La durata del sonno REM dipende dalla temperatura corporea

Secondo una nuova ricerca dell'UCLA, la durata del sonno REM è legata alla temperatura corporea degli esseri viventi

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La durata del sonno REM dipenderebbe dalla temperatura corporea
La durata del sonno REM dipenderebbe dalla temperatura corporea

Secondo una nuova ricerca da parte dell’UCLA (Università della California, Los Angeles) la durata del sonno REM è legata alla temperatura corporea degli esseri viventi.

Precisiamo meglio la situazione: i gruppi di animali a sangue caldo con temperature corporee più basse hanno un sonno REM più prolungato, mentre quelli con temperature corporee più elevate hanno quantità inferiori di sonno REM. La ricerca in questione è stata possibile grazie al professor Jerome Siegel.

Lo studioso ha affermato che i risultati del suo lavoro suggeriscono una possibile azione del sonno REM come un “riscaldatore cerebrale termostatico”. Siegel ha dichiarato che i risultati suggeriscono una relazione precedentemente non osservata tra la temperatura corporea e il sonno REM, un periodo di sonno in cui il cervello è altamente attivo.

Dove è stata pubblicata la ricerca?

Pubblicato di recente su Lancet Neurology, lo studio è stato scritto dal professor Jerome Siegel, che dirige il Center for Sleep Research presso il Jane and Terry Semel Institute for Neuroscience and Human Behavior presso l’UCLA.

La ricerca in questione fa comprendere come gli uccelli abbiano la temperatura corporea più alta di qualsiasi gruppo animale a sangue caldo o omeotermico a 41°C mentre ottengono il minor sonno REM a 0,7 ore al giorno. Seguono gli esseri umani e altri mammiferi placentari (37°C, 2 ore di sonno REM), marsupiali (35°C, 4,4 ore di sonno REM) e monotremi (31°C, 7,5 ore di sonno REM). La temperatura cerebrale diminuisce nel sonno non REM e poi aumenta nel sonno REM che in genere segue.

Un modello che fa risparmiare energia

Jerome Siegel ha spiegato, tramite alcune dichiarazioni riportate da Scitechdaily.com, che il modello precedentemente illustrato “consente ai mammiferi omeotermici di risparmiare energia nel sonno non REM senza che il cervello diventi così freddo da non rispondere alle minacce”. La quantità di sonno REM degli esseri umani non è né alta né bassa rispetto ad altri animali omeotermici. La ricerca, ha spiegato lo studioso, va a minare alcune opinioni popolari “che suggeriscono un ruolo del sonno REM nell’apprendimento o nella regolazione emotiva”.



Che cos’è il sonno REM?

Il sonno REM si verifica per la prima volta circa 90 minuti dopo essersi addormentati. Dietro le palpebre chiuse, i nostri occhi ruotano rapidamente da una parte all’altra. L’attività delle onde cerebrali a frequenza mista diventa più vicina a quella osservata nella veglia. La respirazione diventa più veloce e irregolare e la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna aumentano fino a raggiungere i livelli di veglia.

La porta dei sogni

La maggior parte dei sogni che facciamo si verificano proprio durante la fase di sonno REM, anche se alcuni possono verificarsi anche nel sonno non REM. I muscoli delle braccia e delle gambe si paralizzano temporaneamente. Questi sono “disturbi” poco piacevoli che ci fanno sentire in trappola e ci possono dare anche un senso di inquietudine. Con l’avanzare dell’età, si trascorre sempre meno tempo all’interno della fase REM.

Quanto dormono gli esseri umani?

Studi epidemiologici prospettici nelle società industriali indicano che 7 ore di sonno per notte nelle persone di età pari o superiore a 18 anni sono ottimali, con quantità di sonno sempre maggiori che predicono una durata della vita più breve.

Gli esseri umani che vivono uno stile di vita da cacciatori-raccoglitori (come ad esempio i gruppi che vivono in tribù) dormono per 6-8 ore a notte, con periodi di sonno più lunghi in inverno. La prevalenza dell’insonnia nelle popolazioni di cacciatori-raccoglitori è bassa (circa il 2%) rispetto alla prevalenza dell’insonnia nelle società industriali (circa 10-30%).

Gli studi sulla privazione del sonno, che vengono condotti per ottenere informazioni sulla funzione del sonno, sono spesso confusi dagli effetti dello stress.

Streghe e paralisi del sonno

Come già detto, nel corso della fase REM si possono verificare paralisi degli arti superiori e inferiori. In questo torno di tempo si è soliti assistere a visioni inquietanti di streghe, demoni e altri esseri oscuri che potrebbero infastidirci, se non addirittura terrorizzarci.

Niente paura, è solo un’illusione (ovviamente). Come spiega Sonnomed, si tratta di un fenomeno banale generato da risvegli parziali dalla fase REM del sonno. Le paralisi muscolari sono spesso accompagnate a questo tipo di allucinazioni. Le visioni si spiegano in quanto la fase REM rappresenta, nel nostro cervello, la via di mezzo tra la veglia e il sonno e la sfera della nostra intelligenza è come se entrasse in tilt, facendo fuoriuscire le nostre paure più recondite.

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