martedì, Ottobre 22, 2024
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I teschi di cristallo

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Da diversi anni si parla di questi teschi di cristallo che, nel corso del tempo, hanno ispirato libri e films che, ovviamente, hanno contribuito ad accrescerne l’aura di mistero ed il fascino.

I teschi di cristallo compaiono improvvisamente nella seconda metà dell’ottocento. Il British Museum ne possiede uno dal 1897. Anche la Smithsonian Institution ha un teschio, donato ad essa nel 1992. Nessun teschio di cristallo proviene da scavi documentati.

Tra i teschi, uno più famosi è il teschio “Mitchell-Hedges“. In base a quanto raccontato da Frederick Albert Mitchell-Hedges e della figlia adottiva Anna, questo teschio sarebbe stato trovato negli anni venti del XX° secolo in una spedizione a Lubaantun, nell’attuale Belize. Non vi è però traccia della scoperta del teschio nei resoconti della spedizione ed è dubbio anche che Anna vi abbia preso parte. Inoltre la ricercatrice Jane Maclaren Walsh ha scoperto che negli anni quaranta Mitchell-Hedges acquistò un teschio di cristallo.

Tra gli altri teschi di cristallo venuti alla luce, pare siano 13, i più noti sono quelli chiamati “Max” e “Sha Na Ra“. “Max”, di proprietà dei coniugi Parks, sarebbe stato trovato in Guatemala negli anni Venti, ma anche in questo caso non c’è alcuna documentazione a sostegno di tale affermazione. “Sha Na Ra” sarebbe stato trovato in Messico da Nick Nocerino, personaggio televisivo autodefinitosi “esperto di teschi di cristallo“. Nocerino non rivelò mai l’origine del ritrovamento, giustificandosi con l’attribuire la riservatezza a presunte “questioni di sicurezza per il personale coinvolto, a causa della situazione politica messicana“. Né i teschi, né gli altri oggetti che Nocerino avrebbe rinvenuto, sono mai stati sottoposti ad analisi indipendenti.

Negli anni ottanta, sull’onda della moda lanciata dalle pubblicazioni su questi manufatti, comparvero numerosi altri teschi, dal Texas a Los Angeles; ad alcuni di questi venivano attribuite origini avventurose o poteri taumaturgici, ma di nessuno di questi si è potuta provare l’autenticità (mentre alcuni sono risultati veri e propri tentativi di truffa). Secondo i cultori dei teschi di cristallo, di tali oggetti si parlerebbe nelle tradizioni dei Maya e di altre culture native americane, ma queste asserzioni sono da ascrivere piuttosto ad un folclore degli ultimi decenni applicato retrospettivamente.

Nel 1970 il teschio Mitchell-Hedges venne affidato al laboratorio della Hewlett-Packard, guidato da Frank Dorland, in quanto centro di eccellenza per la ricerca sui cristalli. I risultati vennero pubblicati in un articolo dal titolo “history or hokum?” dove il secondo termine possiamo tradurlo con “nonsenso”. In esso risulta soltanto che sia stato scolpito in un blocco unico di materiale e ne ha stabilito esclusivamente la tecnica di lavorazione, ritenuta compatibile con un’origine precolombiana del manufatto. L’articolo conclude che si tratti di un bellissimo pezzo artistico, ma che non ci sia modo di datarlo. Non risponde inoltre a verità che “gli scienziati affermarono alla fine della analisi che il teschio sembrava essere stato scolpito con un moderno laser o con ceselli di precisione“. Da notare che gli impieghi ablativi del laser si sarebbero avuti solo negli anni novanta.

Adesso, comunque,la scienza può finalmente mettere le cose in chiaro e nel fare questo distruggere così uno dei più conosciuti miti relativi ad un oggetto impregnato della fantasia storica. Il teschio di cristallo del British museum è un falso.

Una analisi dettagliata della superficie del teschio ha rivelato che era stata tagliata e levigata con una sorta di ruota comune alle gioiellerie europee del 19° secolo ma assente nell’America pre-colombiana.

Gli storici e gli scienziati credono che il teschio di cristallo sia stato tagliato da un pezzo di cristallo di roccia brasiliana da un lapidario in Europa, possibilmente in Germania, per poi essere venduto ai collezionisti come vera reliquia dell’antica civiltà Azteca del Messico.

Un’antica leggenda maya di imprecisate origini, molto diffusa in rete sui tanti siti complottari o che si occupano di pseudo archeologia misteriosa o di esoterismo, narrerebbe che nel mondo esistono 13 teschi di cristallo, a grandezza naturale, che racchiudono misteriose informazioni sull’origine, lo scopo e il destino dell’intera umanità. Nel momento in cui l’umanità si troverà ad affrontare un pericolo che metterà a repentaglio la sua stessa esistenza, saranno i 13 teschi di cristallo, riuniti insieme, aiuteranno a salvare il mondo dalla distruzione. Starà all’Umanità comprendere il loro messaggio.

Pare strano che di questi teschi e del loro segreto non si era mai sentito parlare fino alla seconda metà dell’ottocento quando apparvero i primi e fa pensare che le voci su questi teschi abbiano iniziato a diffondersi solo negli anni ’70. È provato che furono molti i teschi di cristallo oggetto di truffe perpetuate ai danni di ingenui collezionisti ed è ben difficile pensare che non abbiano tutti la stessa origine truffaldina. L’analisi del teschio in possesso del British museum ha provato che si tratta di un artefatto realizzato con tecniche ben note nell’ottocento e questo pone un punto deciso sulla faccenda.

Qualcuno si inventò questa cosa dei teschi di cristallo per speculare sull’ingenuità di collezionisti privati spacciandoli per oggetti di culto atzechi o maya, dopo di allora ci fu chi pensò di specularci diffondendo inverificabili leggende collegate ai teschi, guadagnando con libri, convegni ed eventi vari. Come tutti i fatti apparentemente misteriosi, la vicenda dei teschi ha finito per essere ripresa nell’era di internet dai tanti siti acchiappaclick che sfruttano la fame di sovrannaturale di tanta gente ormai accecata dalla cosiddetta informazione alternativa.

Purtroppo, ancorchè suggestiva, la leggenda legata ai teschi di cristallo non ha alcuna base reale e si tratta sostanzialmente di fuffa. Proprio come i teschi di cristallo.

 

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