L’addestramento degli astronauti: la vomit comet

Vomit Comet è il nomignolo assegnato dagli aspiranti astronauti al particolare tipo di aerei che permettono di effettuare l'addestramento in microgravità

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Per chi si addestra per intraprendere la carriera di astronauta, volare sulla “Vomit Comet” è una parte essenziale dell’allenamento per imparare a muoversi nella microgravità dello spazio.

Nel 1957 gli astronauti iniziarono l’addestramento su aerei che simulavano l’assenza di gravità effettuando manovre simili a montagne russe in aria. Tali simulazioni provocavano la nausea ad alcuni passeggeri, e il fatto ha ispirato il soprannome di “Vomit Comet“.

Il programma di addestramento fu assunto dalla NASA nel 1973 sostituendo l’Aeronautica militare. In seguito, dal 2008, è stata una società privata, la Zero-G Corp., a gestire gestisce la formazione degli astronauti.

Il programma, ideato inizialmente per l’addestramento degli astronauti, oggi non è riservato solo ai professionisti delle missioni spaziali ma anche a scienziati, ingegneri, studenti e celebrità che sono salite sulle “vomit comet” per provare la sensazione della microgravità.

In realtà l’utilizzo della vomit comet precede la NASA. Nel 1950, gli Stati Uniti reclutarono due scienziati tedeschi: l’ingegnere aeronautico Fritz Haber e il fisico Heinz Haber. I due, che erano fratelli, proposero di simulare la microgravità dello spazio negli aeroplani effettuando voli che seguivano particolari traiettorie paraboliche. Si arriva cosi al 1957, quando l’Air Force iniziò quello che sarebbe diventato in seguito il Programma a gravità ridotta della NASA, addestrando gli astronauti dei programmi Mercury e Apollo.



Dal 1957 al 1967, l’Air Force effettuò questo particolare addestramento utilizzando tre aerei a elica, i bimotore C-131 e cinque Stratotanker KC-135 da rifornimento, modificati appositamente. Fu la NASA a gestire gli ultimi due KC-135. Il programma non era solo per l’addestramento degli astronauti, gli ingegneri utilizzarono gli aeroplani anche per testare attrezzature e procedure dei voli spaziali mentre diversi gruppi di studenti universitari sfruttarono il programma per eseguire esperimenti in microgravità.

Uno di questi velivoli, il KC-135A in forza alla NASA, eseguì durante il suo servizio più di 58.000 parabole, con una media di 3.800 parabole e 300 ore di volo all’anno prima di effettuare il suo ultimo volo di microgravità, avvenuto il 29 ottobre 2004.

L’aereo è apparso anche a Hollywood: fu stato utilizzato per filmare scene in microgravità per il film “Apollo 13“. Gli scenografi ricrearono l’interno di un veicolo spaziale adattTO all’aereo. Quindi, le telecamere ripresero i voli a bassa gravità simulata per creare il film. Il regista Ron Howard noleggiò l’aereo per sei mesi per realizzare le scene in assenza di gravità che gli spettatori vedono oggi nel film.

KC-135A oggi fa bella mostra di se ad Ellington Field in Texas. L’allora direttore dei test John Yaniec dichiarò che KC-135A stava ancora andando forte quando venne ritirato nel 2004, ma il suo ruolo unico lo aveva reso “sempre più difficile e costoso da mantenere“.

Nel 2005, la NASA ha sostituì il KC-135 con un Navy C-9, che l’agenzia ha usato fino a quando non ha cancellato il programma di gravità ridotta nel 2014. Nel 2016, il C-9 è stato utilizzato per testare le tute spaziali per il veicolo spaziale Orion. Dal 2008, la NASA ha anche un contratto per il servizio di microgravità con Zero Gravity Corp. (Zero-G) e ha utilizzato i suoi aerei, un Boeing 727 modificato, per i voli di addestramento.

Zero-G, ha iniziato a far volare il suo aereo, G-Force One, nel 2005, vendendo biglietti per $ 4.950 a celebrità come il regista James Cameron , l’attore di “Star TrekGeorge Takei e il fondatore miliardario di Virgin Galactic, Sir Richard Branson. Nel 2007, fu la volta del famoso fisico Stephen Hawking che volò su G-Force One, spingendo Alan Stern, allora amministratore associato della direzione della missione scientifica della NASA, a dire: “Adesso è il 21 ° secolo e mi aspetto che sempre più scienziati conducano ricerche a gravità zero, e persino nello spazio, mentre si sperimentano nuovi veicoli e si aprono sedi per tale ricerca“.

La NASA spiega che l’ aereo vola in un modello ondulato, e, mentre effettua la parabola ascendente, o “gobba“, i passeggeri raggiungono diversi secondi di assenza di gravità nella parte superiore. L’aereo si tuffa di nuovo verso il basso, sollevandosi per creare il fondo dell’onda. I passeggeri sperimentano quasi il doppio ella gravità terrestre da circa il punto medio lungo la discesa, attraverso il fondo e a metà strada verso l’alto.

La modifica del modello di volo può variare la forza di gravità subita dai passeggeri e, a sua volta, influire sulla durata dell’assenza di gravità stessa.

La completa assenza di gravità ha una durata di circa 25 secondi. I passeggeri che sperimentano una simulazione della gravità marziana – circa un terzo della gravità terrestre – la avvertono per circa 30 secondi, mentre quelli che simulano la gravità lunare – circa un sesto della gravità terrestre la sperimentano per circa 40 secondi.

Fonte: Space.com

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