La superfice di Venere

Secondo le ultime ricerche da parte degli studiosi, il pianeta Venere potrebbe avere una litosfera “soffice” che riaffiorerebbe in maniera regolare.

Per litosfera si intende l’involucro solido più esterno di un pianeta. Anche la Terra ovviamente ha una litosfera, ma essa è frammentata e mobile, suddivisa in placche tettoniche che aiutano a modellare la superficie planetaria, perdendo calore dall’interno del pianeta attorno ai loro bordi frastagliati. La litosfera di Venere, al contrario, è senza soluzione di continuità, il che rende misteriosi i meccanismi alla base del raffreddamento e del riemergere del pianeta.

Un pianeta problematico

Studiare questi meccanismi è complicato e difficile: Venere è soffocata da una densa atmosfera tossica ricca di piogge acide e mantiene le temperature superficiali a una media di 475 gradi Celsius. I lander inviati lì non sono durati a lungo. Ma i dati raccolti dall’orbiter Magellan decenni fa potrebbero aver mantenuto i segreti di Venere per tutti questi anni. Il veicolo spaziale ha utilizzato il radar per penetrare le spesse nuvole del pianeta e visualizzare la superficie. Ora gli scienziati hanno utilizzato quei dati per scoprire che la litosfera di Venere potrebbe essere più sottile di quanto si pensasse.

Lo studio della superficie vulcanica

Guidato dalla geofisica planetaria Suzanne Smrekar del Jet Propulsion Laboratory della NASA, un team di ricercatori ha utilizzato i dati di Magellan per effettuare uno studio attento delle caratteristiche della superficie vulcanica e delle trincee e delle creste che circondano le corone (in seguito spiegheremo più nel dettaglio cosa sono). Gli studiosi hanno scoperto che, dove le creste sono più vicine tra loro, la litosfera è probabilmente piuttosto sottile e flessibile, in media circa 11 chilometri (7 miglia). 

I modelli suggeriscono che il flusso di calore attraverso la superficie sia maggiore in questi punti rispetto al flusso di calore medio sulla Terra. Smrekar ha spiegato: “Per così tanto tempo siamo stati bloccati nell’idea che la litosfera di Venere fosse stagnante e densa, ma la nostra visione si sta ora evolvendo. Sebbene Venere non abbia una tettonica simile alla Terra, queste regioni di litosfera sottile sembrano consentire la fuoriuscita di quantità significative di calore, simili alle aree in cui si formano nuove placche tettoniche sul fondo marino terrestre”

Le corone di Venere

Le corone di Venere sono strutture quasi circolari che  assomigliano un po’ a crateri da impatto e consistono in un anello rialzato (come una corona) attorno a un centro infossato, con fratture concentriche che si irradiano verso l’esterno. Possono anche essere enormi, centinaia di chilometri di diametro. Gli scienziati inizialmente pensavano che le corone fossero crateri, ma un’analisi più approfondita ha rivelato che in realtà sono di natura vulcanica.

Sono causati da pennacchi di materiale fuso caldo che sgorgano dall’interno del pianeta, spingendo la superficie verso l’alto in una cupola che poi collassa verso l’interno quando il pennacchio si raffredda, fuoriuscendo dai lati per formare un anello. In verità, i crateri da impatto sono relativamente pochi e distanti tra loro su Venere, almeno se paragonati a pianeti come Marte e Mercurio. Questo contrasto è stato a lungo una specie di enigma. Più crateri da impatto ha un pianeta, più si stima che la sua superficie sia antica. Se un pianeta ha pochi crateri da impatto, qualcosa deve averli cancellati.

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