MORIRE DI PERTOSSE NEL 2018: 10 note

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Sono morte nei giorni scorsi due neonate di pertosse. La notizia, come ormai sempre in Italia in questo costante caos dell’informazione, è stata “usata” per ogni tipo di strumentalizzazione, più o meno assurda, inclusa la colpevolizzazione delle madri, che crediamo fosse del tutto non necessaria.

Allora riepiloghiamo quello che si deve sapere sulla pertosse e sul vaccino anti-pertosse in DIECI brevi punti, ad uso di chi vuole capire, senza ne’ agende, ne’ opinioni politico-social-religiose, ne’ paraocchi.

1. La pertosse è una malattia molto seria e potenzialmente mortale (soprattutto nei bambini più piccoli), che si trasmette per via respiratoria. E’ molto contagiosa, e non sempre guarisce con gli antibiotici.

2. La pertosse è prevenibile con una vaccino molto efficace (la versione in uso corrente è il cosiddetto “vaccino acellulare”), e proprio grazie al vaccino la pertosse è diventata molto più rara che in passato. Ma non è affatto sparita. Ogni tanto rispunta: nello scorso anno c’è stata una epidemia di pertosse a Modena, con 22 contagiati. Grazie al pronto intervento dei medici e alle misure messe in atto, non c’è stata nessuna conseguenza.

3. Il batterio che causa la pertosse (Bordetella pertussis) continua a circolare nonostante le vaccinazioni perché l’efficacia del vaccino cala nel tempo e gli adolescenti/adulti vaccinati che non hanno effettuato richiami rappresentano una possibile fonte di infezione sia per i non vaccinati, sia per i neonati che non hanno completato il ciclo primario (naturalmente NON a causa del vaccino, ma perché vaccinati meno del necessario).

4. In USA ci sono due preparazioni del vaccino (DTaP per i bambini fino a 7 anni e Tdap per > 7 anni e adulti). Entrambi proteggono anche per tetano e difterite. Questi vaccini NON contengono mercurio (thimerosal). In Italia si usa la cosiddetta “esavalente” che copre anche per Hemophilus influenza B, Polio, e Epatite B. E l’esavalente, con buona pace dei nostri “fenomeni”, non contiene nanoparticelle, pelle di maiale, feti umani, o altro ancora.



5. Effetti collaterali gravi consistono in reazioni anafilattiche immediate (entro mezz’ora dalla somministrazione) in un caso su un milione, che si risolvono senza conseguenze con appropriati interventi terapeutici. Si noti che le vaccinazioni avvengono SEMPRE in ambiente idoneo, con il medico pronto a intervenire in caso di simili problemi.

6. Altri effetti gravi (epilessie, coma, danni cerebrali, morte) sono stati riportati ma la loro rarità è tale che non è MAI stato possibile stabilire un nesso causale. In altre parole, non si può sapere se tali patologie sarebbero comunque insorte anche senza vaccinazioni.

7. La vaccinazione per la pertosse è raccomandata dal CDC di Atlanta (il maggior organismo sanitario degli Stati Uniti che si occupa del controllo delle malattie e delle infezioni) per bambini (a partire dal 2 mese di vita), adolescenti, adulti, e nel terzo trimestre di gravidanza. Ci piacerebbe sapere se gli ostetrici seguono queste raccomandazioni, dato che la percentuale delle gravide vaccinate non è proprio entusiasmante…. Non a caso la Società Italiana di Neonatologia sostiene una campagna di sensibilizzazione alla vaccinazione non solo in gravidanza, ma per tutte le donne in età fertile che intendono avere figli.

8. I neonati sono protetti dagli anticorpi materni se la madre riceve una dose di vaccino nel terzo trimestre di gravidanza, ma non se la madre è stata vaccinata molti anni prima. Ricordiamo che durante la gravidanza il sistema immunitario della madre non è, e non deve essere, efficientissimo, altrimenti il feto sarebbe visto come qualcosa di estraneo ed attaccato. Ma comunque il sistema immunitario materno funziona, anche se a regime ridotto, e se ritorna a vedere un antigene, ovvero il vaccino, produce subito anticorpi che passano la placenta e proteggono il feto, e di conseguenza, e per alcuni mesi, il neonato.

9. La madre che ha ricevuto il vaccino nel terzo trimestre di gravidanza può tranquillamente allattare senza nessun problema per il neonato. Anzi, meglio!

10. In Italia il vaccino per la pertosse fa parte dei dieci vaccini obbligatori per l’infanzia secondo la Legge Lorenzin, mentre non c’è alcun obbligo per il suo uso in gravidanza (che avrebbe molto probabilmente salvato queste due neonate), ne’ per gli operatori sanitari.

di Silvestri & Cossarizza, medici e scienziati

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