Alla fine ha dovuto ammettere che il problema c’è eccome: la Russia ha riconosciuto le continue perdite d’aria dal suo segmento della ISS (Stazione Spaziale internazionale), precisando che gli specialisti stanno monitorando la perdita, che non rappresenta alcun pericolo per l’equipaggio.
ISS: la situazione reale del segmento russo
La società statale Roscosmos ha affermato, tramite alcune dichiarazioni riportate da The Guardian, che gli specialisti stanno monitorando la perdita e che l’equipaggio “conduce regolarmente lavori per individuare e riparare possibili punti della perdita”. In una dichiarazione diffusa dalle agenzie di stampa russe si legge: “Non c’è alcuna minaccia per l’equipaggio o per la stazione stessa”.
Joel Montalbano, responsabile del progetto della stazione della Nasa, ha notato lo scorso 28 febbraio che la perdita nel segmento russo è aumentata, ma ha sottolineato che è rimasta piccola e non rappresenta una minaccia per la sicurezza dell’equipaggio o per le operazioni del veicolo. Roscosmos ha affermato che poiché l’avamposto spaziale sta invecchiando, l’equipaggio deve dedicare più tempo alla sua riparazione e manutenzione.
Roscosmos e la Nasa hanno affermato che la perdita non ha rappresentato alcun pericolo per l’equipaggio e al momento non ha influenzato le operazioni sulla stazione. Ci sono stati tuttavia altri problemi. Nel mese di Ottobre, il liquido refrigerante è fuoriuscito da un radiatore di riserva esterno per il nuovo laboratorio scientifico russo, Nauka, sebbene il suo principale sistema di controllo termico funzionasse normalmente e i funzionari spaziali avessero affermato che l’equipaggio e la stazione non fossero in pericolo.
L’idea di una stazione spaziale abitata è emersa negli anni ’70 con progetti come la “Space Base”degli Stati Uniti e la stazione spaziale“Mir-2”dell’Unione Sovietica. Queste iniziative portarono all’accordo internazionale per la costruzione dell’ISS nel 1998. La costruzione dell’ISS iniziò nel 1998, coinvolgendo la collaborazione di diverse agenzie spaziali, tra cui NASA, Roscosmos, ESA, JAXA e CSA. Il primo modulo, il modulo di base russo Zarya, fu lanciato nel novembre 1998.
Il montaggio è proseguito attraverso una serie di missioni di lancio, durante le quali i moduli furono inviati nello spazio e assemblati dai membri dell’equipaggio. La ISS è diventata operativa nel novembre 2000, con una presenza costante di astronauti e cosmonauti che viaggiavano avanti e indietro per missioni di lunga durata.
La ISS è composta da vari moduli, tra cui laboratori di ricerca, abitazioni, moduli di servizio e segmenti di attracco. I moduli principali includono il laboratorio statunitense Destiny, il modulo di servizio russo Zvezda, il laboratorio europeo Columbus e il laboratorio giapponese Kibo. La stazione include sistemi di supporto vitale per gli astronauti, come quelli per il controllo dell’ambiente, il riciclo dell’aria e la gestione delle risorse.
La ISS ha punti di attracco per i veicoli spaziali che trasportano forniture e membri dell’equipaggio, tra cui il segmento russo con il modulo Poisk e il segmento americano con il modulo Harmony. La stazione è alimentata da pannelli solari che forniscono energia elettrica per le sue operazioni. Ospita, inoltre, una vasta gamma di esperimenti scientifici in campi come la biologia, la fisica, la medicina, la scienza dei materiali e le scienze della Terra. Questi esperimenti sfruttano l’ambiente unico dello spazio per condurre ricerche non possibili sulla Terra.
Adesso vi proponiamo alcune curiosità sulla ISS:
- La stazione è grande quanto un campo da calcio e pesa più di 400 tonnellate. È il più grande oggetto mai costruito nello spazio.
- Viaggia a una velocità di circa 28.000 chilometri all’ora (17.500 miglia all’ora) e completa un’orbita intorno alla Terra circa ogni 90 minuti.
- La ISS è un progetto collaborativo tra diversi paesi, inclusi gli Stati Uniti, la Russia, l’Europa, il Giappone e il Canada. È uno dei migliori esempi di cooperazione internazionale nella storia della scienza e dell’esplorazione spaziale.