Cosa è successo al metano di Marte? Un vero e proprio mistero per gli scienziati che indagano sulle possibilità che sul Pianeta Rossa esista o sia esistita la vita. Qualche anno fa la missione dell’ESA Mars Expressrilevò tracce di metano nell’atmosfera marziana ma ora i dati inviati da un satellite attualmente in orbita al nostro vicino ha riferito che l’orbiter non ha trovato alcuna traccia di metano nell’atmosfera.
La presenza di metano è importante perché è un importante marcatore della vita e indica che il pianeta una volta poteva essere abitabile.
Il satellite dell’ESA Trace Gas Orbiter (TGO), ha analizzato l’atmosfera di Marte per identificare da quali gas è composta utilizzando uno strumento chiamato suite spettrometricaNOMAD (Nadir and Occultation for MArs Discovery). Il team NOMAD ha confermato, in un recente comunicato, di non aver trovato alcun traccia di metano fino a un livello di 50 parti per trilione pur avendo scansionato l’intera atmosfera fin quasi alla superficie del pianeta.
Il dato è ancora più sconcertante perché, all’inizio di quest’anno, il rover Curiosity della NASA aveva rilevato la presenza di metano anche se i risultati delle analisi non erano stati coerenti nel tempo: il rover aveva rilevato “livelli stagionali fluttuanti” del gas nell’atmosfera. Il responsabile dello strumento di rilevamento del metano installato a bordo di Curiosity, dott. Chris Webster, dichiarò a Science che era sicuro che i risultati sarebbero stati riconciliati, poiché la sua squadra aveva impiegato sei mesi prima che di rilevare il picco del metano: “sono fiducioso che nel tempo ci sarà una coerenza tra i due set di dati”, aveva dichiarato.
Si ritiene che il ciclo del metano su Marte provenga da “microschiedi” nel sottosuolo del pianeta, in cui piccole quantità di gas filtrano attraverso il substrato roccioso. Si pensa che il metano marziano sia prodotto da fonti viventi o geologiche, piuttosto che avere origine esterna a Marte. Questa ipotesi è convalidata dai dati del Trace Gas Orbiter che non mostrano metano in caduta nell’atmosfera.
Il TGO continuerà a raccogliere dati fino al 2022, c’è quindi tempo per capire cosa sia successo al metano marziano.
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