Perché non individuiamo sonde aliene?
La risposta potrebbe essere che tali sonde potrebbero essere piccolissime, minuscole macchine microscopiche che non possiamo rilevare. Le sonde extraterrestri potrebbero essere là fuori, in giro nel sistema solare e noi non riusciamo rilevarle.
Questa è l’idea proposta da uno scienziato che cerca di spiegare il paradosso di Fermi.
Il paradosso prende il nome del fisico italo-americano Enrico Fermi – che presuppone, poiché la Via Lattea è così vasta e così antica, che le probabilità che ci siano civiltà aliene sono piuttosto alte… Quindi dove sono? Come mai non ne vediamo nemmeno una?
Forse queste civiltà evolute stanno esplorando l’universo utilizzando micro-macchine lunghe appena un nanometro, suggerisce l’astrofisico Zaza Osmanov della Libera Università di Tbilisi in Georgia. L’idea dello scienziato è supportata da alcuni dettagliati calcoli.
L’idea sviluppata da Osmanov deve essere ancora sottoposta a peer review, quindi al momento è solo una proposta, da non sottovalutare però, perché apre possibilità su come altre civiltà potrebbero raggiungerci o come noi potremo un giorno lanciare qualcosa di molto piccolo nello spazio interstellare e le idee in questa direzione non mancano.
Lo studio è basato sull’idea sviluppata dallo scienziato Von Neumann che teorizzò delle macchine autoreplicanti note con il nome di macchine di Von Neumann.
Gli alieni forse sono in grado di inviare nello spazio questo tipo di macchine automatiche. Ma queste sonde possono realmente esplorare lo spazio profondo e approvvigionarsi di tutti gli elementi utili alla replicazione?
Secondo Osmanov il problema dell’approvvigionamento si risolve riducendo fino a una scala nanometrica le dimensioni della sonda, più piccole sono e meno necessità di materiali e di energia hanno, e potrebbero sfruttare gli atomi di idrogeno dello spazio interstellare per ottenere l’energia necessaria al loro fabbisogno nel lungo viaggio.
Queste sonde microscopica sarebbero, in teoria, molto più efficienti di qualsiasi altra macchina pensata in precedenza, e potrebbero autoreplicarsi in pochi anni, viaggiando nelll’Universo in modo relativamente rapido.
La replicazione inoltre farebbe crescere il numero di tali macchine fino al livello di trilioni di miliardi in pochi anni di riproduzione costante.
Ma, se fosse possibile e nel sistema solare ci fossero queste micro sonde, come si potrebbero individuare?
Secondo Osmanov, questo sciame di sonde emetterebbe emissioni luminose mentre raccolgono i protoni lungo il loro cammino.
Guardando nella giusta direzione, dovremmo essere in grado di vederli, afferma, e supponendo che si spostino in formazione, potrebbero sembrare una cometa di diversi chilometri osservando la parte infrarossa dello spettro.
L’idea che gli alieni ci osservino in qualche modo non è nuova, Osmanov ci da comunque un’altra possibilità da non scartare e quando la nostra tecnologia sarà sufficientemente evoluta forse potrà captare eventuali macchine di Von Neumann che ci studiano.
“Tutti i risultati indicano che se si rileva uno strano oggetto con valori estremamente elevati di incremento della luminosità, questo potrebbe essere un buon segno per collocare l’oggetto nell’elenco dei candidati extraterrestri alla sonda von Neumann“, scrive Osmanov.
La ricerca è stata pubblicata sul server di prestampa arXiv.org.