Come un’umanità futura colonizzerà la galassia nei prossimi diecimila anni – video

La fantascienza si è avventurata nella colonizzazione della galassia con svariate idee e ormai anche la scienza concorda che, dato abbastanza tempo e la giusta tecnologia (e presumendo che non ci sia una competizione seria), potremmo un giorno essere in grado di colonizzare l'intera galassia

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Sembra il sogno folle di uno scrittore di fantascienza, l’idea che un giorno l’umanità si avventuri oltre il Sistema Solare e diventi una specie interstellare. Potrà realizzarsi?

Beh, in effetti la fantascienza si è avventurata nella colonizzazione della galassia con svariate idee e ormai anche la scienza concorda che, dato abbastanza tempo e la giusta tecnologia (e presumendo che non ci sia una competizione seria), potremmo un giorno essere in grado di colonizzare l’intera galassia. Certo, parliamo di qualcosa di ancora estremamente lontano ma cosa comporterebbe un simile processo di espansione dell’umanità nello spazio?

Questo è ciò che un gruppo di esperti dell’Advanced Concepts Team (ACT) dell’ESA si è chiesto proponendo le sue risposte. Come parte del decimo Concorso annuale di ottimizzazione della traiettoria globale (GOTC X), hanno creato una simulazione che mostra come l’umanità potrebbe colonizzare in modo ottimale la Via Lattea.

Si tratta di un’estrapolazione in linea con il tema del concorso “Settlers of the Galaxy“, che ha sfidato i partecipanti a proporre il modo più efficiente dal punto di vista energetico di colonizzare quanti più sistemi stellari possibile.

Il GTOC di quest’anno si è svolto dal 21 maggio al 12 giugno 2019. Come per le precedenti competizioni, è stato ospitato dalla sezione progettazione e navigazione di missione del Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA.



La sfida di quest’anno è stata quella di contemplare un futuro in cui l’umanità avesse la tecnologia necessaria e la spinta a stabilirsi in tutta la galassia della Via Lattea.

Un concetto di nave di diverse generazioni. (Nils Faber e Angelo Vermeulen)Un concetto di nave generazionale. (Nils Faber e Angelo Vermeulen)

In particolare, i team sono stati sfidati a trovare modi per colonizzare 100.000 sistemi stellari indicati nel regolamento, nel modo più uniforme possibile, utilizzando il più piccolo cambiamento di velocità propulsiva possibile. Questa sfida (alias “The Problem“) è stata definita come segue:

A circa diecimila anni dal presente, l’umanità resetterà il suo conteggio degli anni a zero: l’anno zero sarà l’anno in cui l’umanità deciderà che il tempo è maturo perché la razza umana si avventuri audacemente nella galassia e si stabilisca in altri sistemi stellari. Centomila sistemi stellari nella galassia sono stati identificati come adatti per l’insediamento.

Anche in questo Anno Zero, sebbene le tecnologie e le conoscenze siano notevolmente progredite rispetto ad oggi, siamo ancora soggetti alla tirannia dell’inerzia e restiamo lontani dal viaggio spaziale quasi istantaneo raffigurato in modo fantasioso nella fantascienza.

Al centro della competizione c’era l’idea che i progressi tecnologici realizzati in diecimila anni potrebbero mettere l’umanità in grado di vivere a tempo indefinito nello spazio. Ciò consentirebbe la creazione di navi coloniali autosufficienti in grado di viaggiare nello spazio per centinaia di migliaia di generazioni (navi generazionali), rendendo possibile agli esseri umani di viaggiare e stabilirsi in altri sistemi stellari.

Questo processo dovrebbe iniziare a partire dal Sistema Solare con un’espansione a ventaglio, procedendo, poi, alla colonizzazione dei sistemi di arrivo, dai quali poi si espanderebbero ulteriori ventagli una volta che la colonia si sia stabilizzata e cominci ad avvertire l’esigenza di un’ulteriore espansione.

Ai team partecipanti che hanno presentato progetti in grado di divenire operativi in anticipo sui diecimila anni previsti, sono stati assegnati punti bonus basati sulla presunzione che l’umanità finirà per esaurire le risorse del Sistema Solare, così come sta facendo sulla Terra.

Questo assunto comporta, come conseguenza, che l’espansione verso altri sistemi stellari sarà essenziale così come il tempo necessario per avviarla.

Il video che illustra il modello di insediamento galattico (mostrato sopra) è stato presentato in un seminario sull’esplorazione interstellare ospitato dall’ACT – che si è svolto la settimana scorsa (da giovedì a venerdì 20 giugno al 21 giugno).

Gli argomenti discussi includevano la progettazione di “astronavi mondo” (un altro nome per nave generazionale) in grado di viaggiare tra le stelle, il funzionamento interno della nave, la propulsione a energia diretta e materiali auto-riparanti.

Nel video, si possono vedere le prime navi generazionali umane che lasciano il Sistema Solare (indicato in giallo) e iniziano a polare la galassia. Le strisce blu e verdi rappresentano l’espansione iniziale verso l’esterno, che sono seguite da strisce rosse che denotano le missioni inviate da altri sistemi stellari.

Quando la simulazione termina, le aree Perseo e Carina-Sagittario della Via Lattea pullulano di insediamenti umani. Insieme a questi, anche gran parte del braccio Scutus-Centauro è colonizzato. Il video presenta l’espansione umana nella galassia come una serie di suggestive scoppi di fuochi d’artificio, quasi a simboleggiare l’esplosività dell’espansione umana.

La squadra che si è aggiudicata la vittoria era composta da rappresentanti di quattro importanti organizzazioni di ricerca cinesi, il College of Aerospace Science and Engineering; la National University of Defense Technology di Changsha; lo State Key Laboratory of Astronautic Dynamics e il centro di controllo satellitare Xi’an.

Qui è possibile vedere l’animazione originale.

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