L’elio, il gas di Paperino

Se inaliamo un po' del secondo elemento più diffuso dell'universo la nostra parlata somiglia a quella di Paperino. Vediamo perché.

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Una delle caratteristiche più buffe e conosciute dell’elio è che quando viene inalato ci fa parlare come Paperino, il popolare personaggio della Disney.
Questo fenomeno è dovuto al fatto che il timbro sonoro, ovvero la frequenza con la quale viene emessa la voce, è direttamente proporzionale alla velocità del suono, che è maggiore nell’elio rispetto all’aria che respiriamo di solito.
Un’altra cosa che conosciamo dell’elio è il suo utilizzo per far volare dirigibili e palloni aerostatici. Essendo infatti più leggero dell’aria è il “combustibile” di mongolfiere, palloni e dirigibili.
L’idrogeno sarebbe più leggero e quindi fornisce una spinta verso l’alto maggiore e inoltre ha una permeabilità inferiore attraverso le membrane, ma l’elio non è infiammabile ed è un gas ritardante di fiamma e quindi costituisce un mezzo più sicuro per questa tipologia di volo.
L’elio è il secondo elemento più semplice ed il secondo elemento più abbondante dell’Universo costituendo più del 25% della massa delle stelle.
Sebbene sia molto meno abbondante dell’idrogeno, l’elio presente nell’Universo è quattro volte più abbondante di tutti gli altri elementi messi insieme.
Uno dei punti fermi della cosmologia del Big Bang predice che in ogni regione del cosmo siano presenti almeno il 10% di atomi di elio, fabbricati in questa percentuale dalla palla di fuoco primeva che ha dato origine all’Universo.
Poiché la fusione termonucleare dell’idrogeno all’interno delle stelle produce elio ci sono regioni dello spazio dove questa percentuale può essere anche significativamente maggiore, ma al momento non è stata ancora individuata una regione del cosmo nella quale la soglia di atomi di elio sia inferiore al 10%.
Prima ancora di essere scoperto ed isolato sulla Terra, l’elio (dal greco helios, sole) fu individuato nello spazio dal francese Pierre Janssen e dall’inglese Norman Lockyer, indipendentemente l’uno dall’altro, nel 1868.
Entrambi stavano studiando la luce solare durante un’eclissi e, analizzandone lo spettro, trovarono la linea di emissione di un elemento sconosciuto. 
Nel 1881 Luigi Palmieri, fisico e politico italiano, rivelò per la prima volta l’elio sulla terra dalla sua linea spettrale D3, mentre eseguiva la sublimazione di un prodotto dell’eruzione del Vesuvio ed il nuovo elemento fu isolato quattro anni dopo (1895) da Sir William Ramsay, dalla cleveite e definitivamente classificato come non metallo.
L’elio che ha come simbolo He e come numero atomico 2 è un gas nobile incolore, inodore, insapore, non tossico e inerte, inoltre ha il più basso punto di ebollizione fra tutti gli elementi e può solidificare solo se sottoposto ad altissime pressioni.