E se trovassimo una sonda aliena?

Durante le future esplorazioni del nostro sistema solare potremo incappare in una sonda aliena, come si dovranno comportare le nazioni della Terra? Se la sonda si rivelasse ostile non sapremo come rispondere

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Immaginiamo che una sonda aliena venga scoperta all’interno del sistema solare, ferma su un asteroide a pochi milioni di chilometri dalla Terra, come reagirebbe l’umanità?
La possibilità da considerare è che la sonda aliena verrebbe scoperta da una nostra sonda spaziale, nella migliore delle ipotesi da una sonda scientifica, nella peggiore da uno dei futuri veicoli spaziali automatizzati per l’estrazione mineraria che potrebbe farla a pezzi.
Nel secondo caso, “il primo contatto” finirebbe con noi che distruggiamo la sonda aliena insieme all’asteroide. O forse la sonda si difenderà e distruggerà la sonda mineraria terrestre. Oppure, se la sonda aliena è passiva, forse i suoi ultimi momenti trasmessi alla civiltà alla quale appartiene saranno quelli di un robot costruito dall’uomo che la distrugge. Non sarebbe un bel biglietto da visita per noi.
Probabilmente gli scenari violenti non sono molto verosimili, proviamo ad immaginare “solamente” che una sonda aliena venga scoperta durante una missione scientifica o per caso durante un’indagine astronomica. Probabilmente, dopo un’accurata analisi dei rischi, si potrebbe tentare un contatto, ma se il manufatto alieno si trovasse a pochi milioni di chilometri dal nostro pianeta qualcuno potrebbe organizzare una missione per recuperarla e studiarla, forse prendendo anche il rischio di portarla sulla Terra.
Ma chi potrebbe rivendicare il diritto alla cattura? Una disputa di questa portata potrebbe aprire non poche crisi tra nazioni concorrenti, o magari la sonda aliena attuerà delle misure per difendersi, oppure sarà un “cavallo di Troia alieno“.
Oltre a cercare di fare una buona prima impressione se accadesse un evento di portata storica simile, siamo abbastanza impreparati per decidere cosa fare.
Una proposta arriva da Jim Benford, secondo in quale sarebbe interessante cercare asteroidi in orbite co-orbitanti – oggetti in risonanza gravitazionale 1: 1 con la Terra. Questi oggetti orbitano intorno al Sole esattamente nello stesso tempo del nostro pianeta, ma su orbite un po’ più ellittiche. Rispetto alla Terra, queste orbite tracciano percorsi a forma di “ferro di cavallo”. Tra gli oggetti in co-orbita c’è l’asteroide Cruithne, citato anche nel romanzo di Stephen Baxter Manifold “Time“. Cruithne si avvicina alla Terra fino a 12 milioni di chilometri, ed è il primo asteroide troiano conosciuto della Terra, 2010 TK7.
Benford ha consigliato a Breakthrough Listen di prendere in considerazione questi vicini co-orbitanti poiché darebbero a una sonda extraterrestre un punto di osservazione ideale da cui monitorare la nostra civiltà. È una grande idea e anche se penso che ci sia una probabilità molto bassa di successo, come per qualsiasi cosa che abbia a che fare con il SETI, non lo sapremo finché non guarderemo. Tuttavia, la scoperta di una sonda potrebbe essere irta di pericoli.
Se viene scoperta una sonda, chi ha il diritto di rivendicarne la tecnologia? In un mondo ideale si risponderebbe che nessuno ne ha il diritto e che oltre a cercare di stabilire un contatto, dovremmo lasciarla stare. Ma noi esseri umani siamo curiosi e la tentazione di mettere le mani su un manufatto alieno e apprenderne i segreti sarebbe irresistibile.
Ma cosa afferma il trattato sullo spazio esterno sulle sonde extraterrestri? Frans von der Dunk, professore di diritto spaziale presso l’Università del Nebraska-Lincoln suggerisce che se sostituiamo “risorse naturali” con “tecnologia“, la migliore interpretazione della legge attuale sarebbe quella di trattare la sonda come qualsiasi altro oggetto celeste, come un asteroide, che può essere estratto o di cui ci si può impossessare.
Come spiega von der Dunk è improbabile che qualcuno accetterebbe che un rivale arrivi per primo sul manufatto portando a tutti i tipi di imbrogli diplomatici e potenzialmente a un conflitto. Ma i problemi sono anche di altra natura, se la sonda contiene un’intelligenza artificiale senziente, non dovrebbe essere trattata come un essere senziente secondo la legge? Il problema è che anche altre specie sulla Terra, come i delfini, sono intelligenti ma la legge non riconosce loro gli stessi diritti degli esseri umani.
Prima di agire chi intende appropriarsene dovrebbe capire se la sonda aliena è capace di difendersi. Non conosceremmo infatti né le capacità, né le motivazioni della civiltà che l’ha realizzata e programmata e un contatto di qualche tipo potrebbe essere molto rischioso. Se dovessimo distruggere o catturare la sonda, potremmo incorrere nell’ira di chi l’ha inviata; se si difendesse non saremo in grado di valutare la sua potenza per rispondere adeguatamente. Esiste almeno un’altro motivo per evitare contatti diretti con essa. La sonda aliena potrebbe essere ibernata che potrebbe reagire in maniera ostile se stimolata.
Non tutti concordano con questa ultima tesi. Se una sonda aliena si avventurasse nel nostro sistema, sembrerebbe irragionevole non aspettarsi una nostra reazione. Benford consiglia di pensare a quali saranno le conseguenze e come le gestiremo, e dobbiamo iniziare a pensarci ora. Se SETI scoprisse un segnale radio di un’altra civiltà, probabilmente originato a molti anni luce di distanza dalla Terra, ci sentiremmo relativamente tranquilli ma una sonda aliena a pochi milioni di chilometri dal nostro pianeta potrebbe invece rappresentare un pericolo imminente.
Le agenzie spaziali e le società private impegnate nello spazio dovranno tenere a mente la possibilità di un ritrovamento simile, per quanto sia piccola la probabilità di trovare un manufatto alieno ancora attivo nel sistema solare, quella probabilità non è zero. Per essere pronte, le nazioni dovrebbero lavorare a un protocollo di primo contatto nel caso in cui una sonda aliena venisse scoperta, cercando di evitare inutili e rischiose diatribe tra chi cerchi di appropriarsene per avere dei vantaggi tecnologici che potrebbero portare a scontri potenzialmente dannosi per il nostro pianeta. Eventuali benefici tratti da un manufatto alieno dovrebbero essere messi a disposizione di tutto il genere umano.
Fonte: https://www.centauri-dreams.org/2019/03/27/the-problem-with-probes/

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