Vedere di persona le forme contorte delle vittime umane e animali dell’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei rende un’idea chiara dell’orrore dei loro momenti finali come nessuna parola o filmato potrebbe mai fare. I famosi calchi di Pompei hanno permesso che questa esperienza fosse condivisa da generazioni di persone in tutto il mondo, dall’Italia all’Australia.
Sfortunatamente, il gesso potrebbe aver contaminato anche i resti umani all’interno, rivela un nuovo studio. L’archeologo Llorenc Alapont dell’Università di Valencia, in Spagna, ed i suoi colleghi ritengono che la contaminazione del gesso sia ciò che ha reso l’analisi biochimica dei resti così difficile e perché è stato complicato confermare in modo definitivo l’effettiva causa di morte.
![Il gesso utilizzato per i calchi delle vittime di Pompei potrebbe averne contaminato i resti 1 Calco in gesso di un cane contorto sul dorso.](https://www.sciencealert.com/images/2023/08/PompeiiCastOfUnfortunateCanineVictim-642x656.jpg)
Nel 1870 furono creati oltre 100 calchi versando gesso nei vuoti di cenere vulcanica calcificata lasciati da corpi decomposti durante l’eruzione del 79 d.C. che distrusse Pompei. I pochi frammenti rimasti degli scheletri furono incorporati nei calchi. Sono questi che i ricercatori hanno tentato di valutare per scoprire di più su questa società condannata.
Analizzando la chimica di questi resti utilizzando la scansione non invasiva della fluorescenza a raggi X, Alapont e il team hanno rilevato concentrazioni alterate di fosforo e calcio in alcune ossa. Questa misura ha permesso loro di determinare quali ossa erano state maggiormente contaminate. Sono stati quindi in grado di identificare i resti con la minima interferenza del gesso per ulteriori analisi.
![Il gesso utilizzato per i calchi delle vittime di Pompei potrebbe averne contaminato i resti 2 Murale dipinto a Pompei prima che la città fosse distrutta.](https://www.sciencealert.com/images/2023/08/MuralPaintedInPompeiiBeforeEruption-642x482.jpg)
Sebbene il gesso abbia alterato la chimica dei resti umani, ha anche contribuito a preservare altre informazioni, tra cui la posizione delle vittime, fino ad alcune delle loro espressioni, e la presenza di indumenti e altri oggetti.
“Erano sdraiati a terra cercando di coprirsi con vestiti, e le ceneri sottili prendevano la forma degli oggetti circostanti, compresi i tessuti pregiati“, scrivono Alapont e colleghi.
Questa potrebbe essere stata una piccola grazia visto ciò che seguì: una brutale ondata di gas e cenere bollenti.
![Il gesso utilizzato per i calchi delle vittime di Pompei potrebbe averne contaminato i resti 3 Calchi in gesso di due vittime umane, una sdraiata a faccia in giù l'altra sulla schiena.](https://www.sciencealert.com/images/2023/08/PompeiiCastOfTwoHumanVictimsLyingOnGround-642x469.jpg)
“I corpi esposti all’alta temperatura (oltre 250˚C) delle ceneri lasciate dalla corrente piroclastica hanno subito un “effetto forno” e le ceneri “cotte” hanno lasciato la loro impronta in una cavità, lasciando per molti solo le ossa secoli“, spiegano Alapont e colleghi. Di conseguenza, il profilo chimico delle ossa corrisponde a quello degli individui cremati. Le cavità che contenevano la carne prima che fosse cotta e decomposta sono ciò che i futuri archeologi riempirono successivamente di gesso.
Questa ricerca è stata pubblicata su PLOS One.