Un team di ricerca internazionale guidato dal dottor Mathias van Ginneken della School of Physical Sciences dell’Università del Kent ha trovato nuove prove della caduta di un meteorite che ha raggiunto la calotta glaciale antartica 430.000 anni fa.
Le particelle extraterrestri (sferule di condensazione) trovate alla sommità di Valnumfjellet (Nord America occidentale) nelle montagne Sør-Rondane, Queen Maud Land, Antartide orientale indicano un evento di atterraggio insolito in cui un getto di materiale meteoritico fuso e vaporizzato è stato creato da un meteorite il dimensione non inferiore a 100 m, che ha raggiunto la superficie ad alta velocità.
Questo tipo di esplosione, causato dall’impatto di un singolo meteorite, è descritto come intermedio in quanto è più grande di un’esplosione aerea ma più piccola di un cratere da impatto
La maggior parte della condrite, la composizione chimica degli oligoelementi e l’alto contenuto di nichel dei detriti dimostrano la natura extraterrestre delle particelle recuperate. Le loro uniche firme isotopiche dell’ossigeno indicano che hanno interagito con l’ossigeno ottenuto dalla calotta glaciale antartica durante la loro formazione nel pennacchio d’urto.
I dati ottenuti indicano un impatto molto più pericoloso rispetto agli eventi di Tunguska e Chelyabinsk sulla Russia nel 1908 e nel 2013, rispettivamente.
Nel 2013 un asteroide delle dimensioni di una casa è esploso sopra la città russa di Chelyabinsk frantumando i vetri dei centri abitati e ferendo più di 1.600 persone. Se sulla traiettoria del più grande meteorite antartico di 430.000 anni fa ci fosse stata una città, sarebbe stata distrutta. La forza esplosiva fu quattro volte più potente dell’esplosione aerea del meteorite avvenuta nel 1908 che rase al suolo le foreste nella regione di Tunguska, in Russia, e migliaia di volte più forte della bomba nucleare che esplose a Hiroshima, in Giappone.
Nel tentativo di individuare la frequenza di queste esplosioni aeree, gli scienziati hanno fatto anche un censimento dettagliato degli oggetti cosmici che potrebbero esplodere sopra le nostre teste. Non abbiamo un modo definitivo per deviare eventuali pericoli provenienti dal cosmo, ma la missione Dart della NASA, conclusasi a novembre 2021, ha dimostrato che è possibile deviare la traiettoria di piccoli asteroidi.
In definitiva, comprendere meglio l’entità dell’evento che un’esplosione aerea potrebbe produrre sarebbe fondamentale per aiutare le eventuali popolazioni che si trovino sulla rotta dell’impatto a salvarsi in tempo.