martedì, Novembre 12, 2024
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Content creators, i nuovi professionisti chiedono un codice di regolamentazione

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(Adnkronos) – “Chiediamo al Parlamento e al governo una proposta di legge per l’approvazione di un codice di regolamentazione e tutela di un settore completamente nuovo e fin troppo a lungo lasciato senza un impianto normativo adeguato. L’Associazione fornirà a breve una proposta”. Così Sara Zanotelli, presidente dell’Associazione Italiana Content & Digital Creators (Aicdc), apre 'C come economy – Il content creator: un futuro già presente', evento che segna la nascita ufficiale dell’Associazione alla presenza del vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.  A inviare un messaggio anche Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy: “I governi e le imprese sono chiamati a investire per sostenere il passaggio ai lavori del futuro attraverso l'istruzione, la riqualificazione e le strutture di sostegno sociale che nel futuro del lavoro possono garantire centralità agli individui. A riprova della proiezione del Mimit verso l’economia del futuro, vi ricordo che nella legge di bilancio abbiamo previsto 3 collegati dedicati ai settori del domani: uno per la blue economy, uno per la space economy e infine uno per le tecnologie di frontiera per le quali voi potete essere paladini e divulgatori”.  L’Associazione, guidata da Sara Zanotelli, è nata quest’anno per rappresentare un comparto, quello della creator economy, che conta oltre 350mila professionisti e che, secondo le stime di I-Com, ha un potenziale giro d’affari di 2,55 miliardi di euro. Capillare anche la penetrazione: il 76% della popolazione italiana segue almeno un influencer, 21 milioni di italiani almeno tre e 7 arrivano a oltre dieci. Complessivamente, il 57% di italiani dichiara di essere sempre interessato ai prodotti consigliati dagli influencer. Ad essersi uniti all’Associazione sono già 250 creator, capitanati da Khaby Lame, forte di 160 milioni di followers su TikTok e primo su Instagram con 80 milioni di followers, Luca Campolunghi, Sespo, Giulia Latini, Gabriele Vagnato, Klaus, Cartasegna, Samara Tramontana, Andrea Muzzi e Ignazio Moser. Dall’etica alla normativa, dalla comunicazione alla dimensione artistica, 'C come Economy' si è articolato in cinque panel, a cui sono intervenuti, tra gli altri, anche Claudio Durigon, sottosegretario di Stato al ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Massimiliano Capitanio, commissario Agcom, Massimo Camisasca, direttore generale Istat, Stefano da Empoli, presidente I-Com, Alessandra Ghisleri, direttrice EuroMedia Research, Paolo Boccardelli, direttore Centro di Ricerca Luiss, Paola Frassinetti, sottosegretario di Stato al ministero dell’Istruzione e del Merito, Raffaella Paita, coordinatrice nazionale Italia Viva, Michele Sciscioli, capo Dipartimento politiche giovanili e servizio civile universale, e Antonio Affinita, direttore generale Moige.  Dominante, nel corso del convegno, è stato il tema dell’etica, per il quale diventa sempre più necessario introdurre un codice dedicato che sovraintenda sulle implicazioni potenzialmente dannose specie per le categorie più fragili. E’ in questo quadro che è stato presentato il codice etico di Aicdc, un insieme di linee guida definite collegialmente da tutti i professionisti che hanno aderito all’Associazione e che individuano regole chiare, procedure e valori morali a cui ci si potrà uniformare.  Molto diffusi, infatti, anche i casi di cyberbullismo e hate speech: nella ricerca elaborata da Moige 'Dieta mediatica e cyberbullismo', il 31% dei ragazzi intervistati dichiara di aver subito 'prepotenze' online. Una media che resta invariata al cambiare dell’età: i giovani che riconoscono di averle subite 'qualche volta', escludendo quindi le vittime sistematiche, è pari al 20% nella fascia d’età 6-10 anni, percentuale che sale al 21% nella fascia 11-14 e al 23% in quella 15-18. Il 45% dei ragazzi dichiara di aver assistito a episodi di prepotenza online e il 34% conosce qualcuno, a scuola o fuori dalla scuola, che è stato vittima di cyberbullismo.  “Il comparto della creator economy – sottolinea Sara Zanotelli, presidente di Aicdc – sta diventando sempre più rilevante nel quadro dell’economia italiana. Ed è per questo che, anche in linea con le indicazioni dell’Agcom, si rende più che mai necessario avviare un dibattito etico e legislativo sulla professionalizzazione della categoria. Con le istituzioni oggi abbiamo avviato un confronto, e siamo pronti ad applicare con i nostri associati il codice etico che abbiamo presentato per la prima volta in questa sede, strumento che ci permette di certificare a tutti i livelli la validità dei creator che fanno parte di Aicdc”.  “Attraverso questa associazione, vogliamo rivolgerci a tutti i professionisti della creator economy. Non solo ai frontman, agli influencer e ai creativi digitali, ma anche a tutto il vasto ecosistema che ruota intorno: dai manager alle agenzie, che si confrontano ogni giorno con una professione le cui dimensioni e i cui confini sono ancora molto sfumati", commenta Mauri Valente, vicepresidente dell’Associazione. Durante l'evento è stata inoltre annunciata la nascita dell'Osservatorio sulla Creator Economy, in collaborazione con I-Com, Istituto per la Competitività e il Centro di Ricerca in Strategic Change 'Franco Fontana' della Luiss. L'iniziativa nasce con l’obiettivo di analizzare la dimensione in termini economici e occupazionali del mercato dei creator di contenuti digitali in Italia e di elaborare proposte di policy da sottoporre ai decisori politici per indirizzare lo sviluppo del settore a beneficio del Paese. L'Osservatorio è sostenuto da Digit'Ed, primo polo di formazione in Italia e uno dei maggiori player del settore a livello europeo, e da Nextalia, società di gestione del risparmio, costituita con l’obiettivo di investire nelle eccellenze italiane per accelerarne il percorso di crescita sostenibile.  —lavoro/professionistiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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