Chime: il satellite che monitorerà il pianeta

L’Agenzia Spaziale Europea (Esa), dopo un ritardo causato dalle restrizioni per il Covid-19, ha annunciato l’avvio della campagna per lo sviluppo del Copernicus Hyperspectral Imaging Mission for the Environment (Chime), un nuovo satellite del programma europeo Copernicus, studiato per monitorare i cambiamenti del suolo e favorire le pratiche agricole sostenibili

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L’Agenzia Spaziale Europea (Esa), dopo un ritardo causato dalle restrizioni per il Covid-19, ha annunciato l’avvio della campagna per lo sviluppo del Copernicus Hyperspectral Imaging Mission for the Environment (Chime), un nuovo satellite del programma europeo Copernicus, studiato per monitorare i cambiamenti del suolo e favorire le pratiche agricole sostenibili.

Con uno spettrometro di ultima generazione ideato per il Copernicus Sentinel Expansion, la nuova sonda si unirà a Sentinel-2 del parco dei satelliti sentinelle per l’osservazione della Terra. Il sistema Sentinel già supporta una serie di servizi voluti dall’Ue e dall’Esa per lo sviluppo della sicurezza e sostenibilità ambientale e alimentare e per monitorare lo stato di salute del Pianeta affrontando minacce come l’urbanizzazione, i disastri naturali, il cambiamento climatico.

Chime monitorerà lo stato di salute del pianeta

In particolare Chime realizzerà immagini iperspettrali sistematiche per mappare le proprietà del suolo; sarà inoltre utilizzato per supportare la gestione delle foreste e le valutazioni sulla biodiversità, la sostenibilità degli ecosistemi e il degrado ambientale, e per monitorare gli ecosistemi lacustri e costieri, compresa la qualità dell’acqua.

Diverse agenzie spaziali hanno unito le forze per lo sviluppo del sensore di telerilevamento e la successiva valutazione dei dati raccolti. La Nasa, preparandosi per la Surface Biology and Geology, una nuova missione che ha caratteristiche di osservazione spettrometriche simili a Chime, ha fornito l’Airborne Visible Infrared Imaging Spectrometer (Aviris).

Aviris nell’ambito della campagna coordinata dall’Università di Zurigo, ha già eseguito misurazioni su oltre 20 siti che presentano ecosistemi differenti. I dati definitivi comprenderanno una serie di osservazioni simultanee a terra, in volo e nello spazio. In tal modo, scienziati e ingegneri svilupperanno Chime in modo che possa fornire dati diagnostici e quantitativi di alta qualità non appena sarà in orbita.



“Questi dati ci aiuteranno a stabilire e valutare i dati che Chime dovrà produrre – ha dichiarato Michael Rast, scienziato dell’Esa per questa missione – compresi quelli che riguardano gli elementi specifici della vegetazione e del suolo, come la clorofilla, l’azoto e il carbonio. Questo sarà di supporto al miglioramento delle pratiche agricole”.

Tra le collaborazioni internazionali alla campagna per l’osservazione dei siti sottoposti al telerilevamento, l’Agenzia Spaziale Italiana contribuisce con Prisma, mentre il Centro Aerospaziale Tedesco (DLR) con Desis, lo spettrometro che osserva la Terra dalla Stazione Spaziale Internazionale.

“Poiché la sicurezza alimentare è una questione globale, è fondamentale che le agenzie spaziali collaborino in modo da poter attingere alle proprie competenze e risorse al fine di ottenere risultati migliori. In questo caso, abbiamo Esa, Nasa, Asi e Dlr che lavorano insieme a scienziati di alto livello in Europa, Stati Uniti, Israele e Australia, il che è assolutamente meraviglioso” ha aggiunto Rast.

 

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