Si chiama Wali, è considerato il tiratore scelto più pericoloso al mondo ed è pronto a supportare l’Ucraina nella guerra contro la Russia.
Sappiamo che si è appena arruolato nella Legione straniera per la difesa territoriale ucraina, un’unità di volontari internazionali formata dal governo di Kiev per respingere l’avanzata di Mosca.
Il suo curriculum è piuttosto invidiabile. La Bild ha dichiarato che Wali, già in servizio nel 22esimo reggimento reale canadese, ha combattuto in Iraq e Afghanistan. Questo soldato è diventato famoso, per così dire, nel 2017. In quell’occasione è infatti riuscito a eliminare un combattente dello Stato islamico con un colpo esploso da un fucile McMillan Tac-50 da ben 3.450 metri. Si è trattato di un record mondiale per il colpo letale a più lunga distanza tirato con tale arma.
Volodymyr Zelensky spera adesso che Wali si trasformi in un vero e proprio incubo per Vladimir Putin e i suoi uomini, ancora in attesa di sferrare l’assalto decisivo alla capitale Kiev.
Il cecchino farà parte dei 20mila volontari provenienti da 52 nazioni che hanno già contattato il governo ucraino e affermato di voler difendere l’Ucraina dai soldati russi.
Wali: il cecchino letale
Ma per quale motivo Wali ha scelto di scendere in campo, e rischiare la vita, per difendere l’Ucraina? Nel motivare questa scelta il cecchino, che dopo le ultime missioni era tornato alla vita civile come programmatore informatico, ha spiegato di aver sentito risuonare una sorta di “sirena d’allarme”. “È come essere un vigile del fuoco che sente suonare l’allarme”, ha spiegato l’uomo, 40 anni, che ha lasciato in Canada la moglie e il figlio di un anno.
Sua moglie era riluttante a lasciarlo partire ma alla fine ha capito che per lui, restare a casa, sarebbe stato come essere in galera. E così all’inizio di questa settimana, nel cuore della notte, Wali (soprannome nato dopo l’esperienza in Afghanistan), è entrato in Ucraina dalla Polonia. Il confine, ha raccontato a CBC, è stata un’esperienza surreale anche per un ex soldato canadese abituato all’imprevedibilità della guerra nei campi di vite bruciati dal sole di Kandahar.
Wali ha affermato che lui e i suoi compagni i viaggio – altri tre ex soldati canadesi – dopo aver attraversato il confine sono stati accolti con abbracci, strette di mano, bandiere e foto dagli ucraini. “Erano così felici di averci. È come se fossimo subito amici”, ha raccontato il volontario canadese.
In supporto di Kiev
Secondo fonti militari ucraine, sarebbero 550 i canadesi giunti a Kiev per combattere contro le forze di invasione russe nella Legione straniera ucraina. Il reparto è organizzato per gruppi di nazionalità, così da superare le barriere linguistiche. Ricordiamo che, come altri Stati, il Canada ha ordinato al proprio personale militare in servizio o in congedo di non recarsi in Ucraina per prendere parte ai combattimenti in corso. In particolare, la vice prima ministra canadese Chrystia Freeland ha minacciato di “gravi conseguenze” nei confronti di coloro i quali dovessero disobbedire.
Tornando a Wali, le sue parole a supporto del popolo ucraino sono emblematiche: “Voglio aiutarli. È così semplice. Devo aiutarli perché ci sono persone bombardate solo perché vogliono essere europee e non russe”. Una settimana fa il signor Wali si trovava nel suo posto di lavoro a maneggiare software e computer. Adesso è tornato nell’epicentro di un conflitto pericolosissimo. Ed è pronto, più che mai, a prendere la mira in nome della libertà.