Le nostre mamme forse ci hanno salvato dal cancro obbligandoci a mangiare la verdura. Ora sappiamo come e perché questo avviene

Quante volte, da bambini, ci siamo ritrovati a litigare con i nostri genitori che cercavano di obbligarci a mangiare la verdura, sostenendo che ci faceva bene e che ci avrebbe aiutato a crescere sani?

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Quante volte, da bambini, ci siamo ritrovati a litigare con i nostri genitori che cercavano di obbligarci a mangiare la verdura, sostenendo che ci faceva bene e che ci avrebbe aiutato a crescere sani?

Idea tradizionale delle mamme o no, che le verdure, specialmente quelle a foglia verde scuro, facciano bene al nostro organismo è un fatto ma, fino ad ora, non si conoscevano i meccanismi molecolari alla base di questo effetto benefico. Recentemente, però, un gruppo di ricercatori del Francis Crick Institute di Londra ha dimostrato che l’indolo-3-carbinolo (I3C), una sostanza chimica prodotta in grandi concentrazioni nelle piante del genere senape Brassica (come cavoli, broccoli, broccoletti, e altri), aiuta a prevenire l’infiammazione intestinale che porta al cancro del colon.

Bella scoperta, dirà qualcuno, sono decenni che le nostre mamme sostengono che i cavoli prevengono il cancro del colon ma il fatto è che fino a qusta ricerca non si sapeva come e perchè.

La ricerca, effettuata su topi, ha rivelato che bloccando l’attività di un tipo di proteina cellulare chiamata recettore arilidrocarburico (AhR), gli animali sviluppano infezioni mortali e tumori intestinali. Sia nei topi topi che negli esseri umani, gli AhR agiscono come sensori ambientali e si trovano sulle cellule che vengono esposte agli elementi del mondo esterno: la pelle, i polmoni e l’intestino. Nello strato del rivestimento intestinale che separa le cellule del corpo dai trilioni di batteri che colonizzano la superficie interna, il recettore media le vie di segnalazione coinvolte nella riparazione del tessuto danneggiato, previene l’infezione da batteri patogeni e sopprime una risposta immunitaria contro le molte specie di batteri benefici che costituiscono il nostro microbioma.

In una serie di esperimenti su topi vivi geneticamente modificati e colture di cellule di topo, il team del Francis Crick non solo ha scoperto come AhR sovrintende queste essenziali funzioni intestinali, attraverso la regolazione delle cellule staminali che si differenziano nelle cellule di rivestimento intestinale, ma ha determinato che l’I3C, che è una delle molte molecole che possono legarsi all’AhR, può attivare le attività dell’AhR quando il recettore stesso è assente o alterato. I risultati sono pubblicati sulla rivista Immunity.

Abbiamo studiato topi geneticamente modificati in modo che non potessero produrre o attivare l’AhR nelle loro viscere e abbiamo scoperto che hanno sviluppato un’infiammazione intestinale che è progredita fino a cancro del colon“, ha affermato l’autrice principale dello studio, la dott.ssa Amina Metidji. “Tuttavia, quando abbiamo somministrato loro una dieta arricchita con I3C, non hanno sviluppato infiammazione o cancro. È interessante notare che quando i topi il cui cancro era già in fase di sviluppo, sono passati alla dieta arricchita con I3C, il numero dei tumori conclamati è diminuito significativamente e, in molti casi, questi tumori si sono rivelati benigni.



Il dott. Metidji e i suoi colleghi hanno anche notato che i topi di laboratorio normali non modificati che sono stati nutriti con un basic mouse chow hanno sviluppato tumori del colon in sole 10 settimane, mentre quelli che hanno ricevuto cibi ricchi di I3C o semplicemente uno con più verdure no.

Ciò suggerisce che l’I3C e altre sostanze chimiche presenti in queste verdure sono essenziali per la salute del colon, almeno nei topi.

Il prossimo passo sarà studiare se questi meccanismi funzionano allo stesso modo negli umani.

Intanto che aspettiamo i risultati della nuova ricerca sugli esseri umani, diamo retta alle nostre madri e mangiamo più verdura, male non potrà farci.

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