Nel settembre del 2023, la NASA ha finalmente ottenuto campioni di polvere asteroidale grazie alla navicella spaziale OSIRIS-REx. In Giappone, tuttavia, l’acquisizione di materiale da asteroidi non è affatto una novità. La JAXA, l’agenzia spaziale giapponese, ha lanciato la sua prima missione di campionamento di asteroidi denominata Hayabusa (“falco pellegrino”) circa 20 anni fa. Questa missione ha avuto successo nel recuperare campioni contenenti materia organica dal corpo celeste denominato Itokawa.
Quale segreto sulla vita nascondono gli asteroidi?
Contrariamente alle aspettative di molti, l’impresa giapponese è stata all’avanguardia nelle missioni di esplorazione spaziale dedicate alla raccolta di campioni da corpi celesti. L’esperienza accumulata con Hayabusa ha contribuito in modo significativo alla comprensione della composizione e dell’origine degli asteroidi.
L’annuncio della NASA riguardo al successo di OSIRIS-REx è stato accolto felicemente, ma in Giappone c’è stata una sorta di déjà vu, considerando il successo pregresso di Hayabusa. Questo dimostra come le agenzie spaziali di diverse nazioni si stiano impegnando attivamente nella ricerca e nell’esplorazione spaziale, contribuendo al nostro costante ampliamento della conoscenza sul sistema solare e oltre.
Hayabusa, tuttavia non ha avuto una partenza proprio “fortunata”: la missione ha rischiato di non riuscire a catturare alcun campione di asteroide. In un’esperienza quasi fallimentare, fortunatamente, alcune particelle sono state rinvenute nel contenitore del campione, presumibilmente entrate durante l’impatto della navicella spaziale con la superficie di Itokawa, al momento del ritorno nel 2010.
Con l’obiettivo di ottenere una quantità più sostanziosa di materiale asteroidale rispetto a pochi granelli di polvere, la JAXA ha lanciato successivamente la missione Hayabusa2. Questa volta, l’attenzione è stata rivolta a uno degli asteroidi più vicini alla Terra chiamato Ryugu. Fortunatamente, la seconda missione è stata caratterizzata da una maggiore fluidità, e nel 2020 la JAXA è riuscita a recuperare con successo 5,4 grammi di materiale, contribuendo ulteriormente alla nostra comprensione della composizione e dell’origine degli asteroidi.
Questo minuscolo ma prezioso campione ha già rivelato un tesoro di informazioni cosmiche. Nel 2022, gli scienziati hanno ufficialmente confermato la presenza di amminoacidi, gli elementi fondamentali della vita, all’interno dell’asteroide. Inoltre, è emerso che conteneva anche la base azotata uracile, fondamentale nella formazione dell’RNA. Ora, un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università di Tohoku sta portando ulteriori buone notizie.