Muovere il mouse col pensiero: il 1°risultato di Neuralink

Muovere il mouse col pensiero: no, non è l’ennesimo sequel del film diretto da Brian De Palma con Sissy Spacek nei panni di Carrie, un’adolescente insicura e vessata sia da una madre affetta da fanatismo religioso che dalle compagne che abusano del suo carattere mite sino ad esasperarla e farle usare la telecinesi per spedirle tutte dal Creatore, ma è il primo risultato ottenuto da Neuralink di Musk.

Muovere il mouse col pensiero

A muovere il mouse col pensiero è stato il primo paziente umano che si è sottoposto con una fiducia disarmante all’impianto del Neuralink: Ian Miles Cheong, che prima dell’intervento aveva dichiarato: “Se dietro c’è Elon, so che sarà fantastico, quindi non c’è stata alcuna reale esitazione da parte mia sull’opportunità o meno di eseguire la procedura. Ho iniziato a fare l’incisione da solo prima ancora di ricevere l’e-mail di conferma“.

Lo stesso Elon Musk ha condiviso un aggiornamento sul primo paziente umano di Neuralink e sulla sua esperienza con il chip N1: “Sembra che il primo paziente umano con il chip di Neuralink si sia ripreso completamente senza effetti negativi ed è in grado di muovere il mouse col pensiero”.

Musk ha aggiunto che Neuralink osserva continuamente la capacità del paziente di utilizzare l’impianto cerebrale N1. Al paziente viene attualmente assegnato il compito di fare clic sul pulsante del mouse il più spesso possibile.

Muovere il mouse col pensiero

Il successo della prima sperimentazione umana di Neuralink dimostra la capacità del dispositivo N1 impiantabile wireless cervello-computer dell’azienda e del suo robot chirurgico R1. L’azienda guidata da Musk ha ancora molta strada da fare prima che la tecnologia di Neuralink si dimostri sicura per il grande pubblico. L’aggiornamento di Musk sul primo paziente di Nueralink che dice di esssere capace di muovere il mouse col pensiero, è tuttavia promettente.

Neuralink ha impiantato con successo il suo chip N1 in un essere umano nel gennaio 2024. I risultati iniziali hanno mostrato il rilevamento di picchi neuronali. L’ultimo aggiornamento di Musk è ancora più promettente.

Il paziente è stato dichiarato a “basso rischio“, cioè sia capace di intendere e volere, sia in grado di tollerare un intervento così invasivo. E a quanto pare le sue capacità di intendere e specialmente di volere, si sono potenziate, visto che è in grado di muovere il mouse col pensiero, sullo schermo di un computer.

Se qualcun’altro vuole muovere il mouse col pensiero, Musk sta reclutando altri soggetti “idonei”

L’azienda sta ancora reclutando pazienti per la sperimentazione umana “Prime” ( Precise Robotically Im planted Brain-Computer Interfac e) . Lo studio PRIME di Neuralink rappresenta un impegno a lungo termine della durata di circa 6 anni. I pazienti verranno sottoposti a controlli regolari per monitorare i loro progressi e garantire che il chip N1 funzioni ancora come previsto.

gli individui idonei per le sperimentazioni umane di Neuralink devono avere i seguenti requisiti:

1. Avere quadriplegia (funzionalità limitata in tutti e 4 gli arti) a causa di lesione del midollo spinale o sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e sono passati almeno 1 anno dalla lesione (senza miglioramento);

2. Avere almeno 22 anni;

3. Avere un caregiver coerente e affidabile.

Non essendoci requisiti sulla cittadinanza dei nuovi pionieri di Neuralink, è probabile che l’invito a partecipare alla selezione sia esteso urbi et orbi, quindi, se anche tu vuoi muovere il mouse col pensiero, clicca qui per iscriverti al registro dei pazienti.

Muovere il mouse col pensiero

Questo studio prevede il posizionamento di un piccolo impianto esteticamente invisibile in una parte del cervello che pianifica i movimenti. Il dispositivo è progettato per interpretare l’attività neurale di una persona, in modo che possa utilizzare un computer o uno smartphone semplicemente con l’intenzione di muoversi: non sono necessari fili o movimento fisico.

Questa ricerca sarà la prima nel suo genere ad essere condotta sulle persone e secondo Musk potrebbe aiutare a trovare modi più sicuri ed efficaci per impiantare e utilizzare la nostra BCI per ripristinare e migliorare potenzialmente il controllo del computer e altre capacità.

Con la speranza che muovere il mouse col pensiero sia solo un primo passo verso risultati più significativi, l’augurio è che la tecnologia diventi un supporto valido e affidabile per contrastare patologie severe e debilitanti come la SLA, e che aiuti le persone che hanno perso l’utilizzo degli arti ad avere una qualità della vita migliore.

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