A causa della guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina, molti paesi in tutto il mondo stanno anticipando i piani per conquistare l’indipendenza energetica dai combustibili fossili. Molti di questi paesi si stanno rivolgendo alle energie rinnovabili.
Tra tutte, la Cina ha aumentato i finanziamenti del suo progetto, già precedentemente annunciato, volto a realizzare una stazione spaziale in grado di gestire una centrale solare spaziale la cui energia prodotta verrebbe trasmessa alla Terra. Pechino ha annunciato che anticiperà i piani di due anni, con il suo primo lancio previsto per il 2028.
Con questo primo lancio, un satellite di prova orbiterà attorno alla Terra a una distanza di circa 400 km e testerà la tecnologia utilizzata per trasmettere l’energia dalla centrale elettrica solare nello spazio agli apparati riceventi sulla Terra.
Secondo il South China Morning Post, questo satellite “convertirà l’energia solare in microonde o laser e quindi dirigerà i raggi di energia verso vari obiettivi, comprese posizioni fisse sulla Terra e satelliti mobili“.
Nel frattempo, il Regno Unito ha annunciato la Space Energy Initiative (SEI), che potrebbe vedere la Gran Bretagna installare la prima centrale elettrica nello spazio entro il 2035. L’idea è quella di mettere in orbita satelliti dotati di pannelli solari leggeri e di un sistema di specchi per concentrare la luce solare sui pannelli, generando circa 3,4 GW di elettricità sul satellite. Entro la metà degli anni ’40, la potenza generata dalla stazione spaziale potrebbe raggiungere i 30 GW, rappresentando fino al 30 percento della domanda di elettricità del Regno Unito.
Secondo una ricerca finanziata dal Regno Unito, i satelliti in orbita geosincrona dovrebbero ricevere oltre il 99% in più di luce solare, con un’intensità molto maggiore rispetto ai pannelli fotovoltaici posizionati sulla Terra. I ricercatori ritengono che tali satelliti potrebbero in teoria “raccogliere questa abbondante energia solare in orbita e trasmetterla in modo sicuro a un punto fisso“.
Il documento afferma che questi raggi potrebbero anche essere dirottati verso altre nazioni “sia come esportazione e vendita di energia, sia come parte di aiuti umanitari per sostenere aree colpite da disastri“.
Questi pannelli solari orbitanti avrebbero l’ulteriore vantaggio di poter raccogliere energia durante il tutto giorno, indipendentemente dall’ora e dalle condizioni meteorologiche.
Tuttavia, secondo l’ultimo articolo sottoposto a revisione paritaria pubblicato sulla rivista Chinese Space Science and Technology, la tecnologia presenta sfide significative che non sono state ancora affrontate.
Tali progetti, che prevedono l’invio di microonde ad alta potenza su lunghe distanze, richiederebbero un’antenna massiccia che secondo loro potrebbe dover essere lunga migliaia di chilometri. Il documento aggiunge che i venti solari, la gravità e il movimento dei satelliti potrebbero interferire con la trasmissione di energia dallo spazio.
La Cina ha dettagliato una road map in quattro fasi per costruire una grande centrale solare orbitante.
Dopo il primo lancio di prova in questo decennio, la Cina punta a lanciare una stazione spaziale più potente in un’orbita geosincrona di 36.000 km all’inizio del prossimo decennio.