Artemis II riuscirà a telefonare sulla Terra dalla Luna con il laser

Gi astronauti testeranno il sistema di comunicazione ottica Orion Artemis II (O2O) per trasmettere video 4K ad altissima definizione dal vivo alla Terra dalla Luna. Il sistema supporterà anche la comunicazione di voce, immagini, canali di controllo e dati scientifici avanzati.

A bordo di Orion, il terminale spaziale include un modem, un modulo ottico e un sistema di controllo. Il modulo ottico è dotato di un telescopio da quattro pollici su un doppio supporto cardanico. Il modem modula le informazioni digitali sui raggi laser per la trasmissione alla Terra e demodula i dati dai raggi laser ricevuti dalla Terra.

Il sistema di controllo si interfaccia con i sistemi avionici a bordo di Orion per controllare e puntare il telescopio per le comunicazioni.

Cosa faranno intanto sulla Terra?

Come spiega Hackaday, sulla Terra, strutture tra cui il Jet Propulsion Laboratory e il White Sands Complex manterranno collegamenti di comunicazione ottica ad alta larghezza di banda con Orion. Le informazioni ricevute da Orion saranno trasmesse alle operazioni della missione, agli scienziati e ai ricercatori.

La Laser Communications Relay Demonstration (LCRD) della NASA mostra i vantaggi delle comunicazioni ottiche. Tradizionalmente, le missioni si basavano sulle comunicazioni radio, ma una tecnologia migliorata servirà meglio le missioni spaziali che generano e raccolgono quantità sempre maggiori di dati. Le soluzioni di comunicazione ottica possono fornire da 10 a 100 volte la larghezza di banda dei sistemi a radiofrequenza.

Altri miglioramenti possono includere maggiori distanze di collegamento, maggiore efficienza, minori interferenze, maggiore sicurezza e riduzioni di dimensioni e peso.

McBride: “Importante parlare con gli astronauti”

Intervistato a Space.com, Phil A. McBride, presidente di Radio Amateurs of Canada ha spiegato: “Riteniamo che sia importante che chiunque, in particolare i bambini mentre determinano cosa vogliono fare della loro vita, abbia l’opportunità di parlare con gli astronauti”.

Il primo radioamatore nello spazio fu l’astronauta della NASA Owen Garriott (W5LFL), che il 1 dicembre 1983 chiamò Lance Collister (WA1JXN) a Frenchtown, nel Montana. Una radio amatoriale era persino a bordo della stazione spaziale russa Mir, secondo la NASA, durante il programma shuttle-Mir che ha visto gli astronauti della NASA visitare il complesso orbitante. Il poter “telefonare” dalla Luna nel corso della missione spaziale Artemis II sarà un coraggioso passo in avanti per l’umanità che colonizza lo spazio.

Cinquant’anni dall’ultima missione Apollo

Sono passati più di 50 anni dall’ultima missione Apollo, quella che condusse l’uomo per la prima volta sulla Luna. Nel 2024 questa grande impresa potrà nuovamente avverarsi grazie alla missione di Artemis II che porterà quattro nuovi astronauti sul nostro satellite.

Chi sono i 4 candidati alla missione?

La NASA ha annunciato i nomi di coloro che faranno parte della missione Artemis II, selezionata da una rosa di 41 candidati. Tra questi vi è anche la statunitense Christina Hammock Koch, che sarà la prima donna della storia a toccare il suolo lunare. Christina è inoltre detentrice di un record: è stata la prima donna a rimanere più giorni nello spazio (328 in tutto). I suoi compagni di viaggio nella missione di Artemis II saranno i connazionali Victor Glover e Reid Wiseman e il canadese Jeremy Hansen.

Umberto Guidoni: “Artemis II è la ripetizione dell’Apollo 8”

Intervistato all’agenzia di informazionE SIR, Umberto Guidoni ha spiegato l’importanza della missione Artemis II: “La missione Artemis II è la ripetizione dell’Apollo 8 che, alla vigilia di Natale del 1968, portò i primi tre esseri umani vicini alla Luna. Adesso ripercorriamo la stessa strada”. I quattro astronauti nominati dalla Nasa faranno la stessa cosa, ma con una tecnologia molto più potente.

Quella di Artemis II sarà una missione più complessa poiché sarà un modo per testare il veicolo che in futuro porterà tutti gli astronauti oltre l’orbita terrestre. Questa missione, ha spiegato Guidoni, è importante perché “prevede un equipaggio anche se non metterà piede sulla Luna”. Un grande futuro ci attende dal punto di vista spaziale!

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