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Eclissi di Giove dall’orbita di Marte – video

Un recente filmato fatto nello spazio mostra Deimos, uno dei satelliti di Marte, oscurare Giove. Un evento particolare che mostra come spesso quanto accade nell'universo sia stupendo, affascinante e inaspettato

Un recente filmato fatto nello spazio mostra Deimos, uno dei satelliti di Marte, oscurare Giove. Un evento particolare che mostra come spesso quanto accade nell’universo sia stupendo, affascinante e inaspettato.

Il Sistema Solare, un grandissimo, immenso organo che lavora autonomamente, riservandoci sempre più sorprese. Il fenomeno di cui ci accingiamo a parlare offrirà nuovi importanti risultati allo studio dei pianeti e del movimento dei loro satelliti. Il filmato di cui abbiamo parlato è stato fatto grazie a una piccola navicella spaziale a oltre 100 milioni di chilometri (62 milioni di miglia) da casa che si è trovata nel posto giusto al momento giusto.

Il lavoro della sonda Mars Express

Durante la sua attività di monitoraggio del pianeta rosso, la sonda Mars Express dell’Agenzia spaziale europea ha recentemente catturato un’eclissi che coinvolge la luna marziana più piccola, Deimos, e Giove con le sue quattro lune galileiane. All’epoca circa 745 milioni di chilometri separavano Marte dal suo gigantesco vicino planetario, ma per alcuni brevi momenti Deimos e il sistema gioviano sembravano una famiglia felice.

Il 14 febbraio 2022, l’allineamento di questi corpi astronomici è stato ripreso dalla telecamera, in una serie di ottanta immagini che sono state poi cucite insieme in un filmato. Esa ha scritto all’interno di una sua dichiarazione: “Un tale allineamento, è estremamente insolito perché Deimos deve trovarsi esattamente nel piano orbitale delle lune di Giove affinché avvenga l’allineamento“.

Il video di Deimos

Il video mostra Deimos, lunga appena quindici chilometri, che si muove lentamente sullo schermo da sinistra a destra. Mentre passa, occulta la luna di ghiaccio Europa e la luna gigante Ganimede, che appaiono come piccoli punti simili a stelle; poi il disco di Giove; seguito dalla luna vulcanica Io; e infine Callisto, la seconda più grande delle lune di Giove. Queste osservazioni hanno permesso agli scienziati di Marte di misurare con maggiore precisione la posizione e l’orbita di Deimos, cosa difficile da fare dalla Terra, dal momento che le lune marziane sono così piccole e deboli.

Comprendere le loro orbite può essere la chiave per capire da dove provengono. Non è chiaro se Deimos e la più grande delle due lune, Phobos, fossero una volta parte di un corpo più grande che si è rotto in pezzi, o un asteroide di passaggio che è stato catturato dalla gravità di Marte.

Come informa Sciencealert.com, una migliore caratterizzazione delle loro orbite consentirà agli scienziati di modellare meglio cosa accadrà anche alle lune di Marte in futuro. Phobos si sta attualmente muovendo lentamente verso Marte; gli scienziati pensano che entro i prossimi 100 milioni di anni sarà così vicino a Marte che la sua gravità farà a pezzi la luna, provocando un temporaneo anello Phobos attorno al pianeta.

Deimos, d’altra parte, si sta lentamente allontanando da Marte. Se continua in questa tendenza, gli scienziati pensano che alla fine sfuggirà alla presa gravitazionale di Marte e si farà strada nel grande e vasto Sistema Solare. Anche una “storia d’amore” come quella tra un pianeta e le sue lune è destinata a finire.

Cosa sappiamo su Deimos

Deimos è il più poiccolo ed esterno dei satelliti appartenenti a Marte. L’altra luna si chiama Fobos. Da Wikipedia si legge che in rotazione sincrona con il pianeta rosso, Deimos percorre un’orbita quasi circolare, molto prossima al piano equatoriale marziano, n 30,30 ore, un periodo appena superiore a quella della rotazione di Marte. Questo piccolo satellite roccioso ha una forma irregolare e ancora poco sappiamo della sua composizione ed origine che pone in seria difficoltà qualsiasi studioso. Dalla Terra è visibile solo come un punto luminoso.

L’origine delle lune di Marte è sconosciuta e le ipotesi sono controverse. Le ipotesi principali sono che si siano formati o per cattura o per accrescimento. A causa della somiglianza con la composizione degli asteroidi di tipo C o D, un’ipotesi accreditata è che le due piccole lune possano essere oggetti catturati nell’orbita marziana dalla cintura degli asteroidi, con orbite che sono state circolarizzate dalla resistenza atmosferica o dalle forze di marea, poiché la cattura richiede dissipazione di energia.

L’attuale atmosfera marziana è troppo sottile per catturare un oggetto delle dimensioni di Phobos mediante la frenata atmosferica. Per questo Geoffrey Landis ha sottolineato che la cattura potrebbe essere avvenuta se il corpo originale fosse un asteroide binario che si è separato a causa delle forze di marea. La principale ipotesi alternativa è che le lune si siano accresciute nella posizione attuale. Un’altra possibilità è che Marte fosse un tempo circondato da molti corpi delle dimensioni di Phobos e Deimos, forse espulsi in orbita attorno ad esso da una collisione con un planetesimi.

Più di recente, Amirhossein Bagheri (ETH Zurigo), Amir Khan (ETH Zurigo), Michael Efroimsky (US Naval Observatory) ed i loro colleghi hanno proposto una nuova ipotesi sull’origine delle lune. Analizzando i dati sismici e orbitali della missione Mars InSight e di altre missioni, hanno proposto che le lune siano nate dall’interruzione di un corpo genitore comune da 1 a 2,7 miliardi di anni fa. Il capostipite comune di Phobos e Deimos è stato molto probabilmente colpito da un altro oggetto e frantumato formando Phobos e Deimos.

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