Le storie sul furto di reni

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di Oliver Melis

Come altre leggende, quella degli espianti di rene da donatori involontari è stata italianizzata a partire dai miti d’oltre oceano e si è diffusa principalmente in Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia grazie alla stampa locale che si è interessata a questi casi che vennero però prontamente smentiti dalle forze dell’ordine.

A marzo ’94 su La stampa apparve un articolo in cui si riportava la leggenda della donna fascinosa e del malcapitato cui, dopo essere stata somministrata della droga, veniva espiantato un rene.

L’articolo faceva riferimento a un uomo di Imperia che in realtà non era mai incappato in simili vicissitudini.

La leggenda conosce diverse varianti: un uomo viene agganciato in un bar o in una discoteca da una bella donna e il mattino dopo si risveglia davanti a un ospedale, in un fosso o in una camera d’albergo privo del rene e con una flebo attaccata al braccio.

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La leggenda è simile alla nota AIDS Mary, quando un felice abbordaggio del protagonista si conclude con il ritrovamento di una scritta sullo specchio del bagno, impressa con il rossetto: “Benvenuto nel mondo dell’AIDS”.

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Ma nonostante le tante analogie con la leggenda dell’AIDS quella del rene rubato non deve essere presa troppo alla leggera, infatti storie simili a quelle raccontate in Italia erano apparse in nazioni come la Turchia, la Germania, il Belgio, la Danimarca, l’Olanda, e l’Irlanda. Le precedenti versioni europee, come riporta Paolo Toselli nel libro “La famosa invasione delle vipere volanti”, vedevano il protagonista impegnato in un viaggio all’estero, viaggio che si compiva in paesi esotici o Est europeo, dove come è noto il mercato degli organi è tutt’oggi particolarmente attivo e redditizio.

Stefano Bagnasco del CICAP sottolinea però che la leggenda del rene non è verosimile, perché espiantare un organo richiede una certa tempistica e non è certamente cosa semplice da eseguire, anche se i “furti” di rene sono possibili, magari in quei paesi dove avviene il racket degli organi, per esempio nel 2008 il Washington Post, che non è una testata da gossip, ha pubblicato l’articolo India Uncovers Kidney Racket dove metteva a nudo il racket del traffico d’organi che vedeva “vittime” i lavoratori più poveri del paese, attirati da false promesse di lavoro giornaliero per essere poi “depredati” di un rene…

Insomma, bufala si ma fino ad un certo punto. Quasi certamente queste cose non capitano nell’occidente evoluto ma non sono rare in paesi meno evoluti o socialmente più poveri.

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Qualche volta le leggende metropolitane hanno qualcosa di più di un fondo di verità.

Fonte: La tela nera

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