Abbiamo da poco celebrato il 50° anniversario del primo atterraggio sulla luna, ora possiamo guardare indietro e vedere cosa abbiamo imparato da quella missione.
E se facessimo un grande salto in avanti nel tempo e guardassimo all’eredità del programma Apollo nel 2069, un secolo dopo lo storico evento?
È stato grazie alle rocce raccolte dagli astronauti dell’Apollo che gli scienziati sono riusciti a capire l’età della Luna, la sua storia evolutiva e l’evoluzione della Terra e di altri pianeti. Lo studio continuo dei campioni, integrato con nuove informazioni provenienti dai satelliti astronave in orbita, ha anche mostrato che la Luna non è il corpo arido e disseccato che avevamo pensato.
Piuttosto, la Luna sembra avere abbondanti bacini idrici, immagazzinati come ghiaccio sotto la sua superficie e nei crateri perennemente all’ombra presenti ai suoi poli. C’è anche acqua intrappolata all’interno di minerali specifici e assorbita nel suolo lunare grazie agli impatti di piccoli meteoriti.
Questa scoperta portò a una rinascita nell’idea della Luna come base di partenza per l’esplorazione del sistema solare. Questo perché l’acqua può anche essere utilizzata come combustibile. Se separi l’idrogeno e l’ossigeno che formano l’acqua, puoi far reagire i due gas l’uno con l’altro e questo è essenzialmente ciò che accade in un motore a razzo. L’ossigeno può anche essere usato per fornire aria respirabile agli astronauti, aprendo nuove opportunità per la costruzione di basi permanenti, scientifiche, turistiche e commerciali, e viaggi nello spazio su lunghe distanza.
Ma come si estraggono questi gas dal ghiaccio d’acqua? Le regioni in ombra permanente della Luna sono spesso vicine ad aree illuminate dal Sole. Raccogliendo la luce del Sole attraverso pannelli fotovoltaici, potrebbe essere generata energia sufficiente per l’elettrolisi: una procedura di decomposizione chimica che scinde l’acqua estratta in idrogeno e ossigeno puri facendo passare una corrente elettrica attraverso un liquido o una soluzione.
Piani attuali
Oggi, le discussioni sull’esplorazione lunare si sono allontanate dall’istituzione di una base lunare permanente come preliminare per l’esplorazione estesa. Invece, c’è stato un progresso significativo nella pianificazione della costruzione del Deep Space Gateway, una stazione spaziale in orbita attorno alla luna. Questo è un progetto internazionale cui collaborano diverse agenzie spaziali.
Anche le società commerciali svolgono un ruolo importante in questo progetto, che è molto più di un’estensione della Stazione Spaziale Internazionale. Il Lunar Gateway sarà un centro di attività scientifica e ingegneristica. Sarà servito dal modulo Orion e fungerà da banco di prova per gli astronauti che si preparano per missioni di lunga durata, come sarà un viaggio verso Marte. Le missioni potrebbero anche essere lanciate da lì, risparmiando denaro sul carburante poiché i razzi non dovranno superare l’enorme gravità terrestre.
Gli esperimenti che gli scienziati potrebbero fare lì – come il monitoraggio dell’ambiente esterno della luna, compresi i livelli di radiazione – ci aiuterebbero sicuramente a prepararci a inviare missioni su Marte e oltre.
E testare la fisiologia degli astronauti in un ambiente a bassa gravità non sarebbe solo utile per pianificare future missioni spaziali, ma potrebbe anche portare allo sviluppo di interventi medici per alleviare gli effetti dell’invecchiamento.
Diverse agenzie spaziali hanno visioni separate su come potrebbe progredire l’esplorazione lunare, con diversi livelli di dettaglio pubblicati. Il programma di esplorazione lunare della NASA si basa sull’uso del gateway per facilitare una serie regolare di visite sulla Luna da parte degli astronauti. L’Agenzia spaziale europea ha una serie di obiettivi simili e sta lavorando a stretto contatto con la russa RosCosmos per perforare il polo sud lunare e con la giapponese JAXA per restituire campioni dalla Luna.
Le risorse disponibili sulla superficie della Luna includono i metalli del suolo lunare (specialmente il titanio) e l’energia solare per fornire energia. Ciò potrebbe infine consentire la costruzione di infrastrutture, consentendo agli umani di creare presto una base lunare effettiva, anche se i piani si stanno ora concentrando sul realizzare prima il gateway.
Un’eccitante possibilità che viene attivamente esplorata è l’idea di una base lunare costruita da moduli che verranno stampati in 3D sulla superficie lunare usando combustibile estratto dal suolo lunare come fonte di energia e materiale da costruzione.
Scenario più probabile
Tra il 1969 e il 1972, 12 uomini sbarcarono sulla luna, trascorrendo, in totale, poco più di tre giorni ad esplorare la superficie lunare. Hanno piantato la bandiera di una singola nazione, raccolto pietre e intrapreso alcuni semplici esperimenti.
Tra il 2019 e il 2069, cosa potremmo davvero sperare di vedere? Una base lunare internazionale permanente sulla superficie della luna, circondata da bandiere di tutte le nazioni coinvolte, sarebbe certamente possibile.
È anche probabile che vi saranno basi minerarie, e forse turistiche, realizzate da compagnie private.
Dovrebbero, però, essere stabilite una serie di regole internazionalmente accettate per renderlo possibile, incluso uno specifico Trattato lunare che rafforzi l’idea che è consentito solo l’uso pacifico della luna, che la cooperazione internazionale sia fondamentale e che i privati potranno sfruttare le risorse lunari e scopo commerciale solo all’interno di determionati paletti rigorosamente prestabiliti. Attualmente, il quadro giuridico è contraddittorio e confuso.
Molto probabilmente ci sarà un continuo alternarsi di astronauti e scienziati, nonché ingegneri che progettano, costruiscono e manutengono infrastrutture per ulteriori esplorazioni, oltre a personale ausiliario di supporto. Un servizio navetta regolare opererebbe tra la superficie lunare e il Deep Space Gateway e anche tra la Terra e il Deep Space Gateway, per il personale e le risorse.
È probabile che vi sarà una fiorente attività turistica, cosa che richiederà un’infrastruttura di trasporto sulla superficie lunare, oltre a strutture alberghiere e di intrattenimento, con personale specializzato per le varie attività, guide turistiche e così via.
Tutta questa attività richiederanno uno spazioporto, non solo per i trasferimenti tra la Terra e la Luna, ma anche per i veicoli spaziali che useranno la Luna come trampolino di lancio per altre destinazioni nel sistema solare. In effetti, per il 2069, potremmo vedere l’inizio di viaggi regolari verso Marte, soprattutto se Elon Musk e la sua SpaceX riusciranno davvero ad atterrarvi e a fondarvi una base operativa permanente.
Ma questa è un’altra storia di cui vi parleremo prossimamente.
Mi spiace solo che per me sarà troppo tardi: nel 2069 avrò 106 anni, troppi, temo, per affrontare un viaggio nello spazio.
Ma, forse, se i benefici medici che deriveranno dagli studi a bassa gravità avranno successo e potranno essere trasferiti nei servizi sanitari terrestri, potrei avere ancora sufficiente salute ed essere sufficientemente vigile per ricevere messaggi ed immagini dai miei nipoti e dalle loro famiglie mentre saranno in vacanza, o forse lavoreranno, sulla Luna.