Alligatori nelle fogne: non è una leggenda

Per tanti anni si è pensato che gli alligatori che abitavano le fogne fossero una leggenda ma le nuove tecnologie hanno dimostrato che invece è una realtà

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Alligatori nelle fogne: non è una leggenda
Alligatori nelle fogne: non è una leggenda

Non bastava il terrificante clown IT a terrorizzare i bambini dagli anfratti più reconditi delle città, adesso c’è stata la conferma che gli alligatori nelle fogne vivono e sono in mezzo a noi e a quanto pare non si tratta di una leggenda metropolitana ma di presenze concrete che sgusciano sotto i nostri piedi, o meglio sotto i piedi delle persone che vivono nelle città colpite da questo fenomeno.

Alligatori

Alligatori nelle fogne: tra leggenda metropolitana e realtà

Le storie sugli alligatori delle fogne sono state raccontate per la prima volta alla fine degli anni ’20 e all’inizio degli anni ’30 e si sono basate su resoconti di avvistamenti di alligatori in luoghi insoliti, soprattutto a New York City.

Le leggende metropolitane sono l’equivalente moderno delle fiabe. Noi abbiamo Pinocchio che viene inghiottito da una balena, gli americani Bessie che vive nel lago Erie e gli alligatori che sguazzano nelle latrine. Insomma, anche il concetto di fiaba segue un filone piuttosto inquietante.

Nel corso degli anni, si sono diffuse storie insistenti secondo cui gli alligatori sono stati visti e vivono principalmente nelle fogne di New York City, ma anche in altri luoghi. Queste voci risalgono agli anni ’30 ma  hanno catturato l’immaginario collettivo degli americani negli anni ’50.



Teddy May, l’ex commissario delle fogne di New York City, avrebbe affermato che numerosi ispettori hanno avvisato alligatori nei tunnel sotterranei della città intorno al 1935, ed è qui che sembrano iniziare le storie di queste creature che si riproducono e vivono nel sistema fognario negli anni ’30.

Teddy iha iniziato a liberare la città dai mitici alligatori nonostante non avesse prove concrete della loro esistenza, il che è di per sé abbastanza curioso, visto che l’epurazione da qualcosa che non esiste o non dovrebbe esistere pare una faccenda piuttosto complicata. Nonostante questa incongruenza, nel 1937 ha dichiarato che le fogne della città erano libere da parassiti e rifiuti.

Negli anni ’50, le storie degli alligatori nelle fogne di New York sono nuovamente comparse ancora una volta all’attenzione degli americani, anche se  la narrazione è risultata essere un po’ diversa.

Alligatori

Le storie sarebbero incentrate sulle famiglie che tornavano a New York dopo le vacanze in Florida con cuccioli di alligatore vivi. La famiglie in questione avrebbero scaricato i cuccioli di alligatore nel WC e nel sistema fognario prima che quelle minuscole creature diventassero troppo grandi.

Secondo i racconti, l’alimentazione degli alligatori con roditori e spazzatura ha portato la loro massa corporea a svilupparsi e come se non bastasse, a causa dell’assenza di luce solare, gli alligatori sono diventati albini e anche piuttosto nervosi, perché hanno iniziato a minacciare i cittadini.

La sopravvivenza degli alligatori nel sistema fognario newyorkese sembrerebbe inverosimile perché per sopravvivere, devono trascorrere molte ore a riscaldare il proprio corpo crogiolandosi al sole o comunque una fonte di calore, cosa che la vita nelle fogne di New York City non offre.

Gli alligatori cadono in uno stato di “torpore” in cui le loro funzioni corporee di base cessano quando non sono esposti al calore del sole. E anche se possono sopportare questa condizione per diversi mesi consecutivi, ad esempio per tutto l’inverno, alla fine morirebbero senza la luce del sole.

Alligatori nelle fogne: un avvistamento recente

La leggenda si è trasformata in realtà, ma in Florida, dove è stato avvistato un alligatore proprio nel suo famigerato habitat metropolitano. Secondo un rapporto della Jam Press, una squadra di lavori pubblici ha inviato un robot dotato di una telecamera per arrivare alla radice della causa per la quale un certo numero di buche ha iniziato a moltiplicarsi sulla strada: gli operai hanno scoperto che la ragione non era una leggenda, ma un animale in squame ed ossa.

Inizialmente l’immagine rimandata dal robot ha fatto pensare ad un rospo, sinché gli operai non hanno incrociato i bulbi oculari dell’alligatore, dal taglio inconfondibile. Questa volta, grazie alla tecnologia, si è potuto filmare l’esemplare e fornire la prova provata che non si trattava di una leggenda.

Nel filmato POV, si può vedere la telecamera avvicinarsi a un paio di quelle che sembrano essere luci brillanti alla fine del tunnel, in una scena uscita direttamente da un film horror di tipo Found Footage. Il predatore, turbato dallo sguardo indiscreto dell’archibugio tecnologico, ha indietreggiato con le fauci spalancate, prima di voltare la coda e avviarsi lentamente lungo il tunnel con il droide che lo seguiva come un cybersegugio.

Alligatori

Alla fine dell’inseguimento il robot è rimasto bloccato in una rientranza mentre l’alligatore è scomparso nella sua tana sotterranea.

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