Come sappiamo, la Teoria del Big Bang, derivata direttamente dalle equazioni della Relatività Generale di Einstein, è la teoria accreditata nell’ambito del Modello Standard per la nascita dell’universo e gode, ormai da decenni, del consenso della maggior parte degli astrofisici e dei cosmologi.
Esistono, però, alcune voci critiche, un certo numero, minoritario, di ricercatori che non accettano questa teoria per spiegare l’universo e tutto quanto. Questi critici si rifanno in gran parte alla teoria dello stato stazionario che postula che l’universo mantenga le stesse proprietà nello spazio e nel tempo e non abbia né inizio né fine. Essa non deve essere confusa con l’idea di un universo statico: infatti la teoria descrive un universo in espansione come la teoria del Big Bang.
Poiché l’espansione fa diminuire la densità dell’universo nel corso del tempo, la teoria dello stato stazionario implica la creazione continua di materia per mantenere la densità costante La principale critica alla teoria del Big Bang da parte dei fautori della teoria dello stato stazionario era che non rispettasse una regola inviolabile nel mondo naturale, la legge di Lavoisier (la quale tuttavia, come la relatività, pare perdere di validità a livello quantistico).
In questo caso fu fondamentale stabilire che il Big Bang non creò nuova massa, ma espanse massa già esistente nel punto compresso della singolarità. Il modello cosmologico del Big Bang è stato sviluppato estrapolando le conoscenze fisiche attuali sino ad energie molto più grandi di quelle studiate sperimentalmente e a scale di distanza immense.
La possibilità, quindi, di trovare conferme alla teoria del Big Bang è sottoposta a limiti teorici ed osservativi. Il modello standard della fisica delle particelle dovrebbe essere valido sino a energie di circa 250 miliardi di elettronvolt, un livello corrispondente a circa 10−12 secondi dopo il Big Bang. Ogni affermazione relativa ad epoche antecedenti è fondata su teorie scientifiche non sufficientemente consolidate.
Anche l’osservazione diretta non può coprire le prime fasi del Big Bang. Infatti le onde elettromagnetiche non potevano essere trasmesse prima della formazione dell’idrogeno neutro, quando fu emessa la radiazione cosmica di fondo. L’osservazione dell’universo prima di tale evento potrebbe in linea di principio essere condotta rilevando le onde gravitazionali o i neutrini emessi, ma non esiste ancora alcuna tecnologia in grado di eseguire queste misure.
Quindi la teoria del Big Bang risulta fondata su teorie sicuramente affidabili e confermate da osservazioni solo per la descrizione dell’evoluzione dell’universo dalla nucleosintesi primordiale in poi. Particolarmente incerte sono le affermazioni sulla forma globale dell’universo e sulla sua evoluzione nel lontano futuro.
Infatti l’osservazione è limitata dalla finitezza della velocità della luce che determina un orizzonte invalicabile. Ogni estrapolazione oltre tale orizzonte è fondata su assunzioni più o meno implicite sulle proprietà topologiche dello spaziotempo e sulla sua regolarità ed è perciò puramente ipotetica.
Localmente l’universo sembra essere piatto (euclideo), ma è impossibile escludere la presenza di una piccola curvatura che determinerebbe una forma globale completamente diversa.
La scoperta dell’accelerazione dell’espansione dell’universo e la conseguente ipotesi dell’esistenza di una energia oscura ha creato ulteriori motivi di incertezza. Il modello di energia oscura adottato è utilizzato nella misura della curvatura dell’universo tramite le osservazioni della radiazione cosmica di fondo, benché i vincoli osservativi sull’energia oscura siano stati determinati nell’ipotesi che l’universo sia piatto.
Per cercare di rispondere almeno ad alcuni di questi interrogativi è in corso di sviluppo la cosmologia quantistica.
All’interno di questo dibattito, ritorna Alessandro Trinchera e questa volta ci propone un libro che affronta i temi della cosmologia dal suo punto di vista fuori dal coro.
The BIG BhANGover – A new sober space-time season for cosmology, disponibile su Amazon sia in formato cartaceo che in formato Kindle leggibile gratuitamente, è un gioco di tre parole: BIG BANG, HANGOVER e OVER. Cioè il BING BANG che é OVER (finito) e frutto di una sbornia (HANGOVER) degli scienziati lunga quasi cento anni.
É un libro critico nei confronti della teoria del Big Bang e delle istituzioni accademiche, sulla base dell’esperienza esperienza personale del ricercatore nella facoltà di astrofisica in Germania, che ignorano teorie alternative e non stanziano fondi di ricerca per altre soluzioni cosmologiche.
Nel libro l’autore riassume i suoi articoli pubblicati da varie riviste scientifiche negli ultimi anni. Dalle misurazioni del telescopio JAMES WEBB agli infrarossi, difatti, ritiene Trinchera, stanno sorgendo molti dubbi sulla correttezza del Big Bang a di tutti i parametri ad esso collegato come l’energia oscura.