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La teoria del complotto sull’inversione dei poli magnetici

Quello dell’inversione magnetica dei poli è un fenomeno reale, per il quale il Polo Nord (attualmente positivo) si scambia con il Polo Sud (attualmente negativo). Fu scoperto da Bernard Brunhes nel 1906 attraverso lo studio del magnetismo delle rocce laviche

Sembra che i poli della Terra non siano sempre stati dove sono ora e pensano che il nostro pianeta abbia conosciuto epoche dove i poli si sono scambiati di posizione. Altre ipotesi dicono che la Terra abbia si avuto sempre lo stesso asse ma che la crosta terrestre si sposti in modo repentino causando terremoti, inondazioni, eruzioni vulcaniche e cataclismi vari che derivano dallo stress che la crosta terrestre subisce.

Ci capita spesso di leggere che presto o tardi la Terra entrerà in una nuova fase quando i poli inizieranno a cambiare posizione cosi da portare interi continenti ad affondare e vedere la nascita di altri che emergeranno dalle profondità del pianeta.

Quello dell’inversione magnetica dei poli è un fenomeno reale, per il quale il Polo Nord (attualmente positivo) si scambia con il Polo Sud (attualmente negativo). Fu scoperto da Bernard Brunhes nel 1906 attraverso lo studio del magnetismo delle rocce laviche.

L’inversione può avvenire in breve tempo ma anche in migliaia di anni e non si è ancora riusciti a dare una spiegazione del fenomeno, soprattutto perché non è ancora completamente chiarita l’origine del magnetismo terrestre. Non si sa nemmeno quali possano essere le conseguenze dell’inversione dei poli, perché, secondo i calcoli, l’ultima volta si è verificata 780 mila anni fa.

Queste ipotesi suggestive entrano a pieno titolo nelle teorie del complotto quando i soliti incalliti complottisti sostengono ipotesi che vedono coinvolti i più importanti governi mondiali e gli scienziati che, pur sapendo dell’imminente cambiamento, non condividono le loro informazioni e non mettono in guardia la popolazione mondiale, mantenendo segreta la notizia per evitare di gettare nel panico il mondo intero.

La teoria della migrazione dei poli magnetici è collegata alla deriva dei continenti e ammette che in passato l’asse della Terra si sia spostato modificando di conseguenza la posizione dei poli rispetto alla posizione attuale.

La teoria è basata sulla non coincidenza degli assi di inerzia e di rotazione che dovrebbero coincidere se ci fosse una simmetria perfetta nella distribuzione delle masse. Questo comporta una certa irregolarità nella rotazione che determina una variazione dei poli che pur essendo di pochi metri, nel corso del tempo possono dare luogo a una vera e propria migrazione dei poli.

Alla fine degli anni Sessanta venne elaborata la teoria della tettonica delle placche. Si sa che lo spostamento dei poli (sia magnetici che geografici) è un fenomeno che si verifica realmente ma, normalmente, con spostamenti assai limitati (dell’ordine di pochi chilometri rispetto alla posizione attuale) anche se sappiamo che nel corso della storia geologica del pianeta i poli si sono invertiti diverse volte, l’ultima delle quali è avvenuta circa 780.000 anni fa.

Sappiamo che nei primi anni del XIX secolo ci fu una oscillazione dell’ago ad Ovest di circa 18 gradi sempre rispetto al Nord effettivo. Oggi l’ago punta a circa 5 gradi ad Ovest. Queste misure sono un’indicazione del fatto che il campo magnetico si sta indebolendo e, forse, i poli stanno per invertire la loro posizione come hanno già fatto in passato.

L’indebolimento del campo magnetico terrestre non comporta, però, necessariamente la sua prossima inversione.

Secondo lo schema degli eventi che si sono susseguiti negli ultimi 40 milioni di anni, la prossima inversione sarebbe già in ritardo di 530 mila anni. Considerata però la lentezza del cambiamento, avremo probabilmente tutto il tempo per affrontarla anche se una nuova scoperta potrebbe far crollare questa ipotesi.

Infatti, un gruppo di geologi americani ha eseguito delle ricerche su alcune rocce vulcaniche vecchie di circa 16 milioni di anni, in particolare su un vulcano nelle Steens Mountain, nello stato dell’Oregon. Le misure effettuate su queste rocce indicano una variazione del campo magnetico più veloce rispetto alla media prevista in precedenza. E’ stato osservato che il campo cambia in modo imprevedibile, anche di alcuni gradi al giorno, man mano che la lava si raffredda.

In altre parole, i poli possono spostarsi così rapidamente, durante un’inversione, che potremmo quasi vedere l’ago della bussola muoversi. Secondo alcuni scienziati, il fenomeno dell’inversione dei poli potrebbe causare un indebolimento dello scudo protettivo contro la radiazione solare determinando un assottigliamento dello strato di ozono e una maggiore penetrazione delle radiazioni ultraviolette, con un conseguente aumento delle malattie tumorali per gli esseri umani. Non solo, ma il fenomeno potrebbe avere anche effetti sugli animali, come le balene o alcune specie di uccelli, che si affidano, per così dire, al campo magnetico per orientarsi.

C’è da dire che mentre una parte della comunità scientifica appare più ottimista, alcuni ricercatori sembrano ipotizzare una possibile inversione del campo magnetico anche in tempi relativamente brevi. Le rocce indicano che il campo si è indebolito negli ultimi 2.000 anni confermando che il declino verso il caos magnetico potrebbe essere già iniziato. Se questo è vero, tra 1.400 anni potremmo trovarci al punto zero, ossia al centro del processo che determinerà una nuova inversione dei poli, diciamo intorno all’anno 3.400 circa.

Se l’inversione si verificasse in modo rapido, il mondo moderno ne verrebbe capovolto. Nelle peggiori delle ipotesi, le tempeste solari causerebbero black-out elettrici paralizzando le metropoli. La Terra potrebbe essere bombardata dalla radiazione solare, con un’energia equivalente ad alcuni miliardi di bombe di Hiroshima, accompagnata da onde di magnetismo.

Una tempesta solare causerebbe forti fluttuazioni nelle linee di forza del campo magnetico terrestre, distruggendo le comunicazioni radio e televisive, i sistemi di navigazione, sovraccaricando le linee telefoniche ed elettriche, mettendo fuori uso le centrali elettriche.

Antico come la Terra, il campo magnetico costituisce una sorta di ombrello spaziale che aiuta il pianeta a difendersi mantenendo uno strato protettivo. Tuttavia, di tanto in tanto interrompe il suo flusso e subisce un’inversione i cui effetti possono essere disastrosi per gli esseri viventi.

Come appare chiaro da queste informazioni, i sostenitori della cospirazione del complotto del silenzio sull’inversione dei poli magnetici utilizzano una base scientifica reale per creare allarmismo al momento ingiustificato e trarne vantaggio economico guadagnando attraverso pubblicazioni, libri, convegni e via dicendo sfruttando la credulità popolare, la poca voglia di informarsi presso fonti accreditate (comodamente definite al soldo dei governi e dei potentati economici) e la scarsa capacità critica di molti navigatori della rete e frequentatori dei social.

Insomma, l’inversione dei poli magnetici è un evento possibile ma non imminente e non costituisce, almeno per ora, un pericolo tale da giustificare il diffondere di allarmismo. 

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