Fulmini rivolti verso l’alto: rilevati per la prima volta i raggi X

In una scoperta rivoluzionaria, un team di scienziati ha osservato per la prima volta l'emissione di raggi X da fulmini rivolti verso l'alto, un tipo di scarica elettrica atmosferica particolarmente potente e pericolosa

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Fulmini rivolti verso l'alto: rilevati per la prima volta i raggi X
Fulmini rivolti verso l'alto: rilevati per la prima volta i raggi X

In una scoperta rivoluzionaria, un team di scienziati ha osservato per la prima volta l’emissione di raggi X da fulmini rivolti verso l’alto, un tipo di scarica elettrica atmosferica particolarmente potente e pericolosa.

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I raggi X nei fulmini rivolti verso l’alto

I fulmini rivolti verso l’alto, a differenza dei fulmini classici che colpiscono il suolo, si dirigono verso la parte superiore dell’atmosfera, rilasciando una quantità immensa di energia sotto forma di luce, calore e onde radio.

Fino a ora, la presenza di raggi X in questi eventi era stata solo ipotizzata, ma grazie a sofisticate tecnologie di rilevamento, gli scienziati sono riusciti a catturarne il segno inequivocabile.

L’emissione di raggi X è un processo complesso che si verifica quando gli elettroni accelerati all’interno del plasma del fulmine raggiungono velocità estremamente elevate, generando una radiazione elettromagnetica ad alta energia.



Questa scoperta ha implicazioni significative per la nostra comprensione dei fulmini rivolti verso l’alto. I raggi X possono fornire informazioni preziose sulla struttura interna del fulmine, sulla distribuzione dell’energia e sui processi fisici che ne determinano la potenza e la pericolosità.

La capacità di rilevare i raggi X, inoltre, potrebbe essere utilizzata per sviluppare nuovi sistemi di allerta precoce per i fulmini rivolti verso l’alto, proteggendo persone e infrastrutture dai loro effetti potenzialmente devastanti.

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Fulmini positivi verso l’alto: i raggi X rivelano segreti

I lampi positivi verso l’alto, un tipo di fulmine che si origina da leader caricati negativamente ad alta quota, rappresentano un fenomeno atmosferico meno comune rispetto ai fulmini classici che colpiscono il suolo. Tuttavia, la loro rarità è compensata dalla loro potenziale pericolosità.

A differenza dei fulmini tradizionali, i lampi positivi verso l’alto rimangono in contatto con le strutture più a lungo, trasferendo una carica elettrica maggiore e causando danni più ingenti. Inoltre, la loro prevalenza potrebbe aumentare ad altitudini elevate, destando ulteriore preoccupazione.

La recente scoperta dell’emissione di raggi X da parte di questi fulmini, pubblicata sulla rivista Scientific Reports, apre nuove strade per la loro comprensione e la mitigazione dei loro effetti. I raggi X, prodotti dall’accelerazione di elettroni all’interno del plasma del fulmine, forniscono informazioni preziose sulla sua struttura interna, sulla distribuzione dell’energia e sui processi fisici che ne determinano la potenza e la pericolosità.

Nonostante i progressi nella comprensione dei fulmini, i meccanismi esatti che guidano la loro formazione e propagazione rimangono avvolti nel mistero. L’osservazione dei lampi positivi verso l’alto da strutture elevate come la Torre Säntis offre un’opportunità unica per approfondire la nostra conoscenza di questi fenomeni complessi e potenzialmente pericolosi.

La Torre Säntis, situata sulle Alpi dell’Appenzello in Svizzera, rappresenta un sito di ricerca ideale per lo studio dei fulmini. La sua altezza di 124 metri e la sua posizione isolata la rendono un bersaglio frequente per le scariche elettriche, con circa 100 fulmini che la colpiscono ogni anno.

Grazie alla sua posizione privilegiata e alla presenza di sofisticate strumentazioni di monitoraggio, la Torre Säntis ha permesso ai ricercatori di catturare immagini ad alta velocità di quattro lampi positivi verso l’alto. Queste osservazioni dettagliate hanno rivelato la presenza di emissioni di raggi X durante la fase iniziale del leader, un fenomeno mai documentato prima in questo tipo di fulmine.

L’analisi di queste emissioni di raggi X ha fornito informazioni preziose sulla dinamica interna dei lampi positivi verso l’alto, rivelando una correlazione tra l’emissione e rapidi cambiamenti nel campo elettrico e nella corrente. Queste scoperte aprono nuove strade per la comprensione dei meccanismi fisici che governano questi eventi estremi.

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Conclusioni

Oltre al loro valore scientifico, le nuove conoscenze acquisite attraverso lo studio dei lampi positivi verso l’alto dalla Torre Säntis potrebbero avere implicazioni concrete per la mitigazione dei danni causati dai fulmini. La crescente diffusione di strutture ad alta quota, come turbine eoliche e aerei, costruite con materiali compositi meno conduttivi dei metalli tradizionali, le rende più vulnerabili ai danni da fulmini.

Le informazioni ottenute dai ricercatori sui lampi positivi verso l’alto possono essere utilizzate per sviluppare sistemi di protezione più efficaci per queste strutture, contribuendo a salvaguardare la sicurezza e l’integrità di infrastrutture critiche.

La ricerca condotta sulla Torre Säntis rappresenta un passo importante nella nostra comprensione dei fulmini e nella loro mitigazione. L’unione di osservazioni dettagliate, analisi teorica e applicazioni ingegneristiche apre nuove prospettive per la gestione di questi fenomeni atmosferici estremi, proteggendo persone e infrastrutture dai loro potenziali danni.

La scoperta dei raggi X nei lampi positivi verso l’alto rappresenta un passo significativo nella nostra comprensione di questi fenomeni atmosferici complessi e potenzialmente pericolosi. Questa nuova conoscenza ci avvicina a sviluppare soluzioni più efficaci per la loro previsione e mitigazione, salvaguardando la sicurezza e il benessere delle persone in tutto il mondo.

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