L’esposizione a livelli più elevati di inquinamento atmosferico può portare ad un aumento del rischio di gravi problemi di salute mentale, secondo una ricerca pubblicata sul British Journal of Psychiatry, che si aggiunge alla crescente ricerca che evidenzia i costi sanitari nascosti della crisi climatica.
I pazienti con disturbi psicotici e dell’umore come schizofrenia, bipolarismo e depressione che hanno una maggiore esposizione all’inquinamento atmosferico presentano maggiori probabilità di essere ricoverati in ospedale o di aver bisogno di cure basate sulla comunità per le loro condizioni rispetto a quelli meno esposti, come hanno scoperto i ricercatori del King’s College di Londra e dell’Imperial College di Londra.
Secondo quanto riportano i ricercatori, livelli più elevati di biossido di azoto nelle case portano le persone a un rischio maggiore di necessitare di cure per la salute mentale e sono stati osservati aumenti più modesti per altri inquinanti comuni come gli ossidi di azoto e il particolato.
Le persone esposte a un aumento di 15 microgrammi per metro cubo (µg/m³) dei livelli di biossido di azoto in un anno (la media nello studio era di 40 µg/m³) hanno un rischio maggiore del 18% di essere ricoverati in ospedale e un possibilità maggiore del 32% di necessitare di cure ambulatoriali; è quanto è emerso dallo studio effettuato dai ricercatori delle cartelle cliniche di quasi 14.000 pazienti a Londra.
I ricercatori hanno scoperto anche che un aumento del particolato ridotto di 3 µg/m³ nel corso di un anno (la media era di 14,5 µg/m³) ha portato a un aumento del rischio del 7% per le cure ambulatoriali e dell’11% per le cure ospedaliere.
Il collegamento tra inquinamento e patologie mentali è rimasto ancora evidente sette anni dopo, quando gli scienziati hanno rivalutato i dati degli stessi pazienti e i ricercatori hanno affermato che non sembra esserci un’altra spiegazione per il fenomeno, anche se non possono escluderne una.