La sfida di Blue Origin a SpaceX si sta estendendo al marketing online

Blue Origin non ha mai curato troppo il marketing ma ora che ha vinto un appalto importante della NASA ha aperto un suo negozio online per la vendita dei suoi gadgets. Ma è un fronte sul quale deve imparare ancora molto dalla compagnia di Elon Musk.

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La pandemia di Covid-19 ha spalancato l’ignoto di fronte a tutte le aziende relativamente alle prospettive future e Blue Origin non è un’eccezione. La società fondata da Jeff Bezos per offrire servizi di viaggi nello spazio ha accumulato successi e sconfitte in questo periodo ma sta usando il tempo di questa quarantena per colmare un gap con i concorrenti principali, quello del marketing.

Blue Origin infatti ha aperto finalmente un proprio negozio on line con alcuni prodotti di merchandise. Anticipato dalla rivista tecnologica on line americana, GeekWire (anche questa con sede nello Stato di Washington), per una compagnia come Blue Origin avere un proprio negozio con merci che replicano il brand potrebbe non essere una priorità. Ma non è così, anche se la società, fondata da Bezos nel 2000, ha preferito restare a lungo avvolta dal mistero fino a tutto il 2016, quando il fondatore l’ha portata all’attenzione del grande pubblico. Il suo motto, voluto da Bezos è “gradatim ferociter”, che in latino vuol dire “passo dopo passo, ma ferocemente”.

Praticamente l’opposto della più grande concorrente di Blue Origin, quella SpaceX fondata da Elon Musk che, al contrario, cerca di essere sempre sugli onori della cronaca sia attraverso notizie professionali che personali con gli annunci del fondatore, proprietario anche di Tesla.

Una strategia che ha ripagato grandemente SpaceX, come dimostrano sia i sondaggi sulle più popolari aziende del mondo sia quelli tra gli uomini del millennio. Musk è stato anche fotografato mentre indossava una maglietta prodotta dalla sua compagnia con lo slogan “Occupy Mars” (“Occupiamo Marte”), mentre teneva in braccio l’ultimo figlio questa settimana.

Blue Origin è stata molto impegnata in questo periodo di pandemia. Nel 2018 infatti ha vinto un contratto con l’Air Force per lo sviluppo delle infrastrutture e la certificazione dei lanci della National Security, che il distaccamento militare vuole per testare tutto prima di arrivare alla decisione finale relativamente allo sviluppo del nuovo modello di missile costruito dai russi. L’appalto pubblico ha permesso a Blue Origin di restare aperta durante il blocco governativo per la pandemia, in quanto attività giudicata essenziale per la sicurezza nazionale dal Dipartimento della Difesa dell’Amministrazione di Donald Trump.



La società comunque – che ha avuto diversi dipendenti risultati positivi al coronavirus – non sta lavorando solo al sistema New Glenn per il lancio di un veicolo in orbita. Infatti Blue Origin sta anche preparando il progetto New Shepard, approntando un razzo in grado di partire e atterrare in verticale, da utilizzare per il turismo umano. “Non penso che New Shepard sarà mai una missione essenziale per gli Stati Uniti”, ha ammesso un dipendente che ha voluto restare anonimo a The Verge, un’altra famosa rivista tecnologica on line americana.

Un veicolo spaziale in cantiere

Oltre ai suoi sistemi missilistici, la compagnia sta ancora competendo per futuri contratti. Alla fine di aprile la NASA ha assegnato la maggior parte dei contratti per la realizzazione di un lem lunare in grado di trasportare un equipaggio al cosiddetto “Team Nazionale Blue Origin“, che comprende anche altre compagnie tecnologiche come la Lockheed Martin, Northrop Grumman, and Draper.

La NASA pagherà 579 milioni di dollari per sviluppare questo veicolo spaziale, che vedrà impegnate nella costruzione tutte queste compagnie e per cui Blue Origin svilupperà il modulo di atterraggio. Spiegando la propria decisione pochi giorni dopo l’aggiudicazione dell’appalto nel consueto Source Selection Statement (la dichiarazione del metodo di selezione delle fonti), la NASA ha affermato che la squadra di lavoro scelta dalla Blue Origin è stata cruciale nella sua decisione, sottolineando come abbia attinto “strategicamente ad ogni singola risorsa di ogni membro del team”.

Tuttavia non è stata una valutazione impeccabile. Infatti la NASA ha identificato una debolezza “degna di nota” nei sistemi di Blue Origin: la potenza e le capacità di propulsione. “Tecnicamente il design sembra a posto ma questo schema può solamente funzionare come il risultato di una significativa quantità di lavori sviluppati che devono precisamente procedere secondo quanto previsto dalla pianificazione di Blue Origin, compresso quello che sembra avere una tempistica molto aggressiva“ scrive il report dell’agenzia spaziale americana.

Questa “tempistica aggressiva” potrebbe essere una delle ragioni per cui Blue Origin sta sentendo la pressione in questo periodo così difficile e impegnativo, insieme alle sfide rappresentate da SpaceX e Virgin Galactic (la compagnia spaziale del New Mexico fondata e guidata dal carismatico miliardario Richard Branson).

C’è questa insaziabile fame di essere primi” ha detto un dipendente a The Verge. “Siamo in una gara!” Ogni grande competizione ha solitamente i suoi tifosi per ciascuna squadra. Anche Blue Origin ha i suoi tifosi e ora ha provveduto a vestirli con le sue magliette. Ma non è chiaro a quale mercato si rivolga il merchandise di Blue Origin.

Ora, creando un negozio on line, Blue Origin sta chiedendo alla gente di investire nel suo marchio, nelle sue idee e nel successo della compagnia. Il negozio on line è parte della gara, e per ora ci sono solo magliette e cappellini – mentre SpaceX ha una grande varietà di vestiti ed anche modellini dei suoi razzi – ma siamo solo all’inizio. La società intende aumentare presto la scelta di gadget per i suoi ‘tifosi’.

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