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La NASA è troppo condizionata dagli umori della politica

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La NASA sta tornando sulla Luna o si prepara per andare su Marte?

Lo scorso anno il vicepresidente Pence imitò John F. Kennedy quando chiese all’agenzia spaziale di raggiungere il quasi impossibile: riportare gli umani sulla superficie lunare entro cinque anni “con ogni mezzo necessario. Il mandato sembrava irragionevolmente ambizioso; per prima cosa, quei mezzi necessari non sono così disponibili per la NASA oggi come lo erano durante la Guerra Fredda, quando il governo americano era impegnato nella vittoria a qualunque costo nella corsa allo spazio. L’altro problema: non tutti sembrano concordare l’obiettivo.

La NASA è già stata sulla Luna. Il presidente George HW Bush voleva rimandare l’uomo sulla Luna e poi arrivare su Marte. Il presidente Bill Clinton non era d’accordo. Il presidente George W. Bush rispolverò i piani di suo padre, immaginando un atterraggio sulla Luna per gettare le basi per una missione su Marte. Il presidente Barack Obama ha annullato quel progetto e ha ordinato alla NASA di raggiungere un asteroide e poi di andare su Marte.

Il presidente Trump ha di nuovo rivolto lo sguardo della nazione verso la Luna ma poi, mesi dopo, twittò perplesso che “la NASA NON dovrebbe parlare di andare sulla luna “ma piuttosto di Marte (di cui la Luna fa parte)”.

Probabilmente Trump intendeva che la Luna dovrebbe essere solo una tappa intermedia sul percorso della conquista di Marte e i legislatori della Camera dei Rappresentanti sembrano convenire con questa idea: andare sulla Luna solo come punto di partenza per esplorare il pianeta rosso con esseri umani persona.

Questo è molto diverso dal piano che la NASA sta perseguendo: l’agenzia guarda a Marte come il traguardo di un lontano futuro e pensa alla Luna come un fine in sé, con progetti per stabilire basi sul lato opposto e estrarre ghiaccio lunare, per il supporto vitale necessario ad una presenza permanente e ricavare carburante per i razzi.

In generale nella politica c’è una forte argomentazione secondo cui il soddisfacimento della spinta umana a conoscere in realtà non richiede umani. I robot possono fare esplorare per meno denaro di quanto costa portare le persone sui corpi celesti; e in effetti abbiamo ottenuto molta conoscenza da progetti come i rover marziani la sonda Cassini e molti altri.

C’è anche chi argomenta che dovrebbero essere le aziende private, sempre più interessate all’avventura in orbita bassa, ad essere incaricate di quanto sono in grado di svolgere, per far risparmiare denaro della NASA e per garantire che il lavoro esplorativo continui anche quando i capricci dei politici cambiano.

Questi capricci mutevoli sono la più grande minaccia per un programma spaziale costantemente afflitto da problemi di budget.

Ma se è vero che “senza soldi non si cantano le messe”, è altrettanto vero che la politica dovrebbe decidersi ad abbandonare gli interessi di cassetta e smettere di seguire gli umori dei media, almeno su temi dell’importanza di un programma spaziale.

Quanti soldi ha sprecato la NASA negli ultimi decenni avviando e chiudendo progetti diversi sulla base degli umori presidenziali o del congresso?

Ora, dopo avere affidato appalti e fatto progetti per arrivare sulla Luna entro il 2024 la NASA dovrebbe invece, secondo le nuove indicazioni, arrivarci entro il 2028, ma solo di striscio, per poi puntare Marte per il 2033.

Si tratta di obbiettivi realmente alla portata della NASA? Ed è giusto portare avanti un progetto costosissimo, costantemente afflitto da ritardi e da richieste di ulteriore budget, come l’SLS quando sappiamo che compagnie private come Blue Origin e, soprattutto, SpaceX hanno accumulato know how e tecnologie più moderne e performanti?

Se Trump perderà le elezioni di novembre e sarà sostituito da un democratico, magari in un momento di recessione globale, assisteremo ad un nuovo cambio di rotta della NASA? Nuovi ordine presidenziali potrebbero rinviare il ritorno alla Luna di un decennio ed oltre. Marte potrebbe diventare solo una lontano utopia.

Questi obiettivi a lungo termine, probabilmente potranno essere raggiunti solo con una pianificazione da perseguire per lunghi periodi e adeguati investimenti. Più a lungo i politici, e non tecnici e scienziati, discutono di Luna o Marte, meno è probabile che la NASA arriverà su uno dei due.

E allora, per rivedere l’uomo sulla Luna, non ci resta che sperare nella lenta ma coerente pianificazione dell’ESA, che spera di scendere con i suoi mezzi sulla Luna nel 2030 o aspettare che ci vadano i cinesi a metà degli anni trenta.
Oppure lasciare che gli interessi economici delle società commerciali prevalgano sulla curiosità scientifica e dare il via libera a Bezos con la sua Blue Origin e, soprattutto, a Musk con la sua SpaceX che potrebbe davvero arrivare sulla Luna entro la metà di questo decennio e su Marte nei dieci anni successivi se adeguatamente supportato e non sottoposto a troppi lacci e lacciuoli burocratici e politici.

Nuovo coronavirus: aggiornamento situazione 02/02/2020

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I freddi numeri ci dicono che il lieve rallentamento di ieri del numero di nuove infezioni confermate era solo una illusione: più di 3.000 nuovi casi confermati in sole 24 ore, che portano il numero ufficiale degli infettati confermati dal 20 gennaio a 14.627, con 346 pazienti dichiarati guariti e dimessi dagli ospedali. I decessi ufficiali sono 305, di cui 304 in Cina ed uno nelle Filippine. Quest’ultimo è il primo decesso ufficialmente avvenuto fuori del territorio cinese.
Il morto che si è registrato nelle Filippine è un uomo cinese di 44 anni che era in viaggio nelle Filippine proveniente proprio dalla città di Wuhan.
L’uomo era entrato nelle Filippine via Hong Kong, viaggiava con una donna cinese di 38 anni risultata positiva la scorsa settimana, ha riferito il Dipartimento della Salute delle Filippine. I funzionari hanno detto che l’uomo è stato ricoverato in un ospedale nella capitale, Manila, dove ha sviluppato una grave polmonite.
Questo decesso sembra smentire le voci che si rincorrono sui social secondo le quali la malattia da nuovo coronavirus è mortale solo per gli ultrasettantenni in cattive condizioni di salute.
Il Dipartimento della Salute filippino sta ora cercando di rintracciare le persone che erano sullo stesso volo dell’uomo e qualsiasi altra persona con cui l’uomo e la donna potrebbero essere entrati in contatto, come il personale dell’hotel in cui alloggiavano.
diffusione
Ora anche le Filippine, così come Italia, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Russia, Giappone, Pakistan, Indonesia e Singapore e Australia hanno fermato gli arrivi di eventuali viaggiatori stranieri dalla Cina. Fino ad ora erano stati limitati solo i voli provenienti da Hubei, che è l’epicentro dell’epidemia.

I divieti di viaggio funzionano?

Funzionari sanitari dell’OMS hanno sconsigliato i divieti.
Le restrizioni ai viaggi possono causare più danni che benefici ostacolando la condivisione di informazioni, le catene di approvvigionamento medico e danneggiando le economie“, ha detto il capo dell’OMS.
L’OMS raccomanda di introdurre controlli ai valichi di frontiera ufficiali. Ha avvertito che la chiusura dei confini potrebbe accelerare la diffusione del virus, con i viaggiatori che entrano nei paesi chiusi ai voli dalla Cina facendo prima scalo in altri paesi i cui voli non sono sottoposti a restrizioni.
La Cina ha criticato l’ondata di restrizioni ai viaggi, accusando i governi stranieri di ignorare i consigli ufficiali.

Quali altre azioni internazionali sono state prese?

  • L’India ha evacuato 300 cittadini da Wuhan. Circa 100 tedeschi sono tornati a casa. Nei prossimi giorni Thailandia e Russia dovrebbero evacuare i cittadini dalla provincia di Wuhan e Hubei.
  • La Cina ha chiesto all’Unione europea di facilitare l’invio di forniture mediche dai paesi membri.
  • Le compagnie aeree, tra cui Qantas, Air New Zealand , Air Canada e British Airways, hanno cancellato o ridimensionato i voli da e per la Cina.
  • Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha espresso le sue condoglianze in una lettera al presidente cinese.
  • Le catene alberghiere, tra cui Hyatt , Radisson e Hilton, hanno esteso le loro politiche di cancellazione per gli ospiti che viaggiano in Cina.
  • Apple ha dichiarato che chiuderà temporaneamente i suoi negozi in Cina.
  • Il Regno Unito ha annunciato che ridurrà il personale del Foreign Office dalle ambasciate.
  • La Russia ha affermato che due cittadini cinesi sono stati messi in isolamento dopo essere risultati positivi al virus.
  • GermaniaItalia e Svezia hanno confermato ulteriori casi in Europa.

Fonti: CNN; Johns Hopkins

Tutto ciò che sale deve scendere

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Viviamo su una palla rocciosa che ruota intorno al suo astro. E gira intorno al suo asse, anche se noi non c’è ne accorgiamo, alla velocità tangenziale, se siamo prossimi all’equatore, di circa 1674 km/h, un po’ meno se ci allontaniamo sensibilmente da esso, ad esempio a Londra la velocità scende a poco più di 1.000 chilometri l’ora.
Eppure noi ed eventuali oggetti che lasciamo cadere nei nostri pressi rimaniamo nella stessa posizione grazie alla forza di gravità che in qualche misura ci ancora al suolo.
Anche se siamo in un’orbita geostazionaria, la gravità non ci abbandona e per arrivare in questa posizione è molto utile l’energia supplementare che possiamo attingere dalla rotazione terrestre.
Il 4 ottobre 1957 i sovietici lanciarono il primo satellite artificiale della storia dell’umanità aprendo quella che è stata definita la corsa allo spazio.
Lo Sputnik che compiva un’orbita terrestre ogni 96 minuti sfruttava il principio del titolo di questo post tutto ciò che sale deve scendere.
Il trucco sta nel ritardare il più possibile il momento della discesa, lo Sputnik come tutte le migliaia di satelliti che sono stati successivamente lanciati, come la Stazione Spaziale Internazionale non sfuggono alla gravità terrestre.
Tutti stanno semplicemente cadendo verso la Terra. Ogni oggetto scagliato in orbita sfrutta una traiettoria ellittica ed applica spinte laterali, cosi cadendo verso la Terra manca la curvatura terrestre in un ciclo che si ripete mantenendolo in orbita. Questo è il motivo della “mancanza di peso” degli astronauti nella SSI, essi galleggiano non per l’assenza di gravità, come erroneamente è stato riportato anche in pubblicazioni educative, ma per l’effetto della caduta verso la terra.
Per entrare in orbita occorre muoversi lateralmente abbastanza velocemente perché l’equilibrio funzioni e la zona dove si effettua il lancio può rappresentare un piccolo ma significativo vantaggio.
Questo è il motivo perché tutti i satelliti lanciati dai russi partono da una base in Kazakhstan che per la sua posizione rispetto all’equatore terrestre garantisce un 5% di velocità in più.

Scoperti geni dei Neanderthal nelle popolazioni africane

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I risultati degli ricerche suggeriscono che i lignaggi umani e quelli dei Neanderthal sono correlati più di quanto un tempo si pensasse.
Nuove scoperte hanno rivelato, per la prima volta, che le popolazioni africane condividono la discendenza dei Neanderthal, ciò crea una svolta alla storia degli uomini preistorici e dei nostri parenti più stretti.

In precedenza si credeva che soltanto le popolazioni non appartenenti all’Africa fossero portatrici dei geni dei Neanderthal, ciò a causa degli incroci avvenuti a seguito di un importante migrazione umana, avvenuta fuori dall’Africa e in tutto il mondo circa 60.000 anni fa.

Le ultime scoperte rivelano che i lignaggi umani e la discendenza dei Neanderthal hanno in comune molto di più di quanto pensato fino ad ora, e si è potuto vedere, attraverso le ricerche, che sono avvenuti incroci intorno ai 200.000 anni fa, molto prima di quanto si sapeva.

Joshua Akey, un biologo evoluzionista della Princeton University e autore senior della ricerca ha dichiarato che “I nostri risultati mostrano che sono avvenute molte migrazioni al di fuori dell’Africa, alcune delle quali hanno portato all’incrocio tra gli umani moderni e gli uomini di Neanderthal. Ciò rende la storia molto interessante e ha lasciato le traccie nei genomi degli individui odierni”. 

Lo studio suggerisce che gli europei e gli asiatici viventi trasportano circa l’1% del DNA degli uomini di Neanderthal, a differenza di quelli di origine africana che presentano solo lo 0,3%.

Joshua Akey, insieme ai suoi colleghi, ritiene che il DNA degli uomini di Neanderthal sia arrivato in Africa grazie alle migrazioni degli antichi europei, che da molte generazioni avevano lasciato l’Africa, dove si erano incrociati con i Neanderthal, per poi farvi ritorno e mischiare i propri geni con le popolazioni locali.

Joshua Akey ha spiegato che “Un aspetto importante del nostro studio è la differenziazione degli umani dagli ominidi, che si muovevano dentro e fuori dall’Africa per centinaia di migliaia di anni, mischiando cosi i geni con gli abitanti del luogo in cui migravano. Le migrazioni verso l’Africa, effettuate in gran parte dagli antenati degli europei contemporanei, portavano con se le sequenze dei Neanderthal, grazie a ciò si è creata una mescolanza con gli abitanti del luogo, dove abbiamo potuto rilevare, negli individui africani, la discendenza dei geni dei Neanderthal”. 

La scoperta della mescolanza dei geni, avvenute tra le popolazioni africane e i Neanderthal, è stata possibile grazie all’avvento di sofisticate tecniche di genetica computazionale, che ha creato precisi modelli di migrazione.

I ricercatori, attraverso metodi statistici, possono allineare il genoma di Neanderthal parallelamente a quello degli antichi umani moderni e al DNA di diverse popolazioni viventi. Grazie a ciò, gli scienziati possono capire se i diversi lignaggi sono stati costantemente divergenti, o se ci sono stati periodi più lunghi di scambi di DNA in determinati punti temporali.

L’ultimo confronto mette in evidenza una caratteristica mai vista prima, la presenza di antichi geni umani nel genoma dei Neanderthal, probabilmente acquisiti da eventi di incrocio risalenti a circa 200.000 anni fa. La scoperta suggerisce che degli umani provenienti dall’Africa viaggiò verso l’Europa o l’Asia, qui si incrociarono con le popolazioni dei Neanderthal, lasciando così una leggera impronta sul loro genoma, che si è potuto rilevare più di 100.000 anni dopo.

Il documento evidenzia anche la mancanza di ricerca nella genetica delle popolazioni africane, nonostante si sappia che gli umani moderni siano emersi per la prima volta nel continente africano e le popolazioni siano oggi geneticamente diverse da tutti gli altri abitanti del mondo.

Joshua Akey afferma che “Per comprendere a fondo le variazioni del genoma umano e la storia evolutiva dell’uomo è indispensabile campionare, in modo completo, gli individui provenienti da ogni parte del mondo, in special modo quelli provenienti dall’Africa, continente molto sottovalutato fino ad oggi”. 

Non è noto se tutte le popolazioni africane, alcune delle quali hanno radici che si estendono in periodi molto antichi, abbiano in comune alcuni geni dei Neanderthal.

Ad esempio, le popolazioni dei KhoeSan (boscimani) e dei Mbuti (pigmei dell’Africa centrale) sembrano essersi separati, dagli altre popolazioni africane, da più di 100.000 anni.

Nuovo coronavirus, aggiornamento 01/02/2020

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Per la prima volta da oltre undici giorni sembra rallentare la progressione della diffusione del virus: nelle ultime 24 ore si sono registrati solo 1600 nuovi casi accertati contro i 2.000 delle 24 ore precedenti, ora il totale dei casi confermati ufficialmente è salito a 11.374. Anche i decessi sembrano rallentare, poco meno di 50 nelle ultime 24 ore contro gli oltre 70 delle 24 ore precedenti.
Sono invece 252 i pazienti dichiarati guariti e dimessi dagli ospedali.
Cominciano a crescere, anche se sempre lentamente, i casi confermati in paesi diversi dalla Cina. Per quanto riguarda l’Europa, nella giornata di ieri si sono registrati i primi due casi confermati in Gran Bretagna, un caso è stato per la prima volta confermato in Spagna e uno Svezia. In Germania i casi confermati sono arrivati a 7 ed in Francia 6. In Russia 2. Negli stati Uniti sono oggi 7 i cosi confermati.
Il virus sembra diffondersi maggiormente nei paesi del sud-est asiatico, dove ieri si è registrato il primo caso in India. In Australia sono 9 i casi confermati.
Africa e Sud America risultano, ad oggi, ancora liberi dal nuovo coronavirus.
diffusione per paese
Nella giornata di ieri l’Italia, dove sono stati registrati due casi e vi sono, al momento, 32 persone sotto osservazione, ha proclamato lo stato di emergenza sanitaria nazionale per sei mesi. Lo stesso provvedimento hanno annunciato gli Stati Uniti.
Nella giornata di ieri il professor Burioni ha spiegato che il virus si può trasmettere anche nella fase asintomatica, riportando come prova uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, che ha esaminato quattro soci d’affari tedeschi che sono stati infettati attraverso la trasmissione asintomatica.

La catena della trasmissione: è iniziata con una donna di Shanghai i cui genitori sono venuti a visitarla da Wuhan. Erano sani durante la loro visita, ma in seguito fu loro diagnosticato il coronavirus.

Quindi, la donna è volata da Shanghai in Germania, dove ha partecipato ad alcuni seminari dove ha incontrato alcuni tedeschi. A quel punto era in salute senza segni di malattia.

Entro otto giorni, a quattro dei tedeschi con i quali la donna si è incontrata è stato diagnosticato il nuovo coronavirus.

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C’è ancora molto che non sappiamo sul nuovo coronavirus e gli scienziati a livello internazionale stanno cercando di raccogliere dati e sviluppare un trattamento.

Ecco cosa possiamo dirti finora:

  • C’è una cura? Non al momento. I ricercatori hanno sviluppato con successo il virus in un laboratorio, un passo importante verso lo sviluppo di un vaccino, ma potrebbe volerci anche un anno o più prima che un vaccino sia disponibile.
  • Quali sono i sintomi? I sintomi del coronavirus possono apparire simili a quelli dell’influenza – febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Chi mostra questi sintomi ed è recentemente stato in Cina o è stato in contatto con qualcuno che è stato in Cina, dovrebbe per prudenza rivolgersi al proprio medico.
  • Come si diffonde il virus? Si pensa che il virus si diffonda da persona a persona attraverso goccioline respiratorie emesse da tosse o starnuti, ma non è chiaro esattamente quando una persona diventa contagiosa.
  • Chi è a rischio di infezione? Le persone di tutte le età possono essere infettate dal virus, ma le persone anziane e quelle con condizioni mediche preesistenti sono particolarmente vulnerabili a gravi complicanze.
  • Come posso proteggermi? Prendi le stesse misure precauzionali che faresti durante la stagione influenzale. Lavati spesso le mani con acqua e sapone, copri naso e bocca quando starnutisci o tossisci, evita il contatto ravvicinato con persone, evita i luoghi affollati e, se ti fa sentire più tranquillo, indossa una mascherina protettiva.

Il telescopio Spitzer ha finito il suo incredibile viaggio

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Dopo 16 anni di servizio esemplare, la NASA ha disattivato ufficialmente lo Spitzer Space Telescope. Operando per oltre un decennio, il telescopio spaziale ad infrarossi a infrarossi ha lavorato con il telescopio spaziale Hubble per rivelare dettagli precedentemente nascosti di noti oggetti cosmici e ha contribuito ad espandere la nostra conoscenza dell’universo. Negli anni successivi, nonostante non sia mai stato progettato per questo compito, divenne uno strumento prezioso per lo studio dei pianeti al di fuori del nostro sistema solare.
Sebbene non ci siano stati guasti catastrofici a bordo del telescopio orbitale, attualmente a più di 260 milioni di chilometri di distanza dalla Terra, gli anni hanno certamente messo a dura prova lo Spitzer.
Piuttosto che continuare ad usarlo fino all’usura totale, i controllori di terra hanno deciso di disattivarlo mentre hanno ancora la possibilità di comandare il veicolo. Alla sua distanza dalla Terra non c’è pericolo che diventi “spazzatura spaziale“, ma un veicolo spaziale guasto, che trasmette casualmente nello spazio, potrebbe diventare un fastidio per le future osservazioni.

Un campo di applicazione per lo Shuttle

Mentre la capacità della NASA di lanciare grandi carichi utili nello spazio migliorava, gli astronomi iniziarono a considerare la possibilità di un osservatorio a infrarossi in orbita. Un telescopio IR nello spazio, superera ampiamente le prestazioni di un telescopio di dimensioni simili sulla Terra, a causa del fatto che la maggior parte della radiazione infrarossa, proveniente dallo spazio, viene assorbita dal vapore acqueo e dall’anidride carbonica nell’atmosfera.
Nel 1976, Hughes Aircraft Corporation pubblicò il suo studio preliminare di progetto per lo Shuttle Infrared Telescope Facility (SIRTF), un telescopio IR raffreddato criogenicamente che sarebbe stato montato all’interno del vano di carico dello Space Shuttle. Grazie alla rapida riusabilità dello Shuttle, il SIRFT sarebbe potuto essere regolarmente aggiornato e ridisegnato per sfruttare i miglioramenti della tecnologia di imaging IR.
Sfortunatamente, la realtà del programma Space Shuttle si è rivelata molto diversa da quella inizialmente prevista. Invece di lanci regolari ed a buon mercato come un aereo di linea commerciale, lo Shuttle finì per essere molto costoso. A peggiorare le cose, gli esperimenti condotti durante la missione STS-51-F, hanno mostrato che le osservazioni IR fatte dallo Shuttle erano rovinate dall’aura di polvere e calore che circondava l’orbiter alato.

Sconfiggere il calore

Durante gli anni ’90, lo SIRTF ha subito diverse revisioni e ha preso il nome di Space Infrared Telescope Facility per differenziarsi dal precedente progetto incentrato sullo Shuttle. Il nuovo telescopio, doveva essere abbastanza piccolo e leggero da poter essere trasportato su un razzo Delta II.
Per garantire prestazioni ottimali, i sensori IR avrebbero dovuto essere raffreddati fino allo zero quasi assoluto. Ciò significa un refrigerante criogenico e un isolamento, tutta massa in più. Il modo più semplice per ridurre la massa di lancio, sarebbe stato quello di caricare meno refrigerante a bordo, ma ciò avrebbe ridotto la vita utile del telescopio.
Per risolvere il problema, si è pensato di apportare un cambiamento radicale al progetto originale. Invece di operare in un’orbita terrestre bassa come il telescopio spaziale Hubble, il SIRTF sarebbe stato lanciato nello spazio profondo. A quella distanza, il sistema di raffreddamento non avrebbe più dovuto fare i conti con il calore che si irradia dalla Terra. Naturalmente la navicella avrebbe potuto essere riscaldata dal Sole, ma ciò è stato risolto mettendo uno scudo solare passivo.
Con queste modifiche ai parametri di missione, si stimò che il SIRTF avrebbe potuto mantenere i suoi strumenti raffreddati a circa 5 Kelvin (-268° C) per un massimo di 5 anni.

La missione evolutiva di spitzer

Il SIRTF fu lanciato a bordo di un razzo Delta II il 25 agosto 2003. Come era consuetudine, la NASA non cambiò ufficialmente il nome del veicolo spaziale in Spitzer Space Telescope fino a quando non fu pronto per iniziare le osservazioni. Prese il nome dal Dr. Lyman Spitzer.
Da dicembre 2003 a maggio 2009, Spitzer ha osservato l’energia proveniente da galassie distanti, giovani stelle in formazione ed esopianeti a lunghezze d’onda comprese tra 3,6 μm e 160 μm. Successivamente, l’elio liquido si è esaurito e la temperatura della strumentazione è salita a circa 30 K (-243° C). Ciò limitava le osservazioni del telescopio a una lunghezza d’onda minima di 4,5 micron e segnava l’inizio di ciò che i controllori di missione chiamavano “Missione Spitzer Warm“.
Le scoperte fatte durante la “fase calda” furono impressionanti. I dati di Spitzer hanno aiutato a identificare una galassia che si trova a 32 miliardi di anni luce dalla Terra e tecniche come la fotometria di transito e il microlensing gravitazionale, le hanno permesso di eseguire ricerche sugli esopianeti che non erano mai state considerate nella sua missione originale.
Le osservazioni scientifiche sono continuate fino ai giorni nostri, sebbene negli ultimi anni il declino della batteria e la sempre crescente distanza tra Spitzer e la Terra, abbiano reso più difficile il download dei dati.

Il futuro dell’astronomia a infrarossi

Lo Spitzer Space Telescope è già sopravvissuto al simile William Herschel Telescope dell’Agenzia spaziale europea, e il WISE (Wide-field Infrared Survey Explorer) della NASA non è abbastanza sensibile da eseguire lo stesso tipo di osservazioni. Naturalmente ci sono molti dati da esaminare per il momento, ma quanto tempo dovranno aspettare gli astronomi prima che possano essere fatte nuove osservazioni IR?
Il successore diretto di Spitzer, noto come SAFIR (Single Aperture Far InfraRed), è, per il momento, solo un progetto senza tempi fissi per la sua costruzione o il suo lancio. L’Agenzia spaziale europea vorrebbe lanciare Euclid nel 2022, un nuovo telescopio spaziale che sarà in grado di guardare fino alle lunghezze d’onda dell’infrarosso di Spitzer.
Sicuramente la prospettiva più emozionante è il James Webb Space Telescope (JWST). Previsto per essere lanciato il prossimo anno, il JWST non sarà in grado di vedere tutte le stesse lunghezze d’onda IR che lo Spitzer ha esplorato durante la sua “fase fredda”, ma lo specchio incredibilmente grande di 6,5 metri di diametro del telescopio, gli permetterà di osservare oggetti più deboli e più lontani.

Nuovo coronavirus: primo caso di contagio uomo-uomo in USA

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Il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) ha annunciato ieri, 30 gennaio, che il coronavirus si è diffuso per la prima volta negli Stati Uniti attraverso il contatto tra due persone.
I due sono marito e moglie e la donna dell’Illinois ha contratto l’infezione dopo aver compiuto un viaggio in Cina. Negli Stati Uniti ora sono sei le persone infettate dal virus, l’uomo è ricoverato in ospedale e le sue condizioni sono stabili. Gli altri quattro pazienti infettati dal Coronavirus hanno compiuto un viaggio a Wuhan per poi rientrare negli USA.
La diffusione da persona a persona, secondo gli esperti del CDC è possibile, e a confermarlo è stato il dottor Robert Redfield, direttore del CDC durante una conferenza:
Comprendiamo che questo potrebbe essere preoccupante“, ha detto. “Ma sulla base di ciò che sappiamo ora la nostra valutazione rimane che il rischio immediato per il pubblico americano è ancora basso“.
Il Coronavirus si è diffuso in modo limitato in altre parti del mondo, si contano per ora nove casi di contagio di viaggiatori in Cina, ma afferma Redfield: “Tuttavia, non è chiaro il quadro completo di quanto sia facile e sostenibile la diffusione di questo virus“.
I funzionari della sanità pubblica stanno monitorando tutte le persone che sono state a stretto contatto con il nuovo paziente e ci sono 21 pazienti che sono sotto stretta osservazione, ha affermato il dott. Ngozi Ezike, direttore del Dipartimento di sanità pubblica dell’Illinois.
Il dipartimento non raccomanda al pubblico di prendere ulteriori precauzioni come la cancellazione delle attività.
Questa diffusione da persona a persona era tra due persone con contatti molto stretti come tra moglie e marito“, ha detto Ezike. “Il virus non si sta diffondendo ampiamente in tutta la comunità“.
Queste notizie non sono certo rassicuranti, ora anche gli USA devono combattere il coronavirus cercando di capire se ci sono altre persone che sono entrate in contatto con le persone infette. Stare in guardia è d’obbligo e soprattutto sarà difficile per i media a caccia di notizie mantenere un basso profilo ed evitare ogni tipo di allarmismo ingiustificato.
Fonte: https://www.livescience.com/first-person-to-person-spread-us-new-coronavirus.html

L’elio, il gas di Paperino

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Una delle caratteristiche più buffe e conosciute dell’elio è che quando viene inalato ci fa parlare come Paperino, il popolare personaggio della Disney.
Questo fenomeno è dovuto al fatto che il timbro sonoro, ovvero la frequenza con la quale viene emessa la voce, è direttamente proporzionale alla velocità del suono, che è maggiore nell’elio rispetto all’aria che respiriamo di solito.
Un’altra cosa che conosciamo dell’elio è il suo utilizzo per far volare dirigibili e palloni aerostatici. Essendo infatti più leggero dell’aria è il “combustibile” di mongolfiere, palloni e dirigibili.
L’idrogeno sarebbe più leggero e quindi fornisce una spinta verso l’alto maggiore e inoltre ha una permeabilità inferiore attraverso le membrane, ma l’elio non è infiammabile ed è un gas ritardante di fiamma e quindi costituisce un mezzo più sicuro per questa tipologia di volo.
L’elio è il secondo elemento più semplice ed il secondo elemento più abbondante dell’Universo costituendo più del 25% della massa delle stelle.
Sebbene sia molto meno abbondante dell’idrogeno, l’elio presente nell’Universo è quattro volte più abbondante di tutti gli altri elementi messi insieme.
Uno dei punti fermi della cosmologia del Big Bang predice che in ogni regione del cosmo siano presenti almeno il 10% di atomi di elio, fabbricati in questa percentuale dalla palla di fuoco primeva che ha dato origine all’Universo.
Poiché la fusione termonucleare dell’idrogeno all’interno delle stelle produce elio ci sono regioni dello spazio dove questa percentuale può essere anche significativamente maggiore, ma al momento non è stata ancora individuata una regione del cosmo nella quale la soglia di atomi di elio sia inferiore al 10%.
Prima ancora di essere scoperto ed isolato sulla Terra, l’elio (dal greco helios, sole) fu individuato nello spazio dal francese Pierre Janssen e dall’inglese Norman Lockyer, indipendentemente l’uno dall’altro, nel 1868.
Entrambi stavano studiando la luce solare durante un’eclissi e, analizzandone lo spettro, trovarono la linea di emissione di un elemento sconosciuto. 
Nel 1881 Luigi Palmieri, fisico e politico italiano, rivelò per la prima volta l’elio sulla terra dalla sua linea spettrale D3, mentre eseguiva la sublimazione di un prodotto dell’eruzione del Vesuvio ed il nuovo elemento fu isolato quattro anni dopo (1895) da Sir William Ramsay, dalla cleveite e definitivamente classificato come non metallo.
L’elio che ha come simbolo He e come numero atomico 2 è un gas nobile incolore, inodore, insapore, non tossico e inerte, inoltre ha il più basso punto di ebollizione fra tutti gli elementi e può solidificare solo se sottoposto ad altissime pressioni.

La notte degli UFO in Brasile

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Molti studiosi del fenomeno UFO ritengono che l’avvistamento del 19 maggio 1986 sia il più credibile nella storia dell’ufologia. L’avvistamento, avvenuto nello spazio aereo del sud-est del Brasile, è stato un doppio contatto radar-visuale di una ventina di oggetti volanti non identificati. A vedere e inseguire gli oggetti volanti i jet dell’aeronautica militare brasiliana che, in modalità dogfight, hanno tallonato gli oggetti misteriosi per ben sette ore. Oltre ai militari, diversi residenti avrebbero assistito alla scena.
Non sappiamo cosa abbiano registrato i radar e cosa abbiano visto i piloti dei jet ma il caso è ancora molto dibattuto, nonostante non ci siano prove che gli oggetti siano di natura extraterrestre.
Secondo il racconto, le capacità degli oggetti sono apparentemente superiori alle capacità dei migliori mezzi terrestri. Sia il Ministro dell’Aeronautica, Generale di brigata Otavio Moreira Lima che il maggiore dell’aeronautica Ney Cerqueira sono stati categorici nelle affermazioni, “il radar non ha illusioni ottiche” ha affermato il primo, mentre il secondo ha detto che: “l’apparizione e la scomparsa di questi strani oggetti è stata inspiegabile”. Inoltre, gli “strumenti tecnici utilizzati per l’identificazione di queste luci hanno avuto problemi nel registrarle“.
I primi contatti visivi sono stati registrati alle 18:30 del 19 maggio 1986, quando gli operatori della torre di controllo di Sao Jose dos Campos a San Paolo, hanno segnalato “due luci intense” apparentemente allineate con la pista a circa dieci miglia di distanza, mentre i primi rilevamenti radar sono stati registrati mezzora dopo, alle 19 circa dalla torre di controllo di Sao Jose dos Campos a San Paolo, il radar segnaava tre oggetti.
Dopo circa un’ora il Centro integrato di difesa e il controllo del traffico aereo (CINDACTA) segnalava otto oggetti sconosciuti. Mezzora dopo un dipendente segnalava un contatto visivo attraverso un binocolo, di un oggetto volante dai bordi definiti e di colore rosso-arancio.
Due ore dopo, alle 21, arriva una prima conferma visiva da un pilota di un jet di proprietà della compagnia petrolifera Xingu. Il pilota afferma di vedere diversi oggetti luminosi. Dopo un tentativo di inseguimento il pilota ha chiesto di atterrare all’aeroporto di San Paolo. Durante il tentativo di discesa uno degli oggetti si è spostato nella sua direzione per poi allontanarsi creando dei ritardi nella fase di atterraggio.
La torre di controllo ha confermato i due bersagli sullo schermo radar. Il misterioso oggetto luminoso si è dileguato dopo 20 minuti, si decide cosi di interpellare il comando di difesa aerea.
Ufficiali di alto rango dell’esercito brasiliano e la forza aerea sono stati cosi chiamati in causa mentre il jet della compagnia petrolifera “Xiangu” tenta un nuovo approccio alla pista di atterraggio dell’aeroporto di San Paolo. Durante il secondo tentativo però un secondo oggetto ne ostacola l’approccio alla pista e il pilota, il comandante Alcir Pereira, abbandonato il tentativo di atterraggio, ha deciso di dare la caccia per la seconda volta all’oggetto volante.
Pereira si porta a una quota di 10 mila piedi quando la torre di controllo annuncia la comparsa di altri tre oggetti volanti, confermati visivamente dallo stesso Pereira che li vede sorvolare le raffinerie di Petrobras diretti forse verso Serra do Mar. Pereira non volendo restare a corto di carburante decide però di atterrare, sono le ore 21:40.
Durante la fase di atterraggio sono stati segnalati altri oggetti volanti, uno in particolare è stato segnalato alle 21:50 sopra San Paolo, un oggetto di colore giallo luminoso circondato da luci più piccole. Dopo tre ore nessuno aveva idea di cosa fossero questi oggetti volanti misteriosi.
Quattro ore dopo il primo contatto visivo, viene dato l’ordine di “scramble” e il primo di diversi Northrop F-5E Tiger II pilotato da Kleber Caldas Marinho decolla dalla base di Santa Cruz. Venti minuti dopo è il momento di un secondo caccia F-5E Tiger II pilotato da Brisola Jordao. Anche dalla base aeronautica di Anapolis nello stato di Goias, un jet Mirage F-103, pilotato dal capitano Viriato lascia la pista. Il jet da combattimento Mirage è dotato di missili Sidewinder e Matra.
Alle 22:55, dieci minuti dopo la partenza del Mirage, gli operatori radar della base aeronautica di Anapolis hanno notato diversi oggetti sui loro schermi radar. E un’anomalia veniva segnalata anche da Viriato che però non ha visto nessun oggetto volante, seguito solo grazie al radar del suo jet che pur in avvicinamento non gli consente di vedere nulla.
Alle 23.15, Kleber a bordo del suo F-5E segnala un contatto visivo con una “palla di luce” che avrebbe inseguito. In seguito avrebbe dichiarato:
“Avevo un contatto visivo e un contatto con il radar del mio aereo di qualcosa che sembrava un punto luminoso, che era di 12 miglia di fronte a me, una distanza confermata dal radar di terra. L’oggetto si stava muovendo da sinistra a destra e poi ha iniziato a salire”.
Secondo i resoconti i jet avrebbero dato la caccia ai misteriosi oggetti volanti fino all’una del mattino prima di rientrare alle rispettive basi. Dopo i contatti sono state raccontate dai piloti coinvolti delle storie bizzarre, Brisola Jordao, ad esempio, racconta che dopo aver visto gli oggetti sul radar di bordo del suo jet è stato informato dalla torre di controllo che molti degli strani velivoli “si stavano avvicinando”. Tuttavia, anche a dieci miglia non era in grado di vederli. Poi, improvvisamente, tredici degli oggetti apparvero dietro il suo jet “sei da una parte e sette dall’altra”.
Anche Jordao ha notato la stessa cosa, la rapidità di spostamento degli oggetti che alla fine sarebbero scomparsi così rapidamente e misteriosamente come erano arrivati.
Il caso sembra a prova di scettico, un gran numero di testimoni oculari qualificati e i radar che hanno segnalato gli oggetti volanti, ma pochi giorni dopo molti critici che hanno parlato di un evento collegato all’ingresso in atmosfera di stelle cadenti che riscaldandosi avrebbero generato gli oggetti luminosi osservati.
La spiegazione “ufficiale” è stata rigettata dai piloti e dai controllori del traffico aereo che dopo tre decadi hanno iniziato a parlare in pubblico dell’incidente misterioso.
Il caso è stato riaperto nel 2016 grazie al rilascio di documenti e grazie a piloti e controllori non più legati da rapporti di lavoro. Sergio Mota de Silva è stato il primo ad informare il pilota dell’aereo Xingu sia per avvertirlo delle strane luci che per chiedere se poteva vederle anche lui. Il pilota dell’aereo Xingu, Alcir Pereira, avrebbe dichiarato decenni dopo:
Sono un pilota da molti anni e non ho mai visto niente del genere. Era troppo agile, impossibile che dentro ci fosse un umano. Non so se fosse un disco, ma era un bagliore molto forte”.
Altri hanno affermato che all’epoca dei fatti non potevano rilasciare nessun tipo di dichiarazione e in privato, a dipendenti e piloti è stato detto che gli avvistamenti facevano parte di una “guerra elettronica”, insinuando che gli oggetti fossero di origine terrestre.
L’evento, certamente poco conosciuto all’epoca non è stato spiegato, supponendo solamente che quella notte ci sia stata un’insolita attività meteorica nei cieli del Brasile, oppure dei malfunzionamenti ai radar con i rilevamenti di falsi segnali.
Fonte: https://www.ufoinsight.com/the-night-of-ufos-the-1986-brazilian-air-force-chase/

Nuovo coronavirus, aggiornamento 31/01/2020

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I dati ufficiali, aggiornati a questa mattina alle 8, parlano di circa 2000 nuovi casi di infezione confermati, di cui 113 in paesi diversi dalla Cina, per un totale di 9776 casi, e circa 70 decessi, tutti avvenuti in Cina, in più rispetto a ieri alla stessa ora, per un totale di 213 decessi. Sono invece 187 i pazienti dichiarati clinicamente guariti e dimessi dagli ospedali.

grafico epidemia nuovo coronavirus
Grafico della progressione delle infezioni da nuovo coronavirus in Cina e altrove nel mondo.

Questi dati dimostrano che, al momento, la diffusione del virus sta accelerando in Cina mentre nel resto del mondo l’incremento degli infetti sta venendo contenuto abbastanza bene, con solo poco più di una decina di casi di infezione avvenuta in loco per trasmissione da uomo a uomo. Tutti gli altri infetti sono persone arrivate nel paese in cui gli è stata diagnosticata la malattia dalla Cina.
Intanto, purtroppo, i dati assoluti sono da considerare già superati. Questa mattina la Gran Bretagna ha confermato di avere identificato i primi due casi di infezione sul suo territorio. Le autorità sanitarie inglesi non hanno fornito informazioni circa l’identità dei contagiati, limitandosi a dichiarare che si tratta di due persone appartenenti alla stessa famiglia che sono ora isolamento e sottoposti a cure specialistiche.
casi di nuovo coronavirus nel mondo
In Cina, intanto, la sanità pubblica nella provincia cui appartiene la città di Wuhan sembra sul punto di collassare. Non ci sono abbastanza kit diagnostici per confermare l’infezione in tutti coloro che si presentano in ospedale per farsi controllare e, ormai, vengono ricoverati solo i casi più gravi e solo se sono fortemente a rischio della vita.
Tutti coloro che si presentano vengono sottoposti ad un tampone nasale per escludere l’influenza, ad una tac per verificare lo stato dei polmoni e ad un esame del sangue. Purtroppo mancano i kit per il test definitivo che confermi il nuovo coronavirus, quindi moltissime persone probabilmente affette dal virus non sono al momento comprese nelle statistiche ufficiali.
Il CDC cinese afferma che si sta utilizzando un test noto come RT-PCR fluorescente per rilevare il virus, che può essere eseguito tramite un tampone nasale, sangue, urina o un campione di siero. Purtroppo a Wuhan non è possibile effettuare più di 300 test al giorno.
Secondo le autorità di Wuhan, prima che venisse isolata la città 5 milioni di persone l’hanno a causa del capodanno lunare e dei primi segni dell’epidemia. Al 27 gennaio, c’erano ancora più di 4.000 residenti di Wuhan all’estero.
In Italia ieri si sono registrati i primi due casi confermati; due cittadini cinesi, marito e moglie, provenienti da Wuhan, che sono in Italia dal 23 gennaio. I due, che viaggiavano con una comitiva, sono arrivati a Milano e dal 27 erano a Roma dove risiedevano in un albergo del centro. Nel frattempo si sa che sono passati almeno per Padova e Parma. Il resto della comitiva cui appartenevano i due, una cinquantina di persone che non arriverebbero da Wuhan, sono state condotte alla Spallanzani per accertamenti. I due casi confermati sono ora ricoverati in isolamento e le stanza che occupavano all’hotel Palatino di Roma è stata sigillata.
Questa mattina il governo italiano ha proclamato lo stato di emergenza per sei mesi.
Questa mattina un terzo uomo, un dipendente dell’hotel Palatino che è stato a contatto con i due cinesi infetti, è stato ricoverato allo Spallanzani con la febbre alta.
Da questa mattina è scattato in Italia il blocco dei voli da e per la Cina.