Il cambiamento climatico è una delle sfide più urgenti che il nostro pianeta deve affrontare, e le sue conseguenze non si limitano a influenzare le condizioni meteorologiche, la qualità dell’aria e il livello del mare, ma hanno anche un impatto profondo sulla biodiversità e sugli ecosistemi.
Molte specie animali, come nel caso degli stambecchi alpini, sono costrette ad adattarsi a scenari sempre più estremi, modificando il loro comportamento, il loro habitat e la loro dieta, nonostante ciò questi adattamenti non sono sempre efficaci o vantaggiosi, e in alcuni casi possono addirittura aumentare il rischio di estinzione.
Un esempio emblematico di questo fenomeno, come accennato, è quello degli stambecchi alpini (Capra ibex), una specie di capra selvatica che vive nelle Alpi italiane, in particolare nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Gli stambecchi sono animali adattati al freddo, che si nutrono di erba e vegetazione alle quote più basse delle montagne durante il giorno, e si rifugiano sulle pendici rocciose durante la notte, lontano dal loro principale predatore, il lupo (Canis lupus).
Questa strategia ha permesso agli stambecchi alpini di sopravvivere per secoli in un ambiente ostile e variabile, ma ora è messa a dura prova dal riscaldamento globale. Infatti, secondo uno studio pubblicato in Proceedings of The Royal Society B: Biological Sciences, gli stambecchi alpini stanno cambiando il loro ritmo circadiano in risposta all’aumento delle temperature giornaliere, diventando più attivi di notte e meno di giorno.
Questo comportamento ha lo scopo di evitare il surriscaldamento e sfruttare le ore più fresche per foraggiare, ma ha anche delle gravi controindicazioni.
A quali problemi vanno incontro gli stambecchi alpini?
Il primo problema è che gli stambecchi alpini si espongono a un maggiore pericolo di predazione da parte dei lupi, che sono più attivi nelle aree erbose aperte più a valle della montagna, dove gli stambecchi si recano per nutrirsi. In queste zone, gli stambecchi sono meno protetti dalle rocce e dalla vegetazione, e hanno meno possibilità di sfuggire o difendersi dagli attacchi. Inoltre, essendo una specie diurna, la loro vista è maggiormente compromessa dall’oscurità, rendendoli più vulnerabili.
Il secondo problema è che il cambiamento di comportamento non è uguale per tutti gli individui della specie, ma dipende dal sesso, dall’età e dallo stato riproduttivo. Gli stambecchi alpini mostrano infatti un alto livello di dimorfismo sessuale, il che significa che i maschi e le femmine della specie sembrano molto diversi.
I maschi hanno le corna, che usano per combattere tra loro e per attrarre le femmine, ma che sono anche un peso aggiuntivo che li fa surriscaldare più facilmente, le femmine d’altro canto hanno meno grasso, che le aiuta a mantenere una temperatura corporea più bassa, ma che le rende anche più sensibili al freddo, ed oltre a quanto precedentemente detto, le femmine devono occuparsi anche dei figli, che nascono in primavera e che richiedono cure e protezione.
Queste differenze influenzano il modo in cui gli stambecchi alpini reagiscono alle temperature elevate. Lo studio ha riscontrato che i maschi tendono a essere più attivi di notte rispetto alle femmine, soprattutto quando le temperature superano i 20°C, le femmine, invece, sono più attive di notte solo quando le temperature superano i 25°C, e solo quando non hanno figli.
Questo significa che le femmine con figli devono bilanciare il bisogno di nutrirsi e quello di proteggere la prole, esponendosi sia al caldo che ai lupi.
Un altro fattore che influisce sull’attività notturna degli stambecchi è la luminosità della Luna. Lo studio ha scoperto che le capre erano più attive durante le notti più luminose, il che significa che erano in grado di individuare meglio i predatori e che i benefici del foraggiamento notturno superavano i rischi. Tuttavia, questo non è sempre sufficiente a garantire la loro sicurezza, e in alcuni casi può addirittura attirare l’attenzione dei lupi.
In conclusione, lo studio dimostra che il cambiamento climatico sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza degli stambecchi alpini, una specie emblematica delle Alpi italiane, con questi ultimi che stanno cercando di adattarsi alle temperature estreme, modificando il loro comportamento, ma ciò comporta dei costi elevati in termini di predazione e stress.
Se il riscaldamento globale continuerà ad aumentare, è probabile che gli stambecchi continueranno con questo comportamento e metteranno a rischio ancora maggiore la loro sopravvivenza, per questo, è necessario intervenire per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e per proteggere gli stambecchi e il loro habitat.
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