L’essere umano odierno: un’evoluzione lunga 12.000 anni

L'evoluzione dell'essere umano è avvenuta in un arco temporale pari a diversi milioni di anni, ma il percorso dell'uomo moderno è più "recente"

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Antropocene

L’evoluzione dell’essere umano è lunga milioni di anni, ma l’uomo odierno ha un percorso più recente, in quanto avrebbe circa 12mila anni di storia. In poche parole questa dozzina di migliaia di anni è stata tra le più dinamiche e di impatto per il modo in cui viviamo oggi, secondo un antropologo che ha proposto un articolo speciale sull’argomento pubblicato sulla rivista ‘Proceedings of the National Academy of Sciences‘.

Il nostro mondo moderno è iniziato con l’avvento dell’agricoltura, ha affermato Clark Spencer Larsen, professore di antropologia presso la Ohio State University.

L’agricoltura fu il passaggio principale per l’essere umano odierno

Larsen ha spiegato tramite alcune dichiarazioni riportate da Phys.org: “Il passaggio dal foraggiamento all’agricoltura ha cambiato tutto”. Insieme alle colture alimentari, gli esseri umani hanno anche piantato i semi per molti dei problemi più fastidiosi della società moderna. Lo studioso ha poi aggiunto che anche se i cambiamenti apportati all’agricoltura hanno beneficiato l’umanità, hanno anche portato a un aumento di conflitti e violenza, a una riduzione dell’attività fisica e all’aumento di livelli di malattie infettive. I problemi non finiscono qui dato che tali cambiamenti hanno significato per l’uomo una dieta più limitata e una competizione per le risorse sempre più elevata.

Chi è Clark Spencer Larsen?

Larsen è organizzatore ed editore di un servizio speciale pubblicato nel numero del 17 gennaio 2023 della rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. È anche autore dell’introduzione alla sezione, intitolata “Gli ultimi 12.000 anni di comportamento, adattamento, popolazione ed evoluzione hanno plasmato chi siamo oggi”. Il servizio speciale include otto articoli basati principalmente sulla bioarcheologia: lo studio dei resti umani e ciò che possono dire agli scienziati sui cambiamenti nella dieta, nel comportamento e nello stile di vita negli ultimi 10 millenni circa. Larsen è coautore di due di questi otto articoli. Un messaggio che collega tutti gli articoli è che le principali questioni sociali di oggi hanno radici antiche, ha tenuto a precisare.

Niente accade per caso

Larsen ha spiegato che nulla accade per caso, né tantomeno il percorso che noi abbiamo fatto in questo arco temporale e il traguardo che abbiamo attualmente raggiunto. Insomma, quello che siamo adesso lo dobbiamo alle nostre scoperte e al comportamento che abbiamo tenuto in passato. Lo studioso però ha chiarito come i problemi che la nostra civiltà deve affrontare al giorno d’oggi tra conflitti, malattie, diete povere e disuguaglianze, sono tutti risultati dovuti al cambiamento dell’agricoltura, a suo dire.

Come la coltivazione ci ha cambiato

Il passaggio dal foraggiamento all’agricoltura ha portato gli esseri umani, che avevano condotto una vita perlopiù transitoria, a creare insediamenti e vivere un’esistenza molto più sedentaria. Spencer ha detto che questo ha avuto conseguenze importantissime praticamente per ogni aspetto della vita passata, di quella presente e di quella futura.



La coltivazione del cibo ha permesso alla popolazione mondiale di crescere da circa 10 milioni nel tardo Pleistocene a più di 8 miliardi di persone oggi. Ma ha avuto un costo. La dieta inizialmente molto varia dei raccoglitori fu sostituita da una molto più limitata di piante e animali addomesticati, che spesso avevano una qualità nutrizionale ridotta. Ora, gran parte della popolazione mondiale fa affidamento su tre alimenti: riso, grano e mais, specialmente nelle aree che hanno un accesso limitato alle fonti animali di proteine, ha affermato Larsen.

Anche i latticini hanno avuto la loro colpa

Un altro importante cambiamento nella dieta degli esseri umani è stata l’aggiunta di prodotti lattiero-caseari. In un articolo pubblicato su Special Feature, i ricercatori hanno esaminato il calcolo dentale trovato in alcuni resti umani per mostrare che le prime prove del consumo di latte risalgono a circa 5.000 anni fa nel nord Europa. Per Spencer questa è la prova che dimostra come gli umani si adattarono geneticamente per poter consumare anche i latticini.

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