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Individuato un pianeta informazione

L'anello di detriti si trova in un'orbita stretta attorno a HD 163296, Questa stella, già nota agli astronomi, si trova nella costellazione del Sagittario e dista dal sistema solare circa 330 anni luce

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Un pianeta in formazione inizia a partire dai resti della formazione di una stella. Anelli di polveri e gas che orbitano attorno a una stella neonata grazie alla forza di gravità, nel corso dei millenni si accorpano in un pianeta che spazza l’orbita e aumenta la sua massa.

Questo è un fenomeno comune che viene spesso osservato dagli astronomi che studiano la formazione dei sistemi solari all’interno della Via Lattea. Uno di questi anelli di detriti che potrebbe in futuro diventare un pianeta in formazione è stato osservato da un gruppo di progettisti e sviluppatori durante il tempo concesso come ricompensa per aver progettato lo strumento.

Il team pubblicherà a breve i risultati sulla rivista Astronomy & Astrophysics.

L’anello di detriti si trova in un’orbita stretta attorno a HD 163296, Questa stella, già nota agli astronomi, si trova nella costellazione del Sagittario e dista dal sistema solare circa 330 anni luce. Studi effettuati in passato su HD 163296 hanno mostrato la presenza di tre grandi pianeti in formazione in orbite più ampie. La scoperta dell’anello mostra un quarto esopianeta in formazione su un’orbita più interna e vicina alla stella.

HD 163296 è stata studiata per quattro notti nei mesi di marzo e giugno del 2019 da un team di astronomi guidati da Jozsef Varga (Università di Leida, Paesi Bassi). Gli astronomi hanno puntato il loro strumento sulla zona interna del disco che circonda la stella.

Il disco circumstellare è composto da polvere fine e calda e si trova a una distanza paragonabile a quella di Mercurio dal Sole. La cosa interessante è che una parte dell’anello era più calda del resto. Questo “punto caldo” percorre l’orbita in circa un mese.

Questo punto caldo secondo gli astronomi potrebbe essere un nucleo di gas e polveri che concentrandosi e aumentando la propria attrazione gravitazionale potrebbe con il tempo diventare il nucleo di un nuovo pianeta in formazione ripulendo l’orbita da tutta la polvere residua. Una simulazione attraverso una modellazione potrebbe confermare il loro sospetto.

La scoperta del disco di polvere è avvenuta grazie al nuovo strumento chiamato MATISSE, che combina e analizza la luce di quattro telescopi del Very Large Telescope dell’Osservatorio dell’ESO sul Cerro Paranal, nel nord del Cile.

La combinazione dei quattro telescopi ne crea uno con un diametro virtuale di 200 metri. MATISSE è realizzato per studiare una particolare luce invisibile all’occhio umano, la radiazione infrarossa. Questa radiazione viene emessa dal calore prodotto da oggetti come pianeti o dischi di polvere.

Lenti e specchi della parte fredda di MATISSE sono stati realizzati dalla scuola olandese di ricerca per l’astronomia (NOVA) in collaborazione con l’industria olandese. Nel 2018 MATISSE ha visto la sua prima luce con una serie di osservazioni di prova.

Per i ricercatori e gli ingegneri dell’Università di Leida, dell’Università di Amsterdam, dell’Università Radboud di Nijmegen, SRON e del NOVA Optical Infrared Group, questo primo, vero risultato scientifico segna l’inizio di ulteriori ricerche. 

Uno degli obiettivi è studiare altre stelle circondate da dischi di polvere, cercando di individuare quei dischi di polvere da cui potrebbero derivare nuovi pianeti rocciosi, cioè di tipo terrestre. L’obbiettivo di queste osservazioni è quello di imparare il più possibile su come si formano i sistemi di pianeti intorno alle stelle e così confermare o smentire le ipotesi e le teorie che già abbiamo sulla genesi del nostro sistema solare.

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