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La NASA prepara invito a presentare proposte per lander commerciali lunari

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La NASA sta per rilasciare un invito a presentare progetti per la realizzazione di un lander per il trasporto commerciale dei payload sulla superficie lunare, l’ultimo passo negli sforzi dell’agenzia per contribuire a promuovere lo sviluppo di lander commerciali lunari.

La NASA intende pagare per il trasporto di strumentazione e tecnologia.

Questo invito è l’ultimo passo in un impegno della NASA a lungo termine per sostenere lo sviluppo di sistemi di trasporto lunare commerciali. Nel 2014, la NASA ha aggiudicato accordi di Space Act a tre società che sviluppano lander lunari nell’ambito del programma di trasporto e di atterraggio lunari da parte del programma Soft Touchdown (CATALYST), fornendo un supporto in natura ai loro sforzi.

Due di queste aziende dicono saranno pronte a lanciare i loro lander lunari, per la NASA e altri clienti entro il prossimo anno. Bob Richards, fondatore e direttore esecutivo di Moon Express, ha dichiarato che la sua società sta progettando un lancio del suo primo lander lunare nel 2018 con un veicolo spaziale MX-1E. La società aveva già pianificato per quest’anno questa missione ma una modifica recente delle regole del premio Google Lunar X, di cui Moon Express è finalista, ha obbligato l’azie3nda a rinviare la missione per la fine di marzo 2018.

Peregrine di Astrobotics

John Thornton, amministratore delegato di Astrobotic Technology, ha dichiarato che il lander di Peregrine della sua società è destinato a fare il suo primo volo nel 2019 come carico utile secondario per una missione della United Launch Alliance 5. Astrobotics dichiara di avere già un portafoglio di almeno 115 clienti potenziali e che la prima missione del suo lander è già al completo di carichi paganti.

 

Blue Origin

La società Blue Origin ha annunciato che il suo lander Blue Moon potrà sbarcare diverse tonnellate di materiale sulla superficie lunare, compreso il suo veicolo esplorativo New Glenn, in fase di sviluppo.

 

in una recente audizione in commissione parlamentare, sia le aziende coinvolte che la NASA hanno concordato che nei futuri progetti della NASA “dovrebbero essere incluse disposizioni che privilegiano l’atterraggio sulla superficie lunare nel breve termine” e “includere una strategia che comprenda la luna come punto di partenza per espandere l’esplorazione umana nel nostro sistema solare“.

La luna non è solo una rampa di lancio per Marte, è il punto da cui iniziare la marcia verso Marte, le risorse lunari, accessibili tramite partenariati tra governi e aziende, possono contribuire a rendere sostenibile lo sviluppo dell’esplorazione dello spazio.

Le risorse lunari includono ghiaccio d’acqua in regioni permanentemente ombreggiate nei crateri ai poli lunari. “L’acqua è il petrolio dello spazio”, ha dichiarato George Sowers, professore del nuovo programma di risorse spaziali presso la Colorado School of Mines. “Strategicamente, dovremmo vedere i poli della luna come il prossimo Golfo Persico”.

L’utilizzo di tali risorse, richiederà che il futuro intervento del Congresso preveda uno schema normativo che garantisca alle aziende di ottenere il diritto di estrarre ghiaccio e altre risorse e offrire anche protezione a queste società. “Se c’è ricchezza nello spazio”, ha detto, “alla fine ci saranno pirati nello spazio”.

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Ezechiele e gli alieni

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di Oliver Melis per Aenigma

Da Peter Kolosimo a Eric Von Daniken, da Sitchin a Robert Temple sono tanti gli autori che hanno visto nel nostro passato la presenza di esseri provenienti da altri mondi, spesso la loro presenza, almeno secondo questi studiosi alternativi ha lasciato tracce nei monumenti antichi e negli scritti e nei racconti risalenti a epoche remote. Un testo che viene preso spesso in considerazione è l’Antico Testamento dove sarebbero celate le prove di incontri e contatti con esseri extraterrestri.

Molti ufologi per corroborare le loro teorie non si limitano a classificare gli avvistamenti catalogandoli con reglole precise, ma scavando nella storia passata ritengono di aver trovato episodi simili agli avvistamenti odierni tanto da affermare che sotto altre vesti, gli extraterrestri avrebbero guidato o forse addirittura creato, come sostiene Sitchin, la razza umana.

Uno degli episodi che tanti ufologi accomunano alle descrizioni delle segnalazioni UFO odierne è il racconto di Ezechiele e il turbine di fuoco citato da Erik Von Daniken.

Daniken afferma che nella Bibbia il racconto che ha come protagonista Ezechiele è il classico avvistamento di un UFO dove il protagonista, Ezechiele avrebbe avuto un contatto del terzo tipo, cioè avrebbe avvistato un oggetto volante e ne avrebbe visto i relativi passeggeri alieni.

«È incredibile», dice von Däniken. «Ezechiele non solo descrive ciò che vede ma anche ciò che sente e nell’insieme definisce tutto questo come “splendore di Dio”. Il profeta descrive anche creature alate a quattro facce umane che viaggiavano su dispositivi lucenti con ruote. Nello “splendore di Dio” c’era una cosa simile a un trono e su questo trono stava seduto un essere che sembrava umano e indossava abiti lucenti. Si spostava su un veicolo che, secondo Ezechiele, era provvisto di ali. Descrisse il rumore delle ali, simile al rombo di una cascata. Anche se gli storici della Bibbia suggeriscono che Ezechiele forse parlava in modo simbolico e si riferiva ai terrificanti nemici di Israele, potrebbe in realtà essere un altro esempio di visita aliena e la prova che aeromobili preistoriche esistettero veramente».

Gli elementi citati da Von Daniken “oggi” vengono interpretato da lui e da altri cultori degli antichi astronauti con le odierne conoscenze e un appassionato di ufologia sarà portato a trarre le stesse conclusioni di Von Daniken, ma gli elementi del racconto per ezechiele e i suoi contemporanei avrebbero avuto un significato totalmente diveso.

Ma il testo biblico cosa racconta?

[4]Io guardavo ed ecco un uragano avanzare dal settentrione, una grande nube e un turbinìo di fuoco, che splendeva tutto intorno, e in mezzo si scorgeva come un balenare di elettro incandescente. [5]Al centro apparve la figura di quattro esseri animati, dei quali questo era l’aspetto: avevano sembianza umana [6]e avevano ciascuno quattro facce e quattro ali. [7]Le loro gambe erano diritte e gli zoccoli dei loro piedi erano come gli zoccoli dei piedi d’un vitello, splendenti come lucido bronzo. [8]Sotto le ali, ai quattro lati, avevano mani d’uomo; tutti e quattro avevano le medesime sembianze e le proprie ali, [9]e queste ali erano unite l’una all’altra. Mentre avanzavano, non si volgevano indietro, ma ciascuno andava diritto avanti a sé.

[10]Quanto alle loro fattezze, ognuno dei quattro aveva fattezze d’uomo; poi fattezze di leone a destra, fattezze di toro a sinistra e, ognuno dei quattro, fattezze d’aquila. [11]Le loro ali erano spiegate verso l’alto; ciascuno aveva due ali che si toccavano e due che coprivano il corpo. [12]Ciascuno si muoveva davanti a sé; andavano là dove lo spirito li dirigeva e, muovendosi, non si voltavano indietro.

[13]Tra quegli esseri si vedevano come carboni ardenti simili a torce che si muovevano in mezzo a loro. Il fuoco risplendeva e dal fuoco si sprigionavano bagliori. [14]Gli esseri andavano e venivano come un baleno. [15]Io guardavo quegli esseri ed ecco sul terreno una ruota al loro fianco, di tutti e quattro.

[16]Le ruote avevano l’aspetto e la struttura come di topazio e tutt’e quattro la medesima forma, il loro aspetto e la loro struttura era come di ruota in mezzo a un’altra ruota. [17]Potevano muoversi in quattro direzioni, senza aver bisogno di voltare nel muoversi. [18]La loro circonferenza era assai grande e i cerchi di tutt’e quattro erano pieni di occhi tutt’intorno. [19]Quando quegli esseri viventi si muovevano, anche le ruote si muovevano accanto a loro e, quando gli esseri si alzavano da terra, anche le ruote si alzavano. [20]Dovunque lo spirito le avesse spinte, le ruote andavano e ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote. [21]Quando essi si muovevano, esse si muovevano; quando essi si fermavano, esse si fermavano e, quando essi si alzavano da terra, anche le ruote ugualmente si alzavano, perché lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote.

[22]Al di sopra delle teste degli esseri viventi vi era una specie di firmamento, simile ad un cristallo splendente, disteso sopra le loro teste, [23]e sotto il firmamento vi erano le loro ali distese, l’una di contro all’altra; ciascuno ne aveva due che gli coprivano il corpo. [24]Quando essi si muovevano, io udivo il rombo delle ali, simile al rumore di grandi acque, come il tuono dell’Onnipotente, come il fragore della tempesta, come il tumulto d’un accampamento. Quando poi si fermavano, ripiegavano le ali. [25]Ci fu un rumore al di sopra del firmamento che era sulle loro teste.

[26]Sopra il firmamento che era sulle loro teste apparve come una pietra di zaffiro in forma di trono e su questa specie di trono, in alto, una figura dalle sembianze umane. [27]Da ciò che sembrava essere dai fianchi in su, mi apparve splendido come l’elettro e da ciò che sembrava dai fianchi in giù, mi apparve come di fuoco. Era circondato da uno splendore [28]il cui aspetto era simile a quello dell’arcobaleno nelle nubi in un giorno di pioggia. Tale mi apparve l’aspetto della gloria del Signore. Quando la vidi, caddi con la faccia a terra e udii la voce di uno che parlava.

Nubi e turbini di fuoco che diventano oggetti volanti, l’interpretazione è di Von Daniken, gambe e zoccoli che diventano carrelli di atterraggio, e ali che secondo alcuni diventano complicati sistemi di atterraggio ad elica, di questa rappresentazione è stata fatta anche una ricostruzione, una sorta di disco con quattro eliche e una cupola o cabina di pilotaggio. Von Daniken ha semplicemente interpretato in modo molto forzato una visione che utilizzava elementi dell’epoca che nulla hanno a che fare con un’astronave aliena o sistemi di propulsione all’avanguardia, e nei suoi libri ha usato questa tecnica innumerevoli volte sfruttando lo scarso senso critico di tanti lettori – sognatori.


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Politica e bufale

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di Oliver Melis per Aenigma

I nostri politici dovrebbero occuparsi anche di informazione e come questa, se manipolata, possa arrecare danno alla società. I nostri politici fin dagli anni 50 si sono occupati di fenomeni che iniziavano a fare parte della cultura popolare, gli allora “dischi volanti, oggi UFO, iniziavano a interessare anche alcuni parlamentari.

Il CUN, Centro Ufologico Nazionale, forse il centro di studi sugli UFO più “anziano” in Italia, ha raccolto una lunga lista di interrogazioni parlamentari che riguardano il misterioso fenomeno che ancora, nonostante tutti i proclami di tanti ufologi, non ha trovato nessuna spiegazione, forse per il semplice fatto che spesso al netto dei tantissimi casi spiegabili, la maggior parte delle tantissime fandonie raccontate o spacciate per vere, rimane a dimostrazione della tangibilità del fenomeno, ben poco.

Il primo caso di interrogazione parlamentare riguarda il Senatore Piemonte che l’8 Luglio del 1950 per la prima volta intervenne con una interrogazione parlamentare sui “dischi volanti”, termine in uso in quel periodo, dove chiedeva se non era opportuno informare la popolazione sullo sviluppo delle indagini sul misterioso fenomeno. La risposta tremite il Sottosegretario di Stato per la Difesa On. Vaccaro: “A nome del Presidente del Consiglio dei Ministri informo l’Onorevole interrogante che l’Amministrazione Militare non ha alcuna comunicazione da fare in merito all’esistenza ed alla natura dei cosiddetti dischi o piatti volanti….”.

Già allora, anche senza internet, magari qualche appassionato poteva pensare che i “militari” non avevano intenzione di svelare un bel nulla.

Facciamo un salto di quasi trent’anni e arriviamo al 1978, forse uno degli anni più caldi per quanto riguarda i flap ufologici…

1978. L’On. Falco Accame, verso la fine degli anni settanta, dopo innumerevoli segnalazioni provenienti dalla fascia adriatica, decise di dare vita ad una interrogazione parlamentare. Il documento prodotto dal politico in forza all’allora Partito Socialista, riferiva:

“L’interrogazione. – Per conoscere, se è al corrente dello stato di allarme creato nelle popolazioni dell’Abruzzo e Marche a seguito del manifestarsi di fenomeni non scientificamente spiegabili riportati dalla stampa e notati anche da una motovedetta della marina militare; per conoscere inoltre quali provvedimenti intenda prendere per approfondire la natura dei fenomeni e tranquillizzare le popolazioni interessate. (4-06344).”.

La risposta arrivò il 29 gennaio 1979 dal Ministro della Difesa l’On. Attilio Ruffini:

“Fino dall’inizio dei fenomeni oggetto dell’interrogazione, la Difesa fu informata dello stato di viva preoccupazione manifestatasi tra i pescatori della zona compresa tra San Benedetto del Tronto e Pedaso (Ascoli Piceno), In relazione a ciò, fu immediatamente disposto un primo intervento in zona di dragamine e motovedette, per accertare l’origine dei fenomeni. Successivamente la marina militare disponeva un organico servizio di sorveglianza con l’effettuazione di 20 missioni per complessive 230 ore di navigazione. Nulla di inconsueto è stato rilevato nel corso delle suddette operazioni, per cui, tenuto conto anche del progressivo rasserenamento delle popolazioni interessate, le operazioni sono state interrotte in data 21 novembre 1978″.

Anni ’80: interrogazioni parlamentari proposte dagli Onorevoli Parlato e Baghino del partito M.S.I.-D.N. sui casi UFO verificati tra il 1980 ed il 1982.

Nel 1982 interrogazione dell’On. Cicciomessere del Partito Radicale.

Nel 1984 le interrogazioni degli Onorevoli Abete, Fiori e Scaiola della D.C. e dell’Onorevole Scovacricchi del P.S.D.I., con una risposta ricevuta in tempi brevissimi da parte del Ministro della Difesa Spadolini che oltre a precisare i compiti svolti dello Stato Maggiore dell’Aeronautica, confermava la presenza negli stessi ambiti militari di un’ampia documentazione relativa alla casistica esaminata.

Nel 1989 interrogazioni presentate dell’On. Cima, seguita da quella dell’On. Testa sui fatti avvenuti in volo sulla rotta Roma-Palermo, dove il pilota riferiva che durante il volo era stata notata la presenza di oggetti non identificati.

L’ 8 gennaio 1997 interrogazione parlamentare dei Verdi Massimo Scalia e Mauro Paissan, riguardo le possibili esercitazioni segrete dietro la palla infuocata vista nei cieli del litorale romano e di mezza Penisola. Il Ministero della Difesa però non ha nulla da comunicare, niente è stato registrato o segnalato.

Insomma, interrogazioni parlamentari di diversi schieramenti politici che chiedono lumi su oggetti volanti, palle infuocate o fenomeni misteriosi, le risposte ricevute possono non soddisfare i politici e gli elettori che magari hanno un debole per gli UFO, infatti in tanti avranno storto il naso al nulla di fatto nonostante le interrogazioni dei politici che dovrebbero essere garanzia di tutela della verità, qualcuno sicuramente avrà visto del dolo nelle risposte della Difesa e dei Ministeri competenti, più du uno avranno urlato al complotto..

Per chi volesse visionare tutte le interrogazioni paelamentari lo può fare qui

http://www.centroufologiconazionale.net/documenti/attiparlamentari.htm.

Ma i nostri politici, sia della prima che della seconda Repubblica non si sono solo occupati di UFO ma anche di altri fatti misteriosi non collegati a una possibile, secondo una corrente di pensiero, presenza aliena nella nostra penisola e nei suoi cieli, forse nella seconda repubblica, grazie all’avvento di internet e a una scarsa conoscenza scientifica degli eletti agli scranni parlamentari, la politica ha dato il meglio o forse sarebbe opportuno dire “il peggio” di se.

Scie chimiche

Iniziamo con le tristemente note “Scie chimiche” Italo Sandi, deputato dei Democratici di Sinistra (attuale PD), che 2 aprile 2003 presentò un’interrogazione parlamentare sulle scie chimiche. Dopo di lui il collega Piero Ruzzante, deputato dei Democratici di Sinistra, ne presentò un’altra il 27 ottobre 2003.

Anche i Comunisti italiani con Severino Galante che presentò un’interrogazione sulle scie chimiche il 3 febbraio del 2005 e lo stesso fece Gianni Nieddu , Senatore dell’Ulivo nel 2006, Amedeo Ciccanti senatore dell’Udc nel 2007, nel 2008 e nel 2009. Evidentemente, per lui, le scie chimiche sono un problema molto sentito.

Non si fa sfuggire l’occasione nemmeno il PD che con Sandro Brandolini parla di scie chimiche in alla camera in tre sedute distribuite dal 2008 al 2009 fino ad arrivare al mitico Antonio Di Pietro che una volta lasciata la toga veste i panni del politico scivolando anch’egli sullo scottante tema “scie chimiche”. Doveva poi arrivare Renzi con promesse di TSO, sicuramente difficili da applicare a chi si dilettava nello studio delle scie chimiche prima che alla soluzione dei problemi del paese.

A destra non volevano certamente sentirsi meno importanti e cosi annoveriamo Scilipoti PDL 2011.

Microchip e 11 settembre

Paolo Bernini, neo deputato eletto del Movimento 5 Stelle, discute in merito fantomatici complotti internazionali e all’utilizzo di microchip in America per controllare le persone. I 5 stelle ampliano il discorso e in parlamento sprecano ulteriore tempo e danaro degli elettori sdoganando altre bufale, sempre il Bernini non bastandogli i chip di controllo estrae dal cilindro “il complotto dell’11 settembre”

La tegola “Vaccini”

Anche qui gliesponenti del movimento 5 stelle primeggiano, con un’interrogazione su una presunta correlazione tra vaccini e tumori.

Fusione fredda

Nel maggio 2012 ancora lui, Scilipoti, riferisce dell’esperimento condotto a Bologna dall’ingegner Andrea Rossi relativo a una “nuova sorgente di energia nucleare” basata sulla fusione nucleare dell’idrogeno con alcuni isotopi stabili del nickel. Altri colleghi lo precedettero, Elisabetta Zamparutti e alcuni colleghi del Partito Democratico, il 23 gennaio 2013, chiesero al Governo di occuparsi della promettente risorsa di energia.

Signoraggio

Da anni il cosiddetto “signoraggio bancario” viene citato come una bufala complottistica. Tra coloro che ne hanno parlato in Parlamento, ancora Antonio Di Pietro che presentò un’interrogazione parlamentare nel 2011.

Questo è una parte di quello che succede in Parlamento, altri hanno creduto a queste fandonie, scie chimiche. UFO, signoraggio, microchip, il parlamento che dovrebbe raccogliere il meglio della società si limita a rifletterla se non a peggiorarla perché il tempo perso nelle interrogazioni è solo una parte del problema, ma non vogliamo adesso affondare il dito nella piaga, speriamo solo che al più presto chi ci Governa inizi a parlare chiaro e dirci cosa vuole fare per limitare il fenomeno che a ogni giorno che passa sta diventando sempre più problematico da gestire.

Fonte CUN, Il Blog di David Puente

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SpaceX porta in orbita il minishuttle militare X-37B ma la vera notizia è un’altra…

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La SpaceX di Elon Musk ha effettuato con successo un lancio del suo razzo Falcon 9. Due le notizie di rilievo legate a questo lancio: la prima, ed è quella cui la maggior parte dei media hanno dato il maggior rilievo, è che Falcon 9 ha trasportato in orbita come carico pagante il minishuttle militare X-37B per la sua quinta missione. il liftoff per la missione OTV-5 è avvenuto al primo tentativo dal pad 39A del Kennedy Space Center in Florida. Il booster è rientrato a LZ-1 con un perfetto atterraggio ed è questa la notizia più interessante.

Falcon 9 OTV-5 Lancio:

Il lancio di giovedì ha dato il via al quinto volo del veicolo di prova orbitale X-37B (OTV) degli Stati Uniti, un minishuttle riutilizzabile senza pilota in grado di eseguire operazioni e sperimentazioni in orbita bassa.

2017 09 07 013144Sviluppato dalla Boeing, in collaborazione con l’Air Force e la DARPA, l’X-37B l’evoluzione del veicolo X-37A della NASA.

L’X-37A era stato progettato dalla NASA per essere utilizzato per eseguire missioni satellitari indipendenti o missioni scientifiche e avrebbe dovuto sostituire la vecchia flotta degli Space Shuttle ormai obsoleti. La NASA avviò il programma X-37 nel 1999, trasferendolo alla DARPA nel 2004.

Questa è la prima volta che SpaceX porta in orbita Il minishuttle militare X-37B. Nelle precedenti missioni, il lancio era stato effettuato tramite un razzo Atlas V della United Launch Alliance , all’interno di una carena di payload di cinque metri.

 

2017 02 14 093654L’X-37B viene utilizzato per condurre ricerca, sviluppo tecnologico e missioni di spionaggio in orbita bassa. Progettato per operare senza pilota, il minishuttle può compiere missioni teoricamente fino a 270 giorni di durata ma i voli precedenti lo hanno spinto ben oltre questo limite, con la missione OTV-4 recentemente completata, rimasta in orbita per 718 giorni.

Una volta in orbita, X-37B dispiegherà un array solare di arsenide di gallio per caricare le sue batterie e fornire energia per la missione. La nave spaziale aprirà anche la sua baia di carico per eseguire esperimenti.

La navicella spaziale misura 8,9 metri con un’apertura alare di 4,5 metri.

Al lancio aveva una massa di circa 5.000 chilogrammi. La US Air Force ha confermato che molti satelliti miniaturizzati saranno portati in orbita con lo stesso lancio ma non è stato chiarito se questi dovranno essere schierati da Falcon 9 o X-37B stesso.

2017 09 07 011937

Per il lancio di giovedì, la navicella spaziale è stata integrata nella carena del Falcon all’interno dell’OPF, prima del trasporto del missile al Launch Complex 39A della SpaceX .

Complex 39A (LC-39A) – che è uno dei due pad di lancio SpaceX sulla costa spaziale della Florida, insieme allo Space Launch Complex 40 (SLC-40) situato presso la vicina stazione dell’Air Force Station di Cape Canaveral.

 

 

 

 

 

2017 09 07 012540Il Falcon 9 viene assemblato in un hangar alla base della rampa di lancio. Il razzo è accoppiato ad un trasportatore-erector, o Strongback, che trasporta il veicolo nella sua posizione di lancio, lo ruota in verticale e fornisce le connessioni ombelicali fino all’avviamento. Lo strongback si ritrae leggermente dal Falcon negli ultimi minuti del conto alla rovescia, prima di ritirarsi completamente quando il razzo si comincia a sollevare.

Il Falcon 9 è un razzo a due stadi, composto da un primo stadio riutilizzabile e un secondo stadio a perdere, entrambi alimentati da propellente a base di kerosene RP-1 e ossigeno liquido. Primo volo a giugno 2010, il Falcon 9 ha fatto quaranta lanci prima della missione di giovedì. Il lancio di X-37B è stato il tredicesimo del Falcon nel 2017.

 

 

2017 09 07 012605I nove motori Merlin-1D che alimentano il primo stadio del Falcon si sono accesi regolarmente e razzo è decollato regolarmente.

Il primo stadio del Falcon ha volato per due minuti e ventisette secondi prima di spegnersi e separarsi dal secondo stadio tre secondi dopo.

 

Mentre il secondo stadio accendeva il suo motore Merlin-1D Vacuum otto secondi dopo la separazione, continuando a portare l’X-37B verso l’orbita, il primo stadio del Falcon 9 è rientrato a terra, con un riuscito atterraggio in verticale a Cape Canaveral. Il primo stadio è progettato per tornare a terra con i propri mezzi, per poterlo riutilizzare in lanci futuri. Questa parte del vettore di lancio riutilizzabile consente di rendere più economici i lanci spaziali.

 

L’atterraggio è avvenuto otto minuti e 14 secondi dopo il lancio.

Costruito sul sito dell’ex Atlas Launch Complex 13 (LC-13), la Zona di sbarco 1 viene utilizzata per le missioni dove Falcon 9 ha un margine di prestazione sufficiente per riportare il primo stadio al sito di lancio dopo la separazione.

Ora SpaceX  sta rapidamente operando per mettere in sicurezza il primo stadio prima dell’arrivo dell’uragano Irma.

Nel 2017, SpaceX ha effettuato 12 lanci del Falcon 9 e ne sono previsti altri a partire dall’inizio di ottobre.

 

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Antrace ai Castelli romani: come si presenta questa malattia e quanto è pericolosa?

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Allarme antrace in un allevamento ai  Castelli Romani, alle porte di Roma.

Dopo la morte di 12 bovini per aver contratto il batterio ‘bacillus anthracis‘, due persone sarebbero state contagiate.  Si tratta di un veterinario, già dimesso, e di un agricoltore, attualmente ricoverato all’Istituto Spallanzani della Capitale.

Il sindaco di Grottaferrata ha dichiarato infetta la località Molara, dove sarebbe avvenuto il contagio, ed è stato istituito il divieto di pascolo.

Ma cos’è l’antrace? Quali sono i suoi sintomi e quanto è pericoloso il contagio?

L’antrace, detta anche “carbonchio“, è un’infezione acuta causata dal batterio Bacillus anthracis. Generalmente si manifesta come malattia endemica in animali erbivori selvatici o domestici, quali pecore, bovini, cavalli, capre e suini, ma può anche svilupparsi nell’uomo, per esposizione ad animali infetti, tessuti di animali infetti, inalazione di spore del batterio o ingestione di cibo contaminato da queste. Non sono mai stati registrati casi di trasmissione da uomo a uomo.

Le forme più pericolose per l’uomo, sono quella polmonare e la rarissima forma intestinale.

La più comune infezione cutanea, provocata dal contatto con le spore presenti sugli animali infetti,  si presenta nella fase iniziale come una piccola pustola pruriginosa di colore scuro nel sito d’infezione, che si forma circa una o due settimane dopo il contagio. Successivamente si forma una estesa ulcera necrotica non dolorosa. Senza un opportuno trattamento la malattia è mortale in circa il 20% dei casi. La terapia antibiotica annulla sostanzialmente il rischio di esito fatale. L’antrace cutanea è la forma più comune negli allevatori di bovini.

La forma gastroenterica, che si contrae ad esempio con l’ingestione di carne infetta, è particolarmente rara essendo oggi molto stretti i controlli sulla carne destinata all’uso alimentare e si presenta con diarrea grave ed ematèmesi (vomito con sangue). Il trattamento tempestivo è necessario, senza trattamento la mortalità arriva al 60%-65%

La forma di antrace più pericolosa di tutte è sicuramente quella polmonare che esordisce, solitamente, con sintomi molto simili a quelli di una comune influenza (febbre, tosse, affaticamento) ma che, nell’arco di tre, quattro giorni, degenerano verso un quadro clinico molto più grave, con difficoltà respiratorie, stato di shock e perdita di coscienza. Se non curata, l’infezione di antrace porta alla morte in circa sette/dieci giorni, con una letalità del 20%, che cresce notevolmente nelle varianti polmonare e intestinale.

Fonte: wikipedia

 

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Bolla di plasma solare diretta verso la Terra, previsti problemi alle comunicazioni

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Nonostante si stia avviando verso la fase di quiete del suo ciclo undecennale, il Sole ha prodotto il 4 ed il 6 settembre due eruzioni di importante entità, la seconda è considerata addirittura la più importante tra quelle avvenute negli ultimi 11 anni. L’eruzione avvenuta il 4 settembre, invece, ha espulso una bolla di plasma su una rotta che incontrerà la Terra tra questa notte e domani e potrebbe causare una tempesta magnetica intensa in grado di provocare disturbi alle comunicazioni radio e spettacolari aurore polari.

Tutti questi fenomeni sono stati generati dallo stesso gruppo di macchie, chiamato AR2673, che ‘punta’ verso la Terra”, ha detto all’ANSA Mauro Messerotti, dell’Osservatorio di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), consigliere per il meteo spaziale della direzione scientifica dell’Inaf e dell’università di Trieste.

Oggi sono avvenute ben due eruzioni solari: la prima alle 11,10 italiane e la seconda alle 14,02′‘, ha detto ancora Messerotti. Sono entrambe intense, ma la seconda è di classe X9,3 (nella scala che comprende A, B, C, M e X) e gli esperti sono al lavoro per comprendere se anch’essa abbia scagliato una bolla di plasma diretta verso la Terra.

Questa eruzione, ha rilevato l’esperto ”è la più intensa dell’attuale ciclo di attività solare. Una simile si era verificata nel 2006, alla fine del precedente ciclo”. Il Sole infatti è alla fine del suo ciclo di attività, lungo in media 11 anni, che equivale al periodo che intercorre tra la fase di minima attività solare e la successiva. L’attuale ciclo è cominciato nel 2008 e la sua fine è attesa per il 2018-2019.

Fenomeni di questo tipo, chiamati tecnicamente brillamenti, non sono insoliti in questa fase, ma generalmente sono isolati” ha spiegato Messerotti. In questi giorni invece sono stati ravvicinati. Tutti sono dovuti alla riconnessione delle linee del campo magnetico e consistono nel rilascio di una enorme quantità di energia nella parte più esterna dell’atmosfera solare, chiamata corona, e nella fascia che si trova sotto, la cromosfera.

Fonte: ANSA

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Le bufale sull’arca di Noé

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di Oliver Melis per Aenigma

La storia dell’uomo è costellata di miti e leggende che ancora fanno parte di tante culture. Ognuna di esse ha un Dio creatore che ha creato l’uomo e la natura che lo circonda e inevitabilmente un Dio che crea spesso distrugge, come il Dio dell’Antico Testamento, che accortosi della malvagità degli uomini sulla terra, si pentì di aver creato l’umanità decidendo di sterminare l’intera specie, salvo pochissimi prediletti e sette coppie di ogni animale puro che aveva creato. I fortunati che si salvarono furono Noè e la sua famiglia.

– E Dio disse a Noè: “È venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra. Fatti un’arca di legno di cipresso; dividerai l’arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori. Ecco come devi farla: l’arca avrà trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza. Farai nell’arca un tetto e a un cubito più sopra la terminerai; da un lato metterai la porta dell’arca. La farai a piani: inferiore, medio e superiore.”

Una volta terminati i lavori di costruzione Noè, la sua famiglia e gli animali si imbarcarono, Dio fece venire un diluvio che durò 40 giorni fino a quando dopo centocinquanta giorni. Nel settimo mese, il diciassette del mese, l’arca si posò sui monti dell’Ararat.

L’umanità era stata completamente annientata.

Questa è la storia tratta dalla Bibbia, una leggenda che ritroviamo anche in altri contesti e che merita di essere raccontata. In tanti hanno cercato di trovare i resti dell’arca e in tanti hanno fantasticato sulla sua esistenza.

L’arca ritrovata?

Nel 1993 un programma dal titolo “The incredible discovery of Noah’s ark” dalla durata di due ore e prodotto da Sun international pictures, basato su un’intervista ad un certo George Jammal, presentato come testimone oculare, racconta come, durante un’esplorazione in vetta al monte Ararat compiuta con un compagno Russo nel 1984, effettuò una scoperta incredibile.

I due avrebbero, non si sa come, ritrovato i resti dell’arca praticando un foro nel ghiaccio per poter accedere all’interno della stessa, dove avrebbero scattato una serie di foto della stalla e recuperato un pezzo di legno. La sfortuna però non ha aiutato i due, infatti una valanga avrebbe sepolto il compagno russo e l’intero set di foto, Jammal aveva salvato il pezzo di legno, la sua testimonianza sarebbe stata confermata da un esperto biblico, Gerard Larue.

Ma una scoperta cosi importante perché è stata divulgata solo dopo anni? Soprattutto in presenza di prove, un pezzo di legno e una persona scomparsa…

Nel 1985 Jammal si era messo in contatto con l’Istitute for Cretion Research (ICR), organizzazione fondamentalista americana, non per dare una prova dell’esistenza dell’arca ma per spacciare una bufala, infatti le referenze scientifiche fornite dovevano per lo meno allarmare il centro di ricerche creazioniste, infatti nomi come Vladimir Sobitchsky e Allis Buls Hittan suonano palesemente il primo come “son of a bitch” e il secondo “Alls is bullshit“, non credo ci sia molto da tradurre…

Il centro, pur non fiutando l’inganno, passò comunque la mano.

Ma non è finita, il biblista, Gerard Larue, a quanto pare covava vendetta contro la Sun International rea di avergli annullato un programma e l’inganno non consumato nei confronti del ICR da Jammal a questo punto poteva essere riesumato e utilizzato per far esplodere un putiferio al Sun, cosa avvenuta, come abbiamo già visto nel 1993. La storia finì sul piccolo schermo, in una trasmissione della CBS, che si è difesa dalle critiche asserendo che i loro documentari hanno il solo obbiettivo di intrattenere il pubblico e non la pretesa di divulgare fatti scientificamente provati.

Insomma una storia di bufale e vendette consumate ma a pagarne le conseguenze è sempre una vasta fetta di pubblico che finisce per essere disinformata.

La nuova arca di Noé

Ken Ham, il fondatore di Answers in Genesis, il movimento integralista Usa che considera la Bibbia un testo scientifico da interpretare in senso letterale ha deciso di costruire un’arca per lottare contro l’evoluzionismo darwiniano.

150 metri di lunghezza, alta come un palazzo di sette piani, l’arca è stata costruita da 800 operai che hanno dovuto dichiarare la loro fede creazionista, ad eccezione di un plotone di carpentieri «amish» perché, spiega un Ham «in America non si trova più gente capace di costruire strutture di legno così complesse e imponenti». Aperta al pubblico un anno fa e già visitata da un milione di persone («non sono tutti creazionisti e nemmeno tutti cristiani» dice Ham, «ma gli interessa la nostra tesi»), l’Arca, posta al centro di un parco denominato Ark Encounter e affiancata, qualche miglio più in là, dal Museo del Creazionismo, è effettivamente imponente. Ham spiega di aver scelto questo angolo del Kentucky perché non è lontano da un grande aeroporto internazionale (Cincinnati) e perché è raggiungibile dai due terzi della popolazione Usa in auto. È stata fatta anche una scelta economica e di convenienza fiscale, visto che Ham è riuscito ad ottenere incentivi e sconti sulle tasse, promettendo di creare qui una struttura capace di attirare molti turisti, ma a tanti questo non è piaciuto e la scelta di aiutare con soldi pubblici diretti o indiretti un’iniziativa considerata antiscientifica è stata pesantemente contestata.

In tempi di fake news e di vaccini contestati ci mancava anche il ritorno del creazionismo.

Font: Cicap, Genesi (Antico testamento), Corriere TV

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Etanolo per curare il cancro

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Che l’etanolo avesse effetti micidiali sulle cellule cancerose già si sapeva ma la sua estrema tossicità anche sui tessuti sani ne ha limitato l’uso solo ad alcuni tipi di tumore come, ad esempio, quello del fegato, lasciando l’opzione chirurgica come scelta d’elezione nel trattamento di tumori.

Ora, secondo quanto riporta “Nature“, un gruppo team di ricercatori, Robert Morhard e collaboratori, è riuscito a realizzare un gel mescolando una soluzione di etanolo con una sostanza denominata etilcellulosa ottenendo l’effetto di evitare le dispersioni di etanolo nei tessuti circostanti al tumore.

A questo punto, le iniezioni di questa sostanza possono essere considerate mirate esclusivamente al tessuto tumorale e la terapia è stata sperimentata su un gruppo di otto criceti cui era stato inoculato un tumore della guancia.

Secondo il rapporto presentato la terapia ha registrato uno straordinario tasso del 100% di guarigioni.

Certo, siamo ancora ai primi trial sperimentali ma i risultati sono incoraggianti. La terapia con gel di etanolo dovrà essere sperimentata su campioni più ampi a vari stadi di malattia e poi testata su esseri umani ma potrebbe non essere lontanissimo il giorno in cui determinati tumori potranno essere curati con una economica e sicura inoculazione di etanolo invece che con una costosa operazione dagli esiti incerti.

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Come sopravvivere ad un’esplosione nucleare?

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La crescente tensione che si sta sviluppando nella regione coreana a causa delle continue provocazioni del dittatore Kim Jong Un sta riportando alla ribalta le paure per il nucleare che si erano sopite con la fine della guerra fredda e molte persone si chiedono sopravvivere ad un’esplosione nucleare.

La Corea del nord ha dimostrato di possedere missili in grado di colpire il territorio statunitense e l’ultimo lancio di prova ha sorvolato l’isola giapponese di Okkaido allarmando notevolmente l’America ed i suoi alleati.

Si ritiene che la Corea del nord potrebbe essere in grado di colpire l’isola di Guam, un protettorato americano con una base della marina militare e due basi dell’US air force che è considerata la chiave per il controllo dell’oceano Pacifico.

L’ultimo test nucleare effettuato ieri dalla Corea del nord ha anche certificato la sua capacità di produrre testate nucleari e le fonti di intelligence riferiscono che i tecnici di Kim hanno acquisito la conoscenza necessaria per produrre testate adatte ad essere montate sui missili intercontinentali.

La minaccia costituita dal regime che domina la Corea del nord da oltre cinquant’anni non è mai stata così grande e solo i veti incrociati tra le grandi potenze hanno frenato finora il presidente Trump dall’ordinare un attacco preventivo atto a rendere inoffensiva la minaccia.

Anche Cina e Russia sono preoccupate per l’atteggiamento di Kim ma nessuna delle due può permettere che gli USA incrementino la propria presenza militare nella penisola coreana.

La Cina mantiene la Corea del nord come un utile cuscinetto tra sé e la fin troppo occidentalizzata Corea del sud e, inoltre, non intende avere alle proprie porte ondate di profughi in fuga dalla guerra nè, successivamente, basi americane ai propri confini.

Più o meno simile è il ragionamento della Russia di Putin per cui la situazione è, al momento, in uno stato di stallo ma, come sappiamo, l’America ha risorse adeguate a svolgere un’azione che nel giro di poche ore potrebbe annientare le forze armate della Corea del nord e, se fortemente minacciata o provocata con un missile verso Guam, potrebbe decidere di effettuare un rapido attacco preventivo per mettere tutti davanti al fatto compiuto, nonostante l’imprevedibilità delle conseguenze.

La Cina ha notevoli interessi economici in occidente ed in Asia e potrebbe limitarsi ad alzare la voce fino ad ottenere un cessate il fuoco, inoltre il premier cinese Xi sa che la Cina non è ancora all’altezza degli USA dal punto di vista degli armamenti ma diversa potrebbe essere la reazione della Russia di Putin.

Insomma, il rischio di un conflitto nucleare non era così alto da parecchi decenni ed in USA già c’è chi sta spolverando i vecchi rifugi nucleari ripristinandone le scorte e verificandone le funzionalità.

Ma come sopravvivere ad un attacco nucleare?

Il rischio non è solo nell’immediatezza dell’esplosione ma anche nel fall out radioattivo che permarrebbe per giorni. Vediamo ora cosa consigliano gli esperti per sopravvivere alla minaccia nucleare.

Come sopravvivere ad un’esplosione nucleare?

Alcune di queste informazioni potrebbero tornare molto utili non solo in caso di attacco nucleare ma anche nell’evenienza in cui una una centrale nucleare, a causa di un grave incidente, rilasci radioattività nell’aria.

L’esplosione nucleare

Un’esplosione nucleare si annuncia con un’improvviso lampo accecante che è molto importante non guardare direttamente perché è in grado di danneggiare la retina e far perdere temporaneamente o definitivamente la vista.

Il lampo sarà seguito dall’esplosione stessa con la formazione di una sfera luminosa e caldissima di gas compressi, visibile a centinaia di chilometri di distanza, cui fa seguito una nube a forma di fungo per questo viene chiamato anche “fungo atomico”. In seguito, viene prodotta un’onda d’urto collegata ad una fortissima ondata di calore, seguita da un’onda radioattiva.

L’estremo calore sviluppato dalle reazioni nucleari, in una bomba simile a quella di Hiroshima, causano, dall’epicentro dell’esplosione, la distruzione completa di una zona di 1000 metri di diametro, distruzioni gravi per 1400 metri e leggere fino a 2800 metri.

I prodotti di fissione vengono dispersi violentemente generando un’onda d’urto ma perdono presto la loro energia cinetica negli urti con le molecole atmosferiche, trasformandola in energia termica. Questo determina un grande innalzamento della temperatura che supera spesso i 10 milioni di gradi Celsius nel punto di esplosione.

L’onda radioattiva è costituita prevalentemente da raggi g prodotti in concomitanza alle reazioni nucleari e si esaurisce in circa 90 secondi, ma il suo effetto è letale per ogni essere vivente presente nel raggio di 800 metri dall’epicentro. Oltre a quest’effetto immediato si genera una radioattività dovuta alla formazione di isotopi radioattivi più o meno stabili che ricadono dalle nubi prodotte durante l’esplosione.

Questi radionuclidi provocano immensi danni alla popolazione (cancro, leucemia, ecc.) e costituiscono un ostacolo all’occupazione militare delle zone colpite (come in Giappone).

I più comuni residui radioattivi sono il cesio-137 e lo stronzio-90, che hanno periodi di dimezzamento di 29,4 e 28,5 anni. Questi isotopi, inoltre, possono comporre il pulviscolo radioattivo che, dopo un certo tempo, giungere a contaminare anche vaste zone del pianeta.

I rifugi antiatomici

Per avere un certo grado di sicurezza per sopravvivere ad un’esplosione nucleare un rifugio nucleare è fondamentale. Un rifugio sicuro deve essere costruito sotto terra e deve avere un affidabile sistema di ossigenazione che impedisca all’aria contaminata di entrare nel sistema di aerazione. L’involucro è quasi sempre in cemento armato con pareti molto spesse e gli interni sono rivestiti da particolari materiali isolanti.

Piombo e acciaio sono largamente usati per la costruzione di rifugi antiatomici per la loro alta protezione dalla radioattività.

L’entrata del bunker solitamente è composta da una botola corazzata e una scala che porta al rifugio, per entrare nel cuore del bunker si passa dalla stanza di decontaminazione e di solito da due portoni molti spessi a tenuta stagna e a chiusura ermetica.

Nella parte più profonda del rifugio devono essere state preventivamente accumulate scorte di acqua potabile, cibo, farmaci, tra cui una buona scorta di compresse di ioduro di potassio almeno un generatore di energia elettrica, scorte di carburante e servizi igienici.
Sarà inoltre utile avere scorte di candele, fiammiferi, torce elettriche e relative pile, oltre ad almeno una radio a batterie, che però sarà utile dopo qualche tempo perché l’ scarica elettromagnetica provocata dall’esplosione renderà impossibili le comunicazioni radio per alcune ore.

Durante la guerra fredda, la grande richiesta da parte della popolazione ha fatto nascere ditte specializzate nella costruzione di rifugi antiatomici prefabbricati. La Svizzera risulta essere molto organizzata in questo settore in quanto una legge obbliga ogni cittadino a costruirsi un rifugio sotto casa con solai spessi 40 cm e muri spessi 30 cm, con un autosufficienza di cibo, acqua e aria di almeno sei mesi. Per i palazzi esistono i bunker condominiali.

Come sopravvivere ad un’esplosione nucleare

Per sopravvivere ad un’esplosione nucleare si possono usare rifugi antiatomici improvvisati come le condotte sotterranee della metropolitana, tunnel autostradali e ferroviari di una certa lunghezza, grotte, miniere, fogne ecc…

Dopo l’esplosione di una bomba nucleare bisogna raggiungere velocemente un rifugio prima che cominci la ricaduta radioattiva, cioè entro mezz’ora dal lampo nel cielo.

Se non si riesce a trovare un rifugio sottoterra o in un bunker, optare per qualsiasi luogo sia al di sotto del metro e settanta dal livello della superficie.

Potete rifugiarvi anche in un fosso o potete scavare una buca; all’interno stare rigorosamente sdraiati a faccia in giù coprendosi bocca e naso con un panno o con la maglietta. In questo modo si eviterà l’onda termica, l’onda d’urto e la radioattività diretta.

Prima della ricaduta radioattiva coprire la buca o cambiare riparo.

Se esiste la probabilità che la propria città possa essere vittima di un attacco atomico e non si riesce ad abbandonarla, improvvisare un rifugio in una cantina o in un qualsiasi spazio al di sotto del livello del terreno rinforzando i muri con lastre di acciaio o sacchi di terra, sigillando eventuali aperture con calcestruzzo.

Proteggersi dal Fallout

La ricaduta radioattiva più pericolosa è quella del primo giorno dall’esplosione, poi comincia a diminuire a seconda della potenza del ordigno esploso e dalla distanza in cui ci si trova dall’ipocentro.

Per poter sopravvivere ad un’esplosione nucleare è utile sapere quando il periodo radioattivo termina in modo da tale da poter lasciare i propri rifugi.

Quando la radioattività si abbassa a un livello tale che il suo assorbimento ci permette di sopravvivere è possibile uscire all’aria aperta.

Si può usare la regola del 7/10, cioè dopo 7 ore la radioattività è di 1/10 di quella che si ha un’ora dopo l’esplosione, quindi dopo 49 ore sarà di 1/100, dopo 343 ore di 1/1000 è così via…

7X7= 49 (2 giorni)  1/100= 1/10 X 1/10

7X7X7=343 (14 giorni)  1/1000= 1/10 X 1/10 X 1/10

Esempio:

Dopo 1 ora: 1000Rad o 10 Gray

Dopo 2 ore: 400Rad o 4Gy

Dopo 7 ore: 100Rad o 1Gy

Dopo 48 ore: 10Rad o 0.1Gy

Nozioni base per sopravvivere ad un’esplosione nucleare

  • Appena si vede il bagliore nel cielo cercare un riparo immediatamente, a 2 o 3 metri da dove ci si trova.
  • Se non lo si trova mettersi dietro un muro o un riparo rivolti verso la parte opposta dell’esplosione.
  • Se non si trova nulla sdraiarsi a testa in giù e chiudere gli occhi, coprendosi le parti cutanee scoperte.
  • Non muoversi finchè non passa l’onda d’urto.
  • Ora bisogna raggiungere entro mezz’ora un ricovero possibilmente sotterraneo per sopravvivere alla ricaduta radioattiva.
  • Nello spostamento coprire naso e bocca e non guardare verso l’esplosione il forte effetto termico potrebbe bruciarvi le retine.
  • Non mangiare, bere o fumare.
  • Se al momento dell’esplosione uno si trova all’interno di un edificio, riparasi subito dietro una grossa parete o un mobile solido, stare lontano dalle apparecchiatura elettriche.
  • Una volta passata l’onda d’urto uscite a trovare un rifugio, se non trovate niente scendete nei piani più bassi dell’edificio o nel seminterrato tappezzando spifferi e finestre.
  • Se uscite a cercare un ricovero riparatevi sotto una grossa coperta che abbandonerete quando troverete un rifugio, facendo occhio agli eventuali incendi generati dall’onda termica.
  • Non utilizzate le auto, l’impulso elettrico generato dall’esplosione potrebbe aver danneggiato il motore, però potete rifugiarvi all’interno chiudendo bene tutte le possibili entrate d’aria (infilarsi in un’auto può aumentare sensibilmente le probabilità di sopravvivenza, almeno del 40 per cento).
  • Non perdete tempo con i cellulari potrebbero essere danneggiati e comunque le comunicazioni, sarebbero interrotte per via dell’effetto elettromagnetico.
  • Se durante la corsa verso un rifugio vi si depositano addosso detriti e polveri radioattive sbarazzatevi di tutti gli indumenti, fatevi più docce utilizzando molto sapone,dedicando particolare cura a capelli, mani e togliendo i residui sotto le unghie.
  • Appena entrate nel rifugio antiatomico fate una doccia di decontaminazione lasciando tutti gli indumenti e gli oggetti che avete nella stanza che precede l’entrata.
  • Una volta dentro chiudete le porte a tenute stagna e non le aprite più fin quando non dovrete uscire.

In media un rifugio antiatomico difficilmente può garantire condizioni di sopravvivenza superiori ai 5 anni.

Concludendo in caso di attacco nucleare non perdete tempo a scappare cercando di allontanarvi il più possibile dall’ipocentro ma trovate un rifugio da cui ripararvi dalla pioggia radioattiva.

Molti non sono a conoscenza del fallout secondario: se, ad esempio, un ordigno esplodesse nel centro di una città, le persone che si troverebbero a un paio di chilometri una volta sopravvissuti all’esplosione scapperebbero in preda al panico ignari che la pioggia radioattiva sarà la causa della loro morte.

In caso ci si trovasse dentro un edificio è importante ricordarsi che i piani più alti sono i meno sicuri mentre quelli nel sottosuolo sono i rifugi ideali.

Restate dove siete e cercate un rifugio sul posto. Questo è l’unico grande messaggio, il modo migliore per salvare vite e prevenire patologie legate alle radiazioni. Va contro il nostro istinto di scappare dal pericolo per riunirci ai nostri familiari. Ma se i bambini sono a scuola o all’asilo, è lì che dovrebbero rimanere. Non si può sfuggire alla precipitazione radioattiva e gli effetti disastrosi riconducibili alla precipitazione radioattiva possono essere evitati al 100%. Si stima che 285.000 persone, senza protezione nel raggio di un miglio dalla detonazione a Los Angeles, andrebbero incontro a malattia o morte causate dall’esposizione alle radiazioni.  Solo un rifugio rudimentale, come una costruzione in legno, potrebbe salvare 160.000 persone da un’esposizione significativa. Se le persone riuscissero a trovare rifugio in seminterrati o edifici multipiano o centri commerciali, 240.000 di queste 285.000 potrebbero salvarsi. Se si riuscisse a raggiungere un parcheggio sotterraneo o il centro di un grattacielo di uffici, non si riporterebbe alcuna esposizione mortale“.

In Italia, subito dopo il disastro di Chernobyl, la protezione civile ha sviluppato un piano di emergenza nel caso in cui una delle tante centrali nucleari, poste vicino ai nostri confini, rilasci radioattività: Piano-nazionale-revisione-1marzo-2010.pdf

La Iodoprofilassi – Profilassi con Ioduro di potassio:

In caso di esplosione nucleare o incidente ad una centrale nucleare per sopravvivere ad un’esplosione nucleare è necessario iniziare immediatamente la profilassi per salvaguardare la tiroide. Questa ghiandola tende a fissare lo iodio 131 disperso dall’esplosione, sostanza che provoca tumori. La profilassi si effettua con compresse di ioduro di potassio che forniscono protezione alla tiroide.

Una compressa agisce per 24 ore e risulta essere efficace se chi l’assume è stato esposto solo da poco tempo, è efficace se assunta fino a 3 o 4 ore dopo l’esposizione.

La profilassi andrebbe continuata finché il rischio di ricaduta radioattiva non sia sceso sotto il livello di pericolo ed il terreno non sia stato ripulito dalle scorie radioattive.

Comunque, per sopravvivere ad un’esplosione nucleare, occorre soprattutto tanta fortuna.

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Le quattro migliori app per guardare il cielo

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L’estate volge al termine ma ancora in molti puntano gli occhi verso il cielo per capire cosa ci sia lassù. Ecco allora una serie di app per iOS e Android che aiuteranno a capire meglio il cielo mediante mappe stellari, enciclopedie astronomiche e tanto altro.

Le quattro migliori app per guardare il cielo per iOS e Android

Tra le migliori app per guardare il cielo, da scaricare sia su dispositivi Android che iOS, vi segnaliamo quella chiamata “Sky Map” che trasformerà il vostro dispositivo in una finestra  sul cielo notturno. Grazie a tale applicazione si potrà osservare il cielo in base alla reale posizione, si potranno ricevere dati sulle costellazioni ed i pianeti, si potrà utilizzare la funzione di ricerca per trovare stelle, pianeti o le costellazioni preferite e si potrà zoomare per focalizzare più da vicino l’area interessata. Tale app sarà uno strumento ideale per chi ama l’astronomia ma purtroppo le informazioni saranno soltanto in inglese.

Mappa Stellare è una app per iOS e Android per aprire una finestra virtuale sull’universo visibile. Essa calcolerà, in tempo reale, la posizione di ciascun pianeta e stella visibili dalla terra e li mostrerà sullo schermo anche di giorno. Per capire qual è la stella più luminosa che stiamo guardando, basterà puntare lo smartphone su di essa e così si scoprirà di che stella o pianeta si tratta. Inoltre, si potrà osservare anche il cielo visto dagli abitanti dell’altro emisfero per un totale di 125000 mila stelle. L’app mostrerà, infine, tutti i pianeti del sistema solare compreso il sole e la luna ed inoltre mostrerà le ottantotto costellazioni stellari.

Le quattro migliori app per guardare il cielo per iOS e Android

Sistema solare esplorare HD è un app per Android grazie alla quale si potrà volare nello spazio ed esplorare tanti pianeti, lune ed asteroidi grazie ad un’alta definizione grafica e ad una musica di atmosfera. Si potrà visitare il sole, i pianeti Mercurio, Marte, Venere, Terra, Giove, Saturno, Urano e Nettuno nonché le varie lune del sistema solare ovvero la Luna, Deimos e Phobos, Callisto, Io, Ganimede, Mimas, Tethys, Dione, Encelado, Rea, Giapeto, Titano, Miranda, Umbriel, Ariel,Titania, Oberon, Triton, Charon e Proteus. Infine, grazie a tale app, si potrà catturare la sonda Voyager della Nasa per rendere ancor più bello e affascinante il proprio viaggio nel cosmo.

Infine tra le migliori app per Android e iOS vi segnaliamo quella denominata “Pocket Universe” che sfrutterà il GPS per visualizzare la mappa del cielo in cui ci si trova in base all’ora reale. Grazie a tale app si avrà a disposizione un database con diecimila nomi di stelle e ottantotto costellazioni ed inoltre si riceveranno le notifiche dei più importanti eventi astronomici. Per gli appassionati, inoltre, vi sarà anche un quiz di astronomia ma in inglese.

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