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Cardo mariano, frutto bello e utile per stare bene

Il cardo mariano è una delle piante erbacee che appartiene alla famiglia delle Asteracee. Il suo sviluppo completo avviene in due anni e possiamo raccogliere il suo 'frutto' dagli indiscussi poteri benefici, lungo le coste mediterranee

Il cardo mariano è una delle piante erbacee che appartiene alla famiglia delle Asteracee. Il suo sviluppo completo avviene in due anni e possiamo raccogliere il suo ‘frutto’ dagli indiscussi poteri benefici, lungo le coste mediterranee.

Il cardo mariano impiega due anni per giungere a maturazione

L’utile pianta non si sviluppa molto velocemente. Le occorrono ben due anni per dare il suo prezioso frutto. Alla sua base, proprio quando è nata da poco, produce una rosa piccola, composta da foglie.

Cardo mariano

Sottotribù Carduinae, nel secondo anno di vita, la vigorosa, seppure apparentemente gracile piantina, sviluppa un ‘gambo’ che sostiene il fiore. Le piante non arricchiscono i gambi con foglie, hanno un’altezza di 150 cm. e oltre. Questa è la loro misura in verticale, si notano però solo spine.

L’asse fiorifero, di cui abbiamo scritto sopra, è robusto, presenta delle striature e da esso partono rametti di forma eretta. Ogni foglia è pennatifida, con margini ondulati e sinuati – lobati. A metà essa presenta una linea divisoria.

Di colore bianco – verdastro, le foglie basali sono dotate di picciolo, raggiungono però i 40 cm di lunghezza. Altre sostenute dallo scapo, ossia vicine all’ infiorescenza sono prive di peduncolo e  sembrano abbracciare lo stelo.

In questa zona, le foglie sono di minore estensione delle altre e non si dividono molto, ma si espandono, formando due orecchiette. I fiori sono ermafroditi, le corolle sono tubulose e di colore rosso-purpureo.

Cardo mariano

Vedere i fiorellini di forma globosa, rivestiti da robuste foglie che cambiano di colore allieta l’animo, prima ancora del corpo. La parte terminale è stretta e acuminata.

Il cardo mariano è una pianta officinale, è conosciuto per il trattamento delle affezioni epatiche. Grazie alle sue proprietà, è usato anche come ingrediente nella preparazione di liquori d’erbe.

Quando è presente il frutto si scopre in tutta la sua bellezza. La fioritura avviene nei mesi primaverili, precisamente da aprile a maggio del secondo anno.

I fiori e le radici del cardo mariano

I fiori hanno una forma tubulosa, in essi notiamo: calice, corolla, androceo, gineceo e in ogni verticillo ce ne sono 5 elementi. I fiori sono ermafroditi e fertili. Raramente i fiori periferici sono radiati e sterili.

Ogni sepalo del calice è ridotto ad una coroncina di squame.
La corolla, di solito, colora di porpora. Può essere però anche: rosso, rosa, violetto, bianco e raramente giallo e la forma un tubo che termina in 5 lobi.

I frutti sono di forma oblunga, alla base stretti lateralmente compressi, terminato con un fiocco che sembra seta. Maturano in piena estate e quindi ogni capolino viene disseminato dal vento.

Le radici sono robuste e fittonanti, in grado di dissodare anche il terreno più compatti.

Insetti e farfalle, sia di giorno che di notte impollinano, i semi che cadono a terra vengono sparpagliati dalle brave e previdenti formiche.

Il cardo mariano cresce spontaneo dal mare fino alla parte submontana. Raro al nord, frequente al centro, al sud, invadente nelle isole. Cresce nei ruderi, lungo le strade, nei terreni incolti.

Probabilmente la pianta ha avuto origine nel Sud America, anche ora è la più numerosa del mondo vegetale. Le specie si aggirano sulle 23.000, 5 sono i generi.

Da altre fonti si apprende che 22.750 sono le specie e 1.530 i generi. Mediterraneo o asiatico occidentale, una delle specie di cardo mariano cresce spontaneamente in Italia.

Il cardo mariano in fitoterapia

L’estratto di cardo mariano è controindicato in presenza di calcoli alla colecisti, al fegato o alla cistifellea. Ha un suo leggero effetto ipertensivo e blandamente lassativo.

Astenia, inappetenza, grave meteorismo, dispepsia, subittero, ne traggono beneficio con normalizzazione delle transaminasi. Il risultato si può ottenere nei pazienti sottoposti a pesanti cicli di chemioterapia.

Ne traggono vantaggi gravi alterazioni biumorali e cliniche riguardanti la funzione epatica. Si usano sia i decotti che gli infusi e pure l’estratto secco, a causa della presenza di tiramina va somministrato con cautela in caso di pazienti che soffrono di ipertensione.

Le radici hanno  la proprietà di essere febbrifughe. Le foglie hanno proprietà aperitive. Utili, come depurativo, per le mamme che allattano.

Le informazioni qui date non sono consigli medici. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.

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