L’intelligenza artificiale ci aiuterà a trovare ET?

L'intelligenza artificiale ha invaso molti settori e oggi ci aiuta a dare la caccia ad Et: almeno questo è quanto spera il programma Breakthrough Listen, sviluppato dal progetto Seti per la ricerca di segnali lanciati nello spazio da intelligenze extraterrestri

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L’intelligenza artificiale ha invaso molti settori e oggi ci aiuta a dare la caccia ad Et: almeno questo è quanto spera il programma Breakthrough Listen, sviluppato dal progetto Seti per la ricerca di segnali lanciati nello spazio da intelligenze extraterrestri. L’idea alla base del nuovo programma è quella di studiare in modo più efficiente i segnali radio prodotti dalle grandi esplosioni cosmiche in cerca di possibili anomalie che potrebbero avere una matrice aliena.

Il progetto è coordinato da Andrew Siemion, direttore del Seti.

Per testare il programma il programma che ha il compito di scovare gli alieni, sono stati analizzati i segnali provenienti da una sorgente nota con il nome di FRB 121102, posta in una galassia lontana dalla Terra circa 3 miliardi di anni luce. I segnali provenienti da quella fonte e che vengono ascoltati oggi dai nostri sensibili strumenti d’ascolto hanno viaggiato nello spazio attraverso una distanza di tre miliardi di anni prima di essere intercettati dalle orecchie elettroniche dei radiotelescopi.

Questi segnali, chiamati anche “lampi radio veloci” (fast radio burst, Frb) sono impulsi radio che durano millesimi di secondo, generati in galassie molto lontane e la cui sorgente non è stata e dall’origine sconosciuta. Insomma, non sappiamo cosa sono, da cosa e come sono stati generati e cosa significano.

I ricercatori hanno rivolto la loro attenzione sulla sorgente FRB 121102 perché è molto particolare: è una delle poche sorgenti che produce questo tipo di segnale periodicamente; per la maggior parte delle sorgenti, invece, la cosa sembra diversa, infatti ognuna sorgente nota ha prodotto un solo segnale nel corso di diversi anni di ascolto.



Il programma di intelligenza artificiale ha analizzato i segnali provenienti da questa fonte nell’arco di sole cinque ore, il 26 agosto 2017 dal Green Bank Telescope, in West Virginia.
L’IA posta alla guida del sistema d’ascolto, è riuscita in questo breve lasso di tempo, a distinguere 72 nuovi eventi, portando a 300 il numero dei segnali registrati complessivamente da questa fonte a partire dal 2012.  Se pensiamo che fino ad un anno fa gli FRB ricevuti erano poco più di una trentina si tratta di un risultato straordinario.

Si è osservato che i segnali vengono prodotti in modo irregolare e che la sorgente alterna periodi di stasi a periodi di attività molto alta.
Secondo Siemion, l’analisi potrebbe finalmente rivelare l’origine di questi segnali che potrebbero anche essere prodotti in qualche modo da una civiltà avanzata in essere tre miliardi di anni fa e, quasi certamente, oggi estinta, almeno per quanto possiamo dire rifacendoci all’esperienza del nostro pianeta, dove nessuna specie vivente si è rivelata tanto longeva da durare miliardi di anni.

In realtà, ad oggi, qualunque affermazione relativa ai FRB è frutto di pura speculazione. I segnali potrebbe non avere nulla di alieno, inteso come un messaggio di matrice extraterrestre che lancia segnali, anche non volutamente, nella nostra direzione.

Il progetto Breakthrough Listen ha comunque gettato le basi per una ricerca di nuovo tipo che applica l’intelligenza artificiale alla radioastronomia e che “aiuterà a comprendere l’universo e i misteri che si celano intorno a tanti fenomeni che ancora non capiamo“.

Fonti: Ansa.it; Media inaf.it

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