L’eruzione del supervulcano Toba ha impoverito lo strato di ozono terrestre 74.000 anni fa

L’esplosione del supervulcano Toba, situato sulla moderna isola di Sumatra, circa 74.000 anni fa, è stata la più grande eruzione vulcanica della Terra negli ultimi 28 milioni di anni.

Parti dell’Indonesia, dell’India e dell’Oceano Indiano furono coperte da 15 centimetri di detriti vulcanici. Si stima che circa 1.700 miglia cubiche di roccia, un volume paragonabile a quasi 3 milioni di Empire State Building, siano eruttati, formando un lago vulcanico visibile anche dallo spazio.

Ceneri e gas vulcanici rilasciati dall’eruzione del Toba nell’atmosfera bloccarono parzialmente la luce del sole, causando un inverno vulcanico durante il quale le temperature sono scese in tutto il mondo di 3,5 gradi.

Secondo le simulazioni al computer compilate dagli autori, l’eruzione del Toba ha inviato nell’atmosfera abbastanza materiale vulcanico così in alto da assorbire una parte significativa della radiazione solare, riducendo il tasso di formazione dell’ozono. Nelle simulazioni, un anno dopo l’eruzione, i livelli di ozono erano scesi dal 20 al 50 percento, specialmente nelle zone equatoriali dove i modelli del vento concentrano la maggior parte delle particelle e dei gas vulcanici.

Senza uno strato di ozono intatto, i livelli di radiazioni nocive che raggiungevano la superficie terrestre sono aumentati di quasi il 140 percento negli anni successivi.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i livelli di radiazioni superiori al 10% devono essere considerati pericolosi per l’uomo. Gli effetti sulla salute vanno dalle scottature solari alle lesioni oculari da radiazioni, all’aumento del rischio di cancro della pelle e alla soppressione del sistema immunitario.

Un aumento delle radiazioni nocive, soprattutto nelle zone equatoriali, potrebbe spiegare anche un mistero archeologico.

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Prove e manufatti suggeriscono che circa 74.000 anni fa, le popolazioni umane nell’Africa centrale diminuirono improvvisamente, ma i primi esseri umani in India e nell’Africa meridionale sopravvissero.

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Nello scenario proposto dagli autori dello studio, le persone hanno lasciato aree rese inabitabili dalle radiazioni, ma sono rimaste più a nord ed a sud, dove gli effetti sono stati meno gravi.

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