astronauti hanno portato ed installato una grande quantità di materiale scientifico sulla superficie lunare durante le missioni Apollo, anche questi costituiscono prove dell’allunaggio sufficienti a tacitare qualunque scettico:

  • Sismometri lunari furono installati da Apollo 11, 12, 14, 15 e 16, con i più avanzati che trasmisero dati sulla Terra fino al 1977.
  • Apollo 11 ha installato un array di retroriflettori laser lunari, che è ancora operativo oggi, permettendoci di riflettere i laser e di misurare la distanza Terra-Luna con una precisione al centimetro. (A questo scopo vengono usate anche i moduli di atterraggio dell’Apollo 14, 15 e il rover sovietico Lunokhud 2.)
  • L’esperimento SWC, per misurare la composizione del vento solare dalla superficie della Luna.
  • L’esperimento SWS per misurare gli spettri del vento solare dalla Luna.
  • L’esperimento LSM per misurare il campo magnetico lunare.
  • L’LDD per misurare come la polvere lunare si deposita e inquina i pannelli solari.

E molti altri. I dati di questi esperimenti sono tuttora disponibili e i retroriflettori sono ancora oggi utilizzati dagli astronomi di tutto il mondo per misurare la distanza Terra-Luna; Qualcuno ce li avrà portati…

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Questa immagine, dal 31 gennaio 1971, mostra l’alba ripresa da Alan Shepard nei pressi del Modulo Lunare all’inizio dell’EVA-1 (moonwalk). Si vedono alcuni dettagli sulla cresta del cratere del cono. La bandiera, l’antenna trasmittente in banda S, la scala e l’LRRR (Laser Ranging Retroreflector) si trovano tutti nel footpad ovest. Il MET (Modular Equipment Transporter) non era stato ancora assemblato ed era ancora ripiegato sul MESA (Modular Equipment Stowage Assembly). SSPL / GETTY

4.) Gli astronauti riportarono circa 400 chili di campioni lunari studiati dagli scienziati di tutto il mondo che ci hanno dato moltissime informazioni sulla geologia lunare. Gli ultimi due astronauti che hanno camminato sulla Luna, Gene Cernan e Harrison Schmitt, hanno avuto una vera sorpresa quando l’hanno fatto. Schmitt, l’unico scienziato di professione a recarsi sulla Luna, è stato spesso descritto come il più professionale di tutti gli astronauti. Questo è il motivo per cui deve essere stato uno shock sentirlo esclamare quanto segue:

“Oh Ehi! Aspetta un attimo … C’È IL SUOLO ARANCIONE! È tutto finito! L’ho mosso con i miei piedi!”.

Il suolo lunare opaco e grigio che siamo abituati a vedere, in un punto particolare era solo un rivestimento molto sottile, che ricopriva un paesaggio arancione.

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Il terreno arancione, in basso a destra dell’immagine, si distingue molto rispetto alle colorazioni visibili sul resto della Luna. L’Apollo 17, forse perché portò sulla Luna un geologo, fu in grado di individuare questa stranezza geologica che ci ha insegnato tanto sull’origine e la composizione della Luna. NASA / APOLLO 17

Cernan e Schmitt scattarono fotografie, raccolto dati e portato campioni sulla Terra per ulteriori analisi. Cosa potrebbe causare un terreno arancione sulla Luna, forse il più privo di caratteristiche di tutti i mondi senz’aria del nostro Sistema Solare?

Ciò che l’analisi sulla Terra rivelò fu fantastico: questo era vetro vulcanico. Circa 3 o 4 miliardi di anni fa, la superficie priva di aria della Luna eruttò lava vulcanica che, esposta al vuoto, si separò in piccoli frammenti e si congelò formando minuscole perle di vetro vulcanico nei colori arancione e nero.

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Le inclusioni di olivina trovate nei campioni lunari hanno una concentrazione di acqua di 1.200 ppm. Ciò è notevole, perché è la stessa esatta concentrazione dell’acqua presente nelle inclusioni di olivina terrestre, cosa che indicherebbe un’origine comune per la Terra e la Luna. EH HAURI ET AL., SCIENCE. 8 LUGLIO 2011; 333 (6039): 213-5

Nel 2011, la rianalisi di questi campioni ha dimostrato che l’acqua è stata inclusa nell’eruzione vulcanica: con concentrazioni di acqua nelle perle di vetro che si sono formate 50 volte maggiore di quanto si prevedeva. Le inclusioni di olivina hanno mostrato acqua presente in concentrazioni fino a 1.200 parti per milione.

Soprattutto, i campioni lunari che abbiamo trovato indicano che la Terra e la Luna hanno un’origine comune, coerente con un impatto enorme verificatosi solo poche decine di milioni di anni dopo la nascita del nostro Sistema Solare. Senza i campioni diretti, riportati dalle missioni Apollo, non saremmo mai stati in grado di trarre conclusioni così sorprendenti e spettacolari.

Le prove dell’allunaggio, insomma, sono indiscutibili, altrimenti gli scienziati di tutto il mondo avrebbero già fatto sapere ai media la loro falsità.

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Una foto della NASA scattata il 5 maggio 1972 mostra una vista ravvicinata o “foto segnaletica” del campione lunare dell’Apollo 16 n. 68815, un frammento staccato da un masso più grande. Un campione di terreno di raccordo è stato raccolto vicino al masso, permettendo di studiare il tipo e il tasso di erosione che agisce sulle rocce lunari. AFP / GETTY IMAGES

Ci sono molte prove dell’allunaggio che confermano il passaggio degli esseri umani sulla Luna. Siamo atterrati lì e possiamo vederne le prove, direttamente, quando guardiamo con la risoluzione appropriata. Abbiamo una quantità straordinaria di prove, che vanno dalle testimonianze dei protagonisti alle registrazioni dei tracciamenti delle missioni, alle fotografie che documentano i viaggi, il tutto a sostegno del fatto che siamo atterrati e camminato sulla superficie lunare.

Abbiamo una serie di strumenti scientifici che sono stati installati, i dati rilevati, alcuni dei quali possono ancora essere visti e utilizzati oggi. E infine, abbiamo riportato campioni lunari e imparato a conoscere la storia, la composizione e la probabile origine della Luna da questi.

Ci sono molti modi per dimostrarlo, ma la conclusione è inevitabile: siamo davvero atterrati sulla Luna e le prove dell’allunaggio sono inoppugnabili, convalidabili seguendo adeguati test scientifici, attraverso l’imaging o i raggi laser, ogni volta che vogliamo.

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