giovedì, Dicembre 12, 2024
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I funghi collegano le foreste come autostrade?

I funghi sono delle reti di comunicazione tra foreste? Ecco cosa hanno scoperto i biologi

I funghi potrebbero fungere (scusate il gioco di parole scherzosamente voluto) da vere e proprie reti di comunicazione tra varie foreste, come se fossero delle piccole autostrade. A smentire questa voce di corridoio sono stati però tre biologi dell’Università dell’Alberta, dell’Università della British Columbia in Canada, e dell’Università del Mississippi negli Stati Uniti, i quali hanno spiegato che i loro colleghi sostenitori di una simile tesi, abbiano un tantino esagerato.

I biologi in questione hanno esaminato oltre un migliaio di articoli, comprendendo alla fine come le prove a sostegno di una rete di comunicazione creata da funghi sia un’ipotesi troppo enfatizzata.

Una rete boschiva di funghi? Non esageriamo!

La possibilità che esistano reti di comunicazione di funghi che collegano gli ecosistemi forestali in una “rete boschiva” ha guadagnato sempre più attenzione tra i ricercatori negli ultimi decenni. Eppure dietro tali teorie ci sarebbe più clamore che qualcosa di effettivamente reale, secondo una prospettiva recentemente pubblicata su Nature Ecology & Evolution.

Tre biologi statunitensi sostengono che altri scienziati hanno inconsapevolmente esagerato le prove a sostegno dei modelli di reti micorriziche altamente complesse trascurando i limiti degli studi precedenti.

I biologi hanno analizzato più di 1.500 articoli scientifici e hanno calcolato il numero di affermazioni basate su prove deboli o mancanti. Hanno scoperto che la percentuale di affermazioni non supportate sia raddoppiata negli ultimi 25 anni, con una propensione a citare gli effetti positivi delle reti fungine.

I biologi: “Affermazioni non supportate

I biologi scrivono: “Alcune delle citazioni non supportate provenivano da nostre precedenti pubblicazioni. Questo tipo di affermazioni non supportate sono un problema perché noi scienziati, probabilmente senza intenzione, siamo diventati vettori di affermazioni prive di fondamento”.

I modelli di “ragnatele legnose” sostengono che le reti simbiotiche di funghi e alberi forniscono risorse come acqua e azoto ad altre piante, mentre si “sussurrano” avvertimenti l’un l’altro sui predatori di insetti.

I biologi spiegano come il fatto che i funghi formino relazioni interdipendenti con gli alberi vivendo all’interno delle radici delle piante (fenomeno noto come micorriza) o vivendo nel terreno vicino (noto come ectomicorriza) non è contestato. Tuttavia, l’architettura e la complessità dei vasti sistemi di condivisione delle risorse noti come reti micorriziche comuni (CMN) sono molto più difficili da definire.

E le prove di qualcosa di vasto e complesso non ci sono ancora. Hoeksema, Jones e Karst scrivono: “Ora si sta discutendo per cambiare la gestione e la politica delle foreste sulla base di queste informazioni. (Gli scienziati) potrebbero plasmare la narrativa pubblica con una caratterizzazione sempre più imprecisa”.

La mappatura dei funghi e degli alberi

Come informa Science Alert mappare i funghi e gli alberi in una foresta è un compito arduo e sono stati eseguiti solo cinque studi su due tipi di foresta; solo due specie di alberi su un totale stimato di 73.300 in tutto il mondo. Questi studi non possono nemmeno dimostrare che le connessioni fungine siano permanenti. I biologi scrivono: “Le ife e le radici micorriziche si girano rapidamente e vengono sfiorate, processi questi che interrompono le connessioni”.

Gli esperimenti condotti

Sono stati condotti esperimenti utilizzando piante in vaso con varie disposizioni delle maglie per impedire la crescita di radici o funghi (o entrambi) in determinate zone. Ciò ha permesso agli scienziati di esaminare l’impatto del negare a una pianta l’accesso alla rete dei funghi.

Tuttavia, anche quando questi esperimenti producono risultati positivi (magari osservando la crescita stentata di una pianta a causa dell’isolamento dal CMN), è difficile escludere soluzioni alternative che potrebbero anche spiegare i risultati. Ad esempio, l’aggiunta di una rete attorno all’apparato radicale di una pianta è un intervento abbastanza artificiale e potrebbe modificare la composizione dei patogeni o dei funghi nel terreno, il che potrebbe influenzare la crescita di una pianta.

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