Le ondate di gelo invernali non smentiscono il riscaldamento globale

Dalla rivoluzione industriale, le temperature mondiali si sono alzate di un grado Celsius, aumento non significativo per bloccare le ondate di gelo invernali, ma sufficiente per alterare gli eventi metereologici

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Le ondate di gelo che nell’ultima settimana hanno travolto gli Stati Uniti attraverso alcune forti tempeste che in Texas, addirittura, hanno messo fuori uso la rete elettrica in Texas, hanno sepolto sotto la neve gran parte del paese che, peraltro, è stato avvolto da un freddo record.

Secondo gli scienziati, però, queste ondate di gelo non rappresentano una situazione anomala né, tanto meno, sono in contrasto con il riscaldamento globale.

Noah Diffenbaugh, scienziato esperto nello studio del cambiamento climatico presso la Stanford University, ha affermato che il clima non si è riscaldato a sufficienza da eliminare gli eventi freddi; tale condizione si verificherà anche nel futuro, pertanto non dovremmo aspettarci che gli eventi freddi alle medie latitudini vengano eliminati dall’innalzamento delle temperature medie globali.

Dalla rivoluzione industriale, le temperature mondiali si sono alzate di un grado Celsius, aumento non significativo per bloccare le ondate di gelo invernali, ma sufficiente per alterare gli eventi metereologici.

Diffenbaugh afferma che : “Sebbene le proiezioni relative al riscaldamento del clima evidenziano un aumento di tre gradi Celsius sopra i livelli preindustriali, alle medie latitudini possono ancora verificarsi fenomeni di freddo intenso”. Fondamentalmente, i fenomeni di freddo intenso non sono incompatibili con il grado di riscaldamento che abbiamo avuto, inoltre potranno verificarsi ancora nel prossimo futuro.



Coloro che pensano che i cambiamenti climatici non sono una minaccia portano spesso come prova il clima invernale e le sue rigide temperature, evidenziando come questo possa essere considerato una prova del fatto che non c’è nulla da temere.

In realtà i sei anni successivi al 2015, sono stati registrati come gli anni più caldi di sempre e 189 nazioni hanno firmato l’accordo di Parigi, che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di anidride carbonica e mantenere l’aumento delle temperature entro 1,5 gradi Celsius.

L’ex presidente Trump, ha ritirato gli Stati Uniti dall’accordo a novembre, mentre Biden a gennaio ha firmato un ordine per rientrarvi.

Gli scienziati evidenziano che il clima sta cambiando e che il riscaldamento globale è un pericolo reale, al quale è necessario porre rimedio: Diffenbaugh sostiene che già soltanto l’aumento di un grado Celsius è stato sufficiente per aumentare la frequenza e la gravità di eventi climatici estremi.

Le ondate di gelo avvengono nonostante l’aumento delle temperature globali

Le ricerche portate avanti da Diffenbaugh rilevano che eventi di caldo record si verificano con una probabilità superiore all’80 % su tutta la superficie globale. La probabilità che si verifichino invece eventi umidi o secchi, si riduce al 50%.

Le alte temperature inoltre, comportano una stagione degli incendi più lunga: tale condizione è un chiaro esempio del cambiamento climatico. 

Negli Stati Uniti Occidentali, il rischio incendi è aumentato, e negli ultimi quattro anni, l’area bruciata è aumentata di un fattore pari a 10. Circa la metà dell’aumento della superficie bruciata è associata agli effetti a lungo termine dell’aumento delle temperature. Negli ultimi 40 anni la frequenza di giorni in cui si verificano eventi metereologici straordinari è più che raddoppiata.

Diffenbaugh porta, inoltre, come esempio altri eventi che si verificano sempre più spesso e in modo devastante, come ad esempio le mareggiate dovute all’innalzamento del livello del mare. L’innalzamento del livello del mare ha aumentato la gravità delle inondazioni da mareggiate di circa il 20%.

La super tempesta Sandy, che ha provocato danni gravissimi a New York, oppure l’uragano Harvey che ha inondato Huston con 60 pollici di pioggia, dimostrano che il cambiamento climatico, gioca un ruolo centrale.

Diffenbaugh ha portato prove evidenti che indicano come l’aumento del vapore acqueo nell’aria aumenta l’intensità dei cicloni, altre ricerche evidenziano come l’aumento dell’umidità nell’atmosfera provoca una quantità maggiore di nevicate.

I dati raccolti e le ricerche evidenziano chiaramente il cambiamento climatico, ma ciò che non è chiaro è se il cambiamento climatico stia rendendo più gravi le tempeste che si verificano. Tale difficoltà nel rilevare questi dati è legata al fatto che i sistemi climatici sono connessi a fattori complessi e variegati.

Diffenbaugh afferma che la ricerca sta ancora cercando di comprendere se il riscaldamento altera o meno l’atmosfera e gli oceani in modo tale da aumentare le probabilità di freddo estremo.

Se non ci sono dubbi che eventi di freddo record non sono in contrasto con il riscaldamento globale e che si verificheranno ancora per i prossimi decenni, saranno, però, necessarie ulteriori ricerche per stabilire un nesso tra la violenza delle tempeste invernali provocate dalle ondate di gelo e il riscaldamento globale.

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