Henry Cavendish, l’archetipo dello scienziato pazzo

Cavendish ha rappresentato l'immagine classica dello scienziato eccentrico, bizzarro, solitario quanto geniale e poliedrico. La sua è stata una vita dedicata interamente alla scienza

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Henry Cavendish, l'archetipo dello scienziato pazzo
Henry Cavendish, l'archetipo dello scienziato pazzo

Il cinema si è impossessato molto presto della figura dello scienziato folle o bizzarro. Lo scienziato folle non è necessariamente malvagio ma sempre viene rappresentato come un eccentrico manipolatore di tecnologie ed esperimenti borderline.

Da Frankenstein al Dottor Stranamore, da Il dottor Mabuse all’umoristico Le folli notti del Dr. Jerryll, il cinema ha fatto propri, estremizzandoli, dei veri e propri archetipi reali.

Si, perchè la figura dello scienziato eccentrico, bizzarro, inquietante è una figura assolutamente reale, probabilmente connessa con l’assoluta dedizione allo studio ed alla ricerca che questa attività umana comporta.

Harry Cavendish, genialità e stravaganza

Uno dei più stravaganti (e geniali) di questi “archetipi” fu senz’altro Harry Cavendish chimico e fisico scozzese, nato il 10 ottobre del 1731. Di famiglia aristocratica ricchissima Cavendish passò quattro anni all’Università di Cambridge ma non si laureò mai perché non si decideva ad affrontare gli esami. Non ebbe comunque problemi per tirare avanti viste le ingenti ricchezze della sua famiglia (quando morì era il correntista più ricco della Bank of England), poté cosi dedicarsi ossessivamente ad un’attività di ricerca poliedrica e fruttuosa che finanzierà con le sue sostanze.

Incapace di avere rapporti sociali normali, Cavendish si vestiva sempre con gli stessi abiti, in particolare un abito viola frusto e liso ed uno scombinato cappello a tricorno.
La sua vita sociale era inesistente. L’unico momento di relazione con altri esseri umani era quando partecipava agli incontri della Royal Society di cui era membro.



Con le donne poi non esisteva relazione alcuna. Si racconta che quando un giorno una cameriera entrò per errore nella sua stanza, egli rimase così sconvolto da quella inaspettata presenza da licenziarla in tronco.  Per questo in seguito  si fece costruire nella sua grande casa londinese, soppalchi e divisori per non incontrare mai le cameriere addette alla sua abitazione.

Recentemente alcuni storici hanno sostenuto che Cavendish potesse soffrire della sindrome di Asperger un disturbo pervasivo dello sviluppo, imparentato con l’autismo, che tuttavia non presenta compromissione dell’intelligenza, della comprensione e dell’autonomia, ma si estrinseca con la fobia sociale ed il disturbo schizoide della personalità.

Come che sia, Cavendish in laboratorio era un mago. Nel 1775 progetta l’esperimento Schiehallion per tentare una misurazione della densità della Terra. In chimica si interessa allo studio dei gas, isola l’idrogeno, e fa un’analisi precisa dell’aria e la sintesi dell’acqua (1784). In fisica misura la costante di gravitazione universale, deducendo la densità media della Terra (1798) e, con Coulomb, può essere considerato il fondatore dell’elettrostatica.

Mori a Londra nel febbraio del 1810, a lui sono dedicati un cratere lunare ed un asteroide.

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