venerdì, Gennaio 17, 2025
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Quando comparvero i primi esseri umani?

Molti cambiamenti evolutivi si sono verificati nei successivi 500 milioni di anni, con eventi di estinzione e pressioni selettive che hanno aperto la strada alla nascita e allo sviluppo di nuove forme di vita

Indice
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Un ornitorinco dal becco d’anatra (Ornithorhynchus anatinus) nuota nel recinto dello zoo di Melbourne in Australia. Nonostante deponga le uova, abbia un becco e abbia una miriade di caratteristiche che in genere non associamo ai mammiferi, l’ornitorinco dal becco d’anatra è più strettamente correlato a noi di quanto non lo sia a qualsiasi uccello o rettile esistente. ( Credito : Small/flickr)
  1. I primati dal naso secco, conosciuti formalmente come aplorrine, che si sono sviluppati nelle scimmie moderne.
  2. I primati dal naso umido, noti come strepsirrine, che si sono sviluppati nei moderni lemuri.
Con i suoi occhi enormi ma il naso asciutto, il tarsio detiene il primato di primo aplorrino a discostarsi dal lignaggio dei mammiferi che diede origine alle scimmie e infine agli umani moderni. Nota che hanno nasi asciutti, piuttosto che bagnati. ( Credito : Via Tsuji/flickr)
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Un’illustrazione ricostruita del protocetide Georgiacetus vogtlensis, una creatura primitiva simile a una balena risalente al periodo Eocene. ( Credito : Nobu Tamura/ CC-by-SA-3.0)
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I primi resti fossili di Darwinius Masilae, noto come “Ida”, erano originariamente ritenuti da molti un anello mancante nella discendenza umana, ma questo esemplare è quasi certamente uno strepsirrhene, non un aplorrino come lo sono le scimmie e gli esseri umani. Sebbene risalga a 47 milioni di anni fa, è probabilmente più strettamente correlato a un lemure che a un essere umano. ( Credito : Nachosan/Wikimedia Commons)
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Il tamarino leone dalla testa dorata è un esempio di scimmia del Nuovo Mondo. Questa specie animale in via di estinzione fa parte di un lignaggio che si è separato dalle scimmie del Vecchio Mondo di cui gli umani fanno parte risalente a circa 40 milioni di anni fa. ( Credito : _paVan_/Wikimedia Commons)
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Gli oranghi sono alcune delle prime grandi scimmie a separarsi dai nostri antenati ominidi, cosa che fecero circa 16 milioni di anni fa. Sebbene siano vere grandi scimmie come noi, senza coda, sono meno legate a noi di gorilla, bonobo, scimpanzé o qualsiasi altro membro emergente della famiglia degli ominidi. ( Credito : ReubenST/Wikimedia Commons)
I bonobo, insieme agli scimpanzé, sono le due specie più strettamente imparentate con gli esseri umani che rimangono sulla Terra oggi. I bonobo sono incredibilmente socievoli, ma non sono ancora veramente bipedi, poiché manovrano frequentemente su quattro arti. Una scissione evolutiva avvenuta circa 5,6 milioni di anni fa segna la divergenza di queste creature dagli esseri umani moderni. ( Credito : Eric Kilby/flickr)
Una riproduzione di Australopithecus africanus, basata sul cranio STS5 (“Mrs. Ples”) trovato a Sterkfontein, in Sud Africa, risalente a 2,7 milioni di anni fa. L’Australopithecus è stato l’ominide dominante in tutta l’Africa per quasi 2 milioni di anni, fino all’ascesa dell’Homo habilis. ( Credito : Nachosan/Wikimedia Commons)
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L’albero genealogico evolutivo degli esseri umani moderni, alcuni dei nostri cugini più lontani e molte delle specie intermedie che esistevano un tempo, ma che si sono estinte e/o si sono evolute in altre forme di vita. ( Credito : Dave Huth/flickr)
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I resti fossili più antichi dell’Homo sapiens risalgono ora a 300.000–315.000 anni fa e sono stati trovati in Marocco. Questa scoperta, che risale solo al 2017, respinge l’origine della nostra specie prima dello sviluppo dei Neanderthal e suggerisce che non ci siamo evoluti solo nell’Africa orientale, come si credeva in precedenza. ( Credito : Museo di Storia Naturale di Londra/Natura)
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Dal punto di vista evolutivo, gli esseri umani – o homo sapiens – sono in circolazione da un battito di ciglia cosmico: meno di mezzo milione di anni. Sulla base di come funziona l’evoluzione, è improbabile che esiteranno umani anche solo tra pochi milioni di anni. ( Credito : asdfgf/Wikimedia Commons)
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