Riscaldamento globale, normale ciclo climatico o frutto dell’attività antropica?

Abbiamo spesso parlato del riscaldamento globale, cioè l'aumento delle temperature a livello globale causate dalla maggiore concentrazione di CO2 ed altri gas serra generati dalle attività antropiche

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Per completezza d informazione, riportiamo oggi una serie di riflessioni espresse sul sito attivitasolare.com che presentano un’ipotesi abbastanza diversa dall’idea attualmente accettata.

Secondo l’autore dell’articolo, se ancora c’era qualche possibilità che la “pseudo teoria del Riscaldamento Globale Antropico” abbia una base concettuale plausibile, ora tali possibilità sono, di fatto, inesistenti.

All’inizio, la spiegazione era alquanto semplice, e a coloro che esprimevano dubbi, veniva chiarito che la CO2 immessa in atmosfera, di fatto, impedisce che il calore emesso dal nostro pianeta possa disperdersi nello spazio.

Questo è il cosiddetto effetto serra, causa prima della febbre della Terra che, nel tempo, sarebbe salita sempre di più, provocando temperature altissime al livello del suolo e lo scioglimento totale dei ghiacci, innescando, probabilmente, un evento a livello di estinzione di massa.

Secondo l’autore dello studio, grazie a questo “spauracchio”, sono state introdotte e applicate leggi, tasse e manovre, atte a contrastare le emissioni di CO2, incentivando sistemi energetici più rispettosi dell’ambiente come il fotovoltaico.



Sul fotovoltaico, fa notare, in parte giustamente, l’autore, tutto si può dire, tranne che definirlo ecologico. Per produrre i pannelli fotovoltaici, è necessario un investimento in termini energetici ancora sproporzionato. E non è ecologico in quanto la cella fotovoltaica non è riciclabile (vengono riciclati solo il vetro, l’alluminio della struttura e i cavi in rame).

Di “proiezioni”, ossia i potenziali scenari futuri elaborati sulla base di dati reali ed evoluzioni degli stessi basati sulla teoria AGW, su come evolverà la questione ne sono state presentate moltissime, dice l’autore e tali scenari, che NON SONO previsioni, sono cambiati tante di quelle volte che se ne è perso il conto.

L’aumento della temperatura era stato inizialmente ipotizzato in 1 o 2 gradi per secolo… Aumentati poi, poco prima delle Conferenze internazionali, anche a 6-8 gradi per secolo… Nel frattempo, però, è trascorso più di un decennio.

Secondo l’autore, quella dell’AGW (Anthropogenic Global Warning) è una teoria che non ha alcuna possibilità di ricreare l’evoluzione della temperatura del passato più o meno recente. Vale, forse, solo per il futuro.

Ricostruendo la storia del passato recente, nel 2014 si verificò un aumento delle temperature in gran parte del pianeta a causa di El Niño, un noto fenomeno climatico che in quell’anno si presentò come uno dei più forti degli ultimi decenni.

El Niño è un fenomeno climatico periodico che provoca il riscaldamento delle acque del pacifico equatoriale. L’enorme calore che si accumula, viene trasferito all’atmosfera che si arricchisce, di pari passo, anche di una enorme quantità di umidità.

Insomma, secondo la tesi presentata dall’autore dell’articolo, l’innalzamento delle temperature registrato tra il 2014 e i primi mesi del 2016, dipendeva da El Niño e non aveva causa antropica.

L’osservazione delle temperature medie globali registrate dal mese di marzo 2016 in poi, però, dimostrerebbe che le temperature medie globali sono letteralmente “precipitate”… con una velocità spaventosa. Motivo?
Secondo la scienza ufficiale, ancora una volta il Riscaldamento Globale Antropico.

Per “chi vive di AGW”, spiega l’autore dello studio, infatti, l’eccesso di CO2 in atmosfera comporta un riscaldamento globale se le temperature aumentano… o un raffreddamento se diminuiscono. Oppure, in alternativa, un periodo di “stasi termica” se la temperatura resta costante.

In pratica, qualunque cosa succeda alla temperatura media del pianeta, la colpa è sempre, solo ed esclusivamente dell’eccesso di Anidride Carbonica in atmosfera.

Anche l’affermazione che “la temperatura globale media attuale è la più alta di sempre”, in realtà sarebbe errata:

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Il grafico sopra, riporta la temperatura ricostruita sulla base dei carotaggi del ghiaccio in Groenlandia.

Quello che è evidente, è che circa 3400 anni fa, la temperatura aveva registrato valori più alti, rispetto agli attuali, di circa 2.5°C. Anche circa 1000 anni fa la temperatura in Groenlandia era più alta di 1°C. Dati che non vengono minimamente presi in considerazione da chi vorrebbe far credere alla gente che il clima del nostro pianeta si stia dirigendo verso un interminabile periodo di riscaldamento globale senza precedenti.

Anche per quanto riguarda lo scioglimento del ghiaccio marino Antartico, spiega l’articolo, la responsabilità dello scioglimento non sta nel  Riscaldamento Globale Antropico ma è da ricercare nelle eruzioni vulcaniche e idrotermali sottomarine.

Mentre per lo scarso innevamento in alcune zone del Polo Sud, la causa andrebbe ricercata nella particolare configurazione dei venti in quota che isolano completamente il continente dal resto del pianeta causando una scarsa umidità dell’aria che, in molte zone, diventa troppo bassa per garantire un sufficiente apporto nevoso.

Per quanto riguarda il Polo Nord, invece, l’estensione dei ghiacci marini nella zona che si affaccia verso l’Europa, dipende quasi esclusivamente dalla circolazione termoalina dell’Atlantico… E questa, anche sulla base di recenti studi riguardanti l’Atlantic meridional overturning circulation (AMOC), è vista in progressivo rallentamento.

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Considerando che la variazione del ghiaccio marino artico segue abbastanza fedelmente la variazione dell’indice AMO (ma non bisogna dimenticare le eruzioni vulcaniche e idrotermali sottomarine individuate nella Gakkel Ridge dell’Oceano Artico), il quale ha un ciclo completo di circa 60 anni e sta ora virando verso il semiciclo negativo, l’estensione dei ghiacci marini dovrebbe presto tornare a crescere. Esattamente come avvenne 60 anni fa, alla fine del precedente semiciclo positivo di tale indice.

Nell’ultimo periodo, a causa della bassa attività solare registrata in concomitanza con il periodo di minimo solare che stiamo vivendo, al Polo Nord la temperatura dell’aria è risultata meno “negativa” del solito.

Questo ha comportato una dislocazione del freddo verso le medie latitudini… e, di conseguenza, ha portato freddo estremo sulla Siberia prima e sul Nord America dopo.

Insomma, attività antropica o no, secondo l’autore, le temperature estreme che stiamo vivendo con forti picchi di caldo seguiti da altri picchi di freddo, dipendono esclusivamente dall’influenza esercitata dall’attività solare sulla nostra atmosfera, attività che si basa su cicli periodici in base ai quali vedremo presto le temperature medie globali tornare verso la normalità.

Personalmente, sulla base di quanto riferiscono i dati raccolti dalla scienza ufficiale, sono molto preoccupato dall’evolversi della situazione climatica del nostro pianeta e, posto che, sia, a mio parere, indubbio che l’attività solare eserciti una notevole influenza sulle temperature del nostro pianeta, ritengo altrettanto indiscutibile il fatto che i gas serra incidano significativamente.

La nostra abitudine è quella di non escludere nulla a priori ed esaminare sempre le prove portate a sostegno di tutte le tesi.

Siamo certi che il passato del nostro pianeta sia stato caratterizzato da periodi di temperature più alte delle attuali, seguiti da periodi di temperature più basse, prova ne è il “minimo di Maunder” ma che, attualmente, proprio a fronte della fase di minima attività che sta vivendo il Sole, le temperature siano troppo alte è una certezza e non darei ascolto a talune sirene emergenti che tentano di farci abbassare la guardia sulla questione climatica.

La posta in gioco è la sopravvivenza, una posta troppo alta per affidarsi al caso

 

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