Le macchine di Von Neumann sono delle teoriche sonde artificiali autoreplicanti, cioè teoricamente capaci in modo autonomo di produrre una copia di se stesse usando materiali grezzi presi dall’ambiente
Il concetto di macchine autoreplicanti è stato avanzato ed esaminato da Homer Jacobsen, Edward F. Moore, Freeman Dyson, John von Neumann e, più recentemente, da Kim Eric Drexler nel suo libro sulla nanotecnologia, da Robert Freitas, da Ralph Merkle e da Frank Tipler.
Von Neumann ha anche lavorato su ciò che è chiamato “Costruttore universale“, una macchina autoreplicante che opererebbe in un ambiente di automi cellulari.
Un esempio di macchine di Von Neumann autoreplicanti sono le stampanti 3D del progetto RepRap, in grado di produrre molte delle parti con cui sono costruite.
Perché non individuiamo sonde aliene?
La risposta potrebbe essere che tali sonde potrebbero essere piccolissime, minuscole macchine microscopiche che non possiamo rilevare. Le sonde extraterrestri potrebbero essere là fuori, in giro nel sistema solare e noi non riusciamo rilevarle.
Questa è l’idea proposta da uno scienziato che cerca di spiegare il paradosso di Fermi.
Il paradosso prende il nome del fisico italo-americano Enrico Fermi – che presuppone, poiché la Via Lattea è così vasta e così antica, che le probabilità che ci siano civiltà aliene sono piuttosto alte…
Quindi, dove sono? Come mai non ne vediamo nemmeno una?
Le macchine di Von Neumann
Forse queste civiltà evolute stanno esplorando l’universo utilizzando micro-macchine lunghe appena un nanometro, suggerisce l’astrofisico Zaza Osmanov della Libera Università di Tbilisi in Georgia. L’idea dello scienziato è supportata da alcuni dettagliati calcoli.
L’idea sviluppata da Osmanov deve essere ancora sottoposta a peer review, quindi al momento è solo una proposta, da non sottovalutare però, perché apre possibilità su come altre civiltà potrebbero raggiungerci o come noi potremo un giorno lanciare qualcosa di molto piccolo nello spazio interstellare e le idee in questa direzione non mancano.
Lo studio è basato sull’idea sviluppata dallo scienziato Von Neumann che teorizzò delle macchine autoreplicanti note, appunto, con il nome di macchine di Von Neumann.
Intelligenze aliene tecnologicamente evolute sarebbero, forse, in grado di inviare nello spazio sonde automatiche tipo macchine di Von Neumann. Ma queste sonde potrebbero realmente esplorare lo spazio profondo e approvvigionarsi di tutti gli elementi utili alla replicazione?
Secondo Osmanov il problema dell’approvvigionamento si risolve riducendo fino a una scala nanometrica le dimensioni della sonda, più piccole sono e meno necessità di materiali e di energia hanno, e potrebbero sfruttare gli atomi di idrogeno dello spazio interstellare per ottenere l’energia necessaria al loro fabbisogno nel lungo viaggio.
Queste macchine di Von Neumann, sonde microscopiche, sarebbero, in teoria, molto più efficienti di qualsiasi altra macchina pensata in precedenza e potrebbero autoreplicarsi in pochi anni, viaggiando nelll’Universo in modo relativamente rapido.
La replicazione inoltre farebbe crescere il numero di tali macchine fino al livello di trilioni di miliardi in pochi anni di riproduzione costante.
Ma, se fosse possibile e nel sistema solare ci fossero queste micro sonde, come si potrebbero individuare?
Secondo Osmanov, questo sciame di sonde emetterebbe emissioni luminose mentre raccolgono i protoni lungo il loro cammino.
Guardando nella giusta direzione, dovremmo essere in grado di vedere queste piccolissime macchine di Von Neumann, afferma, e supponendo che si spostino in formazione, potrebbero apparire come una cometa con una coda di diversi chilometri osservando la parte infrarossa dello spettro.
L’idea che gli alieni ci osservino in qualche modo non è nuova, Osmanov ci da comunque un’altra possibilità da non scartare e quando la nostra tecnologia sarà sufficientemente evoluta forse potrà captare eventuali macchine di Von Neumann che ci studiano.
“Tutti i risultati indicano che se si rileva uno strano oggetto con valori estremamente elevati di incremento della luminosità, questo potrebbe essere un buon segno per collocare l’oggetto nell’elenco dei candidati extraterrestri alla sonda von Neumann“, scrive Osmanov.
La ricerca è stata pubblicata sul server di prestampa arXiv.org.