La NASA, sotto la spinta del presidente Trump, sembra ormai decisa a tornare sulla Luna per installarvi una base permanente che possa essere un supporto cruciale per le successive spedizioni verso lo spazio profondo, a cominciare dai viaggi verso Marte.
Il primo passo per realizzare questo programma consisterà, a quanto sembra dalle più recenti dichiarazioni dei responsabili della NASA, sarà quello di realizzare il Lunar Gateway, una stazione spaziale posta in orbita lunare, più piccola della Stazione Spaziale Internazionale, che avrà la funzione di ospitare gli astronauti impegnati nelle missioni di esplorazione e studio della Luna.
Le recenti scoperte, in base alle quali è stata confermata la presenza di grandi quantità di acqua ghiacciata sul nostro satellite, particolarmente nelle zone polari, ha reso nuovamente la Luna un bersaglio molto interessante per le ambizioni esplorative e commerciali di molte agenzie spaziali nazionali e compagnie private.
Il lunar Gateway sarà una piccola base spaziale capace di ospitare un equipaggio di esseri umani, avrà un laboratorio scientifico e un hangar cui potranno agganciarsi le navette che trasporteranno astronauti, attrezzature e rifornimenti avanti e indietro tra la Terra e l’orbita lunare oltre ad uno o due moduli in grado di portare un equipaggio sulla superficie della vicina Luna e di riportarlo sul Gateway.
Un elemento cruciale dell’hardware necessario per realizzare il Lunar Gateway sarà, naturalmente, un habitat: uno spazio sixuro dove gli astronauti potranno fare ricerca, allenarsi per mantere in esercizio i muscoli e le ossa in assenza di peso, dormire e mangiare. Ma cosa serve esattamente per costruire un habitat per lo spazio profondo? La NASA ha incaricato sei società di capirlo, attraverso il programma NextSTEP dell’agenzia spaziale. Attraverso una partnership pubblico-privato, aziende come Boeing e Bigelow Aerospace stanno progettando e realizzando le proprie idee su come dovrebbero essere fatti i moduli che potrebbero ospitare astronauti nell’ambiente intorno alla Luna.
Un’altra di queste società è la Lockheed Martin, come Boeing un appaltatore di lunga data della NASA. La Lockheed sta attualmente lavorando ad un habitat cilindrico per lo spazio profondo che avrà circa 270 metri cubi di spazio vivibile, all’incirca le dimensioni di un’ampia stanza in cui potranno muoversi fino a 4 astronauti.
Il progetto della Lockheed è particolarmente creativo nello sfruttamento degli spazi e delle funzionalità: ad esempio, la scorta d’acqua sarà immagazzinata all’interno di una intercapedine che circonda completamente lo scafo per fornire, oltre che l’acqua potabile, una schermatura alle radiazioni dello spazio profondo. L’habitat non spreca nessuno spazio, sul soffitto è disposto ha un tapis roulant per gli esercizi fisici e bisogna ricordarsi che, in orbita attorno alla Luna, non essendoci gravità, l’ambiente non avrà un alto e un basso, ogni parete, quindi, sarà un pavimento o una parete dove saranno fissati oggetti utili per le attività quotidiane. Ogni centimetro di parete sarà utilizzato per uno scopo diverso. L’habitat includerà anche una postazione di lavoro, così come alloggiamenti per dormire e strutture lo stoccaggio per il cibo e altri materiali di vita essenziali.
Attualmente, Lockheed Martin sta costruendo il suo primo prototipo di habitat in Florida, in modo che la NASA possa analizzare il suo design e le sue funzionalità entro il 2019.
Intanto, la Lockheed sta andando avanti verso il completamento della nuova capsula spaziale della NASA, la capsula Orion che verrà lanciata nello spazio grazie al nuovo Space Launch System ma, a quanto sembra, la stazione Lunar Gateway sarà realizzata in modo di poter agganciare anche capsule di terze parti, come la Dragon 2 di SpaceX, già utilizzata per il trasporto di attrezzature scientifiche e rifornimenti da Terra verso la Stazione Spaziale Internazionale e viceversa. Un’evoluzione di questa capsula, la Dragon Crew, farà il primo dei due voli di test previsti per conseguire la licenza per trasportare astronauti a novembre di quest’anno, mentre il secondo volo avverrà, se non ci saranno problemi, nell’aprile del 2019 e, in caso di successo, la navetta di SpaceX comincerà a trasportare gli astronauti americani verso la Stazione Spaziale Internazionale al posto delle navette Soyuz della ROSCOSMOS, con la quale il contratto di convenzione della NASA per il trasporto degli astronauti scadrà a dicembre 2019.
Tutta la tecnologia in fase di sviluppo e realizzazione per il Lunar gateway si basa sul lavoro di progettazione svolto negli anni scorsi in vista della costruzione del Deep Space Gateway, una grande stazione spaziale in orbita cislunare progettata per fungere da base di assemblaggio e lancio per le future astronavi della NASA che dovranno raggiungere Marte. Il progetto Deep Space Gateway non è stato accantonato ma rinviato a dopo la realizzazione del Lunar Gateway, una fase successiva, insomma.
Il Lunar gateway potrà spostare alla bisogna la propria orbita, avvalendosi di motori ionici per la propulsione e di motori a razzi per il controllo dell’assetto, l’energia elettrica sarà garantita da pannelli fotovoltaici. Secondo i programmi resi noti, il primo modulo di questa base spaziale verrà posizionato in orbita lunare entro il 2024, giusto l’anno in cui SpaceX prevede di inviare la prima missione umana su Marte.
La NASA ha fretta, il 2024 sarà l’ultimo anno da presidente di Donald Trump, sempre che venga rieletto nel 2020, e agenzie spaziali importanti come quella cinese, quella indiana e quella europea hanno annunciato di voler scendere sulla Luna con equipaggi umani entro gli anni venti, l’ESA ha addirittura annunciato di avere il programma la realizzazione di una base lunare nel 2030 e l’America no intende perdere il proprio primato tecnologico nbello spazio.
Ci attendono anni interessanti ed eccitanti.